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11 Marzo 2025Pubblichiamo un articolo di Stefano Boni già segretario generale Fit CISL Toscana fino al maggio 2021 e dopo e tutt’ora dirigente sindacale del dipartimento Trasporti e Infrastrutture della USR CISL confederale della Toscana.
Per chi ancora non lo sapesse, un paio d’anni fa, è stata creata una società specifica, “Treni Turistici Italiani” che fa parte della galassia Ferrovie dello Stato, per realizzare treni mirati al turismo di nicchia, andando a servire le principali mete preferite dai turisti. Treni per turismo religioso, treni per eventi istituzionali, treni per privati etc. Insomma, l’intento era quello di puntare sull’alta qualità, sul maggior comfort e sulla suggestione, in alcuni casi, sull’eleganza dei treni storici, attraverso itinerari unici, valorizzando il territorio e promuovendo un turismo ambientale e sostenibile.
Ancor prima di partire con i servizi, si videro incrementare i costi attraverso la creazione di un consiglio di amministrazione, lancio pubblicitario e tutto quello che gira intorno ad una nuova società che dovrebbe reggersi in piedi da sola senza sovvenzioni pubbliche e altri costi a carico dei cittadini.
In questi giorni si legge sui media del treno turistico della Società Treni Turistici Italiani per il Cadore, il Roma-Cortina pubblicizzato in grande stile a fine dicembre 2023 da Ferrovie dello Stato alla presenza dei massimi rappresentanti del Governo e delle Istituzioni. Un treno particolare, che doveva intercettare una clientela specifica e di elìte, visto anche il costo del biglietto abbastanza elevato e visto anche il costo del treno, che nel 2024 è costato circa 2 milioni e 300 euro a fronte solo di circa una trentina di passeggeri per viaggio.
In primis, il messaggio pubblicitario non è stato proprio azzeccato; per le ferrovie il “treno serve per apprezzare, durante il tragitto, le bellezza del territorio italiano”. Peccato che il treno per il Cadore viaggiasse solo di notte (partenza da Roma Termini alle 21,40 e arrivo a Calanzo alle 7,57 del mattino successivo). Quindi è difficile vedere il paesaggio circostante. Il viaggio in treno doveva essere confortevole e sostenibile, peccato che la stazione di Cortina è stata chiusa il 17 maggio 1964, per cui i viaggiatori dovevano scendere alla Stazione di Calanzo, traghettare con bagagli al seguito su dei pullman che li avrebbero portati a Cortina dopo un percorso di montagna lungo circa 35 Km. Ma non è tutto perché la linea fino a Calanzo non è elettrificata; i passeggeri sono stati costretti ad una lunga sosta nella stazione di Treviso per cambiare il locomotore che da elettrico diventava Diesel per buona pace dell’ambiente.
Insomma, si è creata una società apposita senza capire a chi serva. Lo stesso servizio eventualmente lo poteva fare tranquillamente Trenitalia come del resto aveva sempre fatto e forse, non si sarebbero spesi tutti quei soldi dei cittadini Italiani.
Dobbiamo obbligatoriamente farci una domanda: sulle scelte organizzative come quella di creare una azienda specifica, si è calcolato il rischio d’impresa? è stato fatto un business plan? la società può stare in piedi con i propri ricavi senza costi per i contribuenti italiani? Ogni semplice cittadino prima di affrontare una spesa, anche per la ristrutturazione della propria abitazione, calcola fino a dove può arrivare e se vede delle difficoltà si organizza in altra maniera e risolve il problema.
E’ chiaro a tutti di come hanno viaggiato i treni in generale fino ad oggi vedi anche il giorno 28 febbraio 2025. L’AD di Ferrovie dello Stato, che viene da ENEL, parla di investimenti stratosferici per i prossimi anni, di separare la rete AV da quella Tradizionale attraverso, anche qui, la creazione di una nuova società. Ma a chi serve tutto ciò? Ad abbassare i prezzi del biglietto di Trenitalia e quelli di Italo? A rendere i treni più puntuali? Ad assicurare più sicurezza sia ai lavoratori che ai cittadini? A migliorare il servizio oppure a ridurre di qualche miliardo il debito pubblico che si aggira intorno ai 3mila miliardi?
Stefano Boni