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9 Giugno 2025Correre verso il benessere
Correre non è solo mettere un piede davanti all’altro; è un viaggio, spesso invisibile, che comincia dentro di noi. È il desiderio di muoversi verso un equilibrio più profondo, tra chi siamo e chi vorremmo essere, tra i nostri desideri e le nostre paure. Ne abbiamo parlato con il dottor Sergio Teglia, che ci ha aiutato a esplorare il legame tra il concetto di “correre” e il benessere nella sua accezione più ampia. «Correre verso il benessere non significa semplicemente fare movimento», spiega. «È un atto simbolico: rappresenta la volontà di superare ostacoli interiori, di lasciarsi alle spalle pesi emotivi e di muoversi verso una vita più autentica». E in un mondo che spesso ci spinge a correre senza fermarci, qual è il ritmo giusto per il nostro benessere?
Dottor Teglia, correre è spesso utilizzato come metafora per raggiungere obiettivi e migliorare se stessi. Cosa significa “correre verso il benessere” nella vita quotidiana?
La corsa, o comunque una qualsiasi forma di sforzo fisico costante, oggi che siamo completamente immersi nell’età della tecnica dove spesso si è valutati in base solo alla “produttività” assume il ruolo di “aiutante” del corpo che, è utile non dimenticarlo, per vivere in armonia ha necessità anche del movimento fisico. E questo sin dagli albori dell’essere umano dove erano due i motivi che lo spingevano a essere in perenne movimento: la necessità di cacciare per procurarsi il cibo e il desiderio naturale di sfuggire a possibili nemici o predatori. Corsa quindi come esigenza evolutiva necessaria per la sopravvivenza della specie.
Ma cosa significa davvero “benessere”?
Rispondo rifacendomi a come l’OMS sottolinei che la salute non sia solo l’assenza di malattia, ma uno stato di completo benessere in tutti gli aspetti, fisici, psichici e sociali. Questo concetto è fondamentale per comprendere come la salute sia influenzata dall’insieme dei fattori sopra citati. Il benessere fisico si riferisce allo stato di salute del corpo, che include elementi come l’alimentazione, l’esercizio fisico e la cura del corpo. Quello psichico – o mentale – riguarda lo stato di benessere emotivo e psicologico, che include la capacità di gestire lo stress, di affrontare le sfide e di saper mantenere relazioni positive in ambito interpersonale. Quello sociale invece si riferisce al senso di appartenenza e di relazione con gli altri e alla capacità di interagire in maniera positiva con il mondo circostante.
Il significato della corsa: La nostra società sembra spingere continuamente verso una ricerca incessante del benessere. Quali sono i pericoli di questa “corsa”?
Uno è ad esempio la perdita del proprio dialogo interiore. Il sapersi “fermare” per pensare. Un altro è la difficoltà nel riuscire a gestire l’ansia che questo perenne stato di frenetico movimento alla ricerca di risultati procura. L’ansia sociale o prestazionale è ormai una caratteristica dei nostri giorni – a volte amplificata dall’uso esasperato dei social – e riuscire a contrastarla richiede tempo e applicazione. Per farlo abbiamo già citato il dialogo interiore e il saper mantenere uno spirito critico, aggiungo la necessità di recuperare spazio per le nostre passioni, e il tornare a riconoscere la positività di fare anche le piccole cose, concedendoci ogni tanto il “lusso” della lentezza. E infine, evitare di essere sopraffatti dal desiderio del “successo sociale” a ogni costo prendendo a modello esempi o personaggi legati più al mondo dell’effimero che della sostanza.
Il rischio dell’illusione: quando si corre verso il benessere, spesso ci si affida a soluzioni rapide o mode del momento. Come possiamo distinguere ciò che è realmente utile da ciò che è un semplice miraggio?
Il rischio è reale perché l’illusione inizialmente fa stare bene. Nella realtà odierna che potremmo definire “del tutto e subito” un mito da raggiungere può dare all’apparenza una spinta emotiva positiva. Purtroppo però spesso dobbiamo affrontare il “secondo tempo”, quando cioè ci troviamo ad affrontare problemi seri e ci rendiamo conto della poca rilevanza di ciò che abbiamo inseguito e che è destinato a rimanere soltanto una semplice illusione. E anche qui è più facile che riescano a uscirne indenni tutti coloro che hanno, come già detto, un buon rapporto con se stessi e soprattutto dei veri rapporti amicali o affettivi.
Correre o fermarsi? Spesso correre verso il benessere significa per lo più accumulare in maniera stressante attività, esperienze e obiettivi. In che modo invece fermarsi potrebbe essere la vera chiave per raggiungere un equilibrio?
Occorre capire che non è possibile continuare indeterminatamente ad accumulare impegni spesso neanche particolarmente apprezzati, praticare attività lavorative o extra lavoro eccessivamente faticose a livello mentale, frequentare conoscenze effimere o logoranti impegni sportivi portati avanti quasi esclusivamente per provare a piacere agli altri. Tutto questo alla lunga diventa, oltre che fonte di stress, una vana rincorsa a qualcosa che non raggiungeremo mai. Ecco quindi che provare almeno a rallentare i nostri ritmi non può essere altro che una buona fonte di giovamento psichico e fisico.
La pressione sociale: quanto incide il confronto con gli altri o il giudizio sociale nella corsa verso un ideale di benessere?
Moltissimo, specialmente quando gli obiettivi che stiamo perseguendo non sono i nostri, ma quelli che “altri” ci hanno indotto a credere essere necessari per noi. Ed è questo il caso in cui la corsa verso il “benessere” idealizzato da altri diventa un inseguimento in cui difficilmente si riesce a individuare il punto di arrivo. E ripeto che essere in balia di mete indicateci da pseudo esempi che la nostra mente idealizza costituisce un vero e proprio problema. Non è neanche raro che, alla lunga, l’accorgersi che la corsa non porta al raggiungimento dell’idealizzato benessere diventi invece una fonte di tristezza, insuccesso o fallimento. E il suggerimento che in conclusione mi sento di proporre ai nostri lettori è quello di vivere la vita puntando sì al raggiungimento del benessere – quello però indicato in apertura quando ho citato l’OMS – provando a non inseguire alcun mito, ma sforzandosi costantemente nel tentativo di migliorarsi dentro e con propri obiettivi.
In definitiva, correre verso il benessere non significa seguire una linea retta o inseguire modelli prefissati. Come ci ha spiegato il dottor Teglia, è un percorso personale fatto di ascolto di sé, di equilibrio tra attività e introspezione, di obiettivi autentici e non imposti. Il benessere non si trova in una gara contro il tempo o in un traguardo imposto dagli altri, ma nella capacità di scegliere il proprio ritmo. È la consapevolezza di sapere quando accelerare e quando, invece, fermarsi a osservare il panorama, concedendosi il lusso della lentezza e il piacere di riscoprire ciò che ci rende davvero sereni. Quindi, più che chiedersi “sto correndo abbastanza?”, dovremmo domandarci: “sto correndo nella direzione giusta per me?”
Ed è forse in questa domanda che possiamo trovare la risposta e la chiave per raggiungere un benessere autentico e duraturo.
Grazie per averci seguito
Enrico Miniati