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26 Gennaio 2025Le aspettative: quale ruolo, quale funzione?
“Le aspettative sono il terreno fertile su cui crescono i sogni.” Questa riflessione, attribuita allo scrittore Henry David Thoreau, celebra il potere delle aspettative come motore di crescita e cambiamento in quanto ci spingono a immaginare un futuro migliore, a credere nelle possibilità e a costruire relazioni significative. Ma come possiamo bilanciare le aspettative con la realtà, senza trasformarle in fonte di frustrazione? In questa intervista con il dottor Sergio Teglia, approfondiremo il ruolo costruttivo delle aspettative e il loro impatto sulla nostra vita. Scopriremo come riconoscerne il valore, evitando al contempo che diventino un limite al vivere con autenticità.
Dottor Teglia, qual è il ruolo delle aspettative nella vita di una persona? E queste possono influenzare le decisioni quotidiane e i comportamenti?
Iniziamo con il dire che sono fondamentali nella vita di qualsiasi persona in quanto spesso influenzano le nostre decisioni e i rapporti che instauriamo con gli altri. Proprio per questo ritengo che non sia possibile vivere senza di esse, basti pensare che “cosa succederà?” è una domanda che ci poniamo spessissimo. Proviamo adesso ad analizzare l’etimologia della parola. Proviene dal termine latino expectare che significa aspettare che a sua volta è composto da ex, fuori e spectare, guardare. Quindi, come ci suggerisce la sua etimologia, possiamo tranquillamente definire l’aspettativa come l’attesa del verificarsi di qualcosa, oppure una sorta di previsione volta a farci orientare nel futuro. Le aspettative sono dirette sia verso di noi che verso gli altri e ci servono per meglio prepararci a cosa accadrà. Inoltre possono aiutarci a uscire dai dubbi o a prendere delle decisioni. Non possiamo però parlare delle aspettative senza citare quello che è definito l’effetto Pigmalione (mitico scultore greco che Afrodite condanna a innamorarsi di una statua da lui stesso scolpita), noto anche come effetto Rosenthal, dal nome dello psicologo tedesco che per primo lo ha approfondito e divulgato. Si tratta di un particolare meccanismo di suggestione psicologica secondo il quale le aspettative degli altri influenzano i risultati che una persona ottiene. È stato verificato che questo accade in modo particolare nella scuola quando le aspettative. Positive o negative di un insegnante su uno o più studenti tendono spesso a realizzarsi.
Aspettative legate all’autostima e all’autoefficacia.
Di autostima ne parlava già Confucio nel ‘300 a.C. e potrebbe essere definita come il risultato del confronto tra i successi che riusciamo a ottenere e le aspettative che avevamo. L’autoefficacia invece corrisponde alla consapevolezza di essere capace di realizzare le aspettative connesse a specifiche attività, situazioni ed eventi. In breve, l’autostima la possiamo definire “l’essere”, l’autoefficacia “il fare”.
Le aspettative genitoriali.
Qualsiasi genitore desidera che il proprio figlio raggiunga nella vita qualcosa di superiore a quanto fatto da lui e su questo basa tutta una serie di sane aspettative. Quando questo desiderio diventa invece il bisogno che il figlio realizzi tutto quello che lui, il genitore, non è riuscito a fare nella vita, ecco che gli diamo pesi non suoi da portare avanti, creando così ansia e non riconoscendo la sua individualità, le sue attitudini.
Aspettative e illusioni. Qual è la linea di confine?
Anche qui per rispondere dobbiamo partire dall’educazione ricevuta in tenera età e dal rapporto che si ha con se stessi, perché è stato ogni piccolo riscontro positivo ricevuto in quella fase che ha posto le basi per il successivo positivo sviluppo della personalità e della fiducia in se stessi. Le aspettative che poi si creano saranno per questi individui ben diverse dalle illusioni, spesso basate su un senso di disistima e di inferiorità. E in questo contesto come non citare il mondo virtuale dei social che quanto al rapporto con le illusioni hanno saputo creare uno spazio infinito da praticare, potendovi creare più profili personali ognuno diverso dall’altro nei quali dare sfogo anche alle proprie debolezze e vanità?
Quando le aspettative non vengono soddisfatte, quale impatto emotivo possono avere su una persona?
Qualche volta un’aspettativa disattesa può ingenerare la sensazione del fallimento, e in persone predisposte, anche geneticamente, a considerare tutto in maniera negativa, può dare sempre più spazio a frasi del tipo: ho paura di sbagliare tutto, di fallire sempre, di deludere tutti, cosa ovviamente da evitare in quanto vivere costantemente con una sensazione di fallimento e di tristezza può, alla lunga, dare luogo anche a disturbi della personalità.
Come si può gestire la delusione derivante da aspettative non corrisposte?
Abbiamo detto che le aspettative sono ciò che pensiamo (o speriamo) possa accadere. Quando questo non si verifica è ovvio che il nostro umore ne risente. Una aspettativa non realizzata può comportare, come abbiamo già detto, delusione e frustrazione, tanto più forti quanto grandi erano le aspettative. Ma cos’è la delusione? È una reazione emotiva negativa che provoca tristezza e a volte rabbia. Eppure nella vita è un’emozione necessaria, inevitabile, da accettare mostrando così la nostra resilienza, la capacità di “voltare pagina” e di riprovarci.
Le aspettative sociali e culturali (es. quelle legate al successo professionale, alla famiglia, ecc.) influenzano le scelte individuali? Come si può trovare un equilibrio tra ciò che ci si aspetta dagli altri e ciò che si desidera veramente per se stessi?
Cosa che considero primaria è l’aspettativa verso se stessi, che è ben diversa da quanto gli altri si aspettano da noi. Però è anche importante sottolineare che può capitare che certe scelte fatte non siano state determinate da un proprio desiderio reale, ma dalla pressione esercitata dalle aspettative che altri hanno riposto su di noi e dal conseguente timore di non saperle (o poterle) corrispondere creando così delusione. In questi casi importante è saper riflettere sia sull’aspettativa che sul risultato, “ritarando” alla realtà delle cose sia l’una che l’altro. Cosa importante è porsi delle aspettative basate su fatti reali quali ad esempio la nascita di un figlio (a) o una promozione sul lavoro. Questo non significa affatto sentirsi arrivati, ma anzi deve fare da stimolo per darsi nuovi obiettivi, nuove conoscenze, nuove competenze. Tengo anche a far comprendere ai nostri lettori la differenza sostanziale tra noi e gli altri, che devono rimanere sempre “gli altri”, comprese le loro aspettative, senza mai farli passare in primo piano rispetto a ciò che noi siamo e a cui aspiriamo. Inoltre è indispensabile saper scegliere le persone sulle quali riporre aspettative, e questo lo si fa selezionandole, dandosi degli obiettivi e adattandosi talvolta anche ai cambiamenti. A tale proposito, lo psicologo francese Jean Piaget diceva che l’intelligenza è anche la capacità di adattamento alla vita. Ed ecco quindi che anche le nostre aspettative devono, almeno in parte, perseguire questa via.
Le aspettative sono, senza dubbio, un motore potente nella vita di ognuno di noi, guidando le scelte quotidiane, le decisioni importanti e le relazioni che costruiamo con gli altri. Esse rappresentano la speranza, il desiderio di un futuro migliore e il fondamento su cui costruire i nostri sogni. Tuttavia, come ha sapientemente evidenziato il dottor Teglia, è necessario saper trovare un delicato equilibrio tra ciò che ci aspettiamo e ciò che la realtà ci offre, per evitare che queste si trasformino in una fonte di frustrazione o insoddisfazione. Probabilmente il vero segreto sta nel saperle calibrare in base a ciò che siamo realmente capaci di realizzare, senza cadere nella trappola delle illusioni alimentate dalle pressioni esterne o dalle aspettative sociali. Solo così le aspettative possono diventare una risorsa, piuttosto che un peso, e ci guideranno verso una vita più soddisfacente e autentica.
Grazie per averci seguito
Enrico Miniati