Per Questi Motivi. Autobiografia criminale di un paese di Giancarlo De Cataldo in una recensione di Valerio Calzolaio
8 Gennaio 2025Peppe Voltarelli in tour negli Stati Uniti e a Cuba presenta il nuovo album “Lupionòpolis”
9 Gennaio 2025Un ballo per ogni latitudine, una canzone per ogni giorno, un posto per la Storia. Il ‘delinquente del Rock and Roll’ (dal film ‘Jahlhouse Rock’ del 1957) ha attraversato il secolo scorso lasciando il segno, indelebile, la ‘Elvismania’. Sul palco come al cinema, le folle in delirio: ogni ammiccamento uno svenimento! Da Tupelo all’Eternità! Perché Elvis non era solo musica Rock and Roll e Rockabilly, era anche Soul, Gospel, Country, Rhythm & Blues, ma soprattutto Pop, perché ogni suo movimento mediatico era estremamente popolare, da scuotere le masse di tutti i continenti. Così nella musica, con quasi 25 anni di carriera, anche nel cinema riscuote un rimarchevole successo planetario. Colui che riesce a forgiare in poco tempo, grazie alla veloce espansione dei media, un nuovo linguaggio universale. Rivoluzionario, schietto e diretto.
Il Re del Rock and Roll compie il suo 90° giro intorno al sole, 90 tondi tondi, auguri celesti al personaggio più emblematico della musica contemporanea.Era da poco passato mezzogiorno di quel martedì 8 gennaio 1935 che la ventitreenne Gladys Love Smith, dà alla luce due gemelli Elvis Aron e Jesse Garon. Il parto avvenuto in casa, sulla Old Saltillo Road di East Tupelo (l’odierno indirizzo è 306, Elvis Presley Drive), un piccolissimo centro di poco più di seimila anime, capoluogo della Contea di Lee, nello stato del Mississippi. Sul certificato di nascita era indicato Elvis Aron. Il nome fu scelto in omaggio dell’amico e compagno di congregazione della famiglia Presley, Aaron Kennedy. L’ortografia con una sola A fu sicuramente voluta dai genitori di Presley per fare un parallelo con il secondo nome del fratello nato morto di Elvis, Jesse Garon. Il fratello gemello viene sepolto il giorno dopo il parto nel vicino cimitero di Priceville. Nel 1966, Presley espresse al padre Vernon il desiderio di utilizzare d’ora in avanti la più tradizionale forma biblica, Aaron, “soprattutto sui documenti legali”. Conoscendo i suoi desideri per il secondo nome, Aaron è la grafia scelta da suo padre per la lapide di Presley ed è quella che i suoi eredi hanno designato come ufficiale. La giovane Gladys era sposata da due anni con il bel giovine Vernon Elvis Presley, di quattro anni più giovane della moglie. Il gemello rimasto sin da piccolo riceverà tutte le attenzioni da parte di entrambi i genitori, che gli daranno un’educazione lodevole e piano piano proseguirà gli studi per terminarli a Memphis nello stato del Tennessee, a poco più di cento miglia dal luogo natio. Dove la famiglia Presley si trasferirà per un’occupazione stabile del capofamiglia e per offrire un miglior futuro al piccolo Elvis. Intanto sin dalla tenera età di dieci anni inizia, con buona dimestichezza, a cantare, cosa che aveva preso ispirazione frequentando ogni domenica la First Assembly of God (Prima Assemblea di Dio), facente parte di un movimento evangelico pentecostale. Il ragazzo dopo il diploma cominciò a lavorare e nel tempo libero imbracciava la sua chitarra acustica pagata per pochi dollari e cantava, cantava brani country e canti blues, canti liberatori, quei canti nati dal gospel dei neri del Mississippi, e li cantava anche meglio di loro – senza rendersene ancora conto – con una naturalezza e sensualità dirompente perché era innamorato della musica.
La vita del Re del Rock and Roll ha visto gravitare in essa dei personaggi chiave che gli hanno spalancato le porte del successo, diventato planetario, ma che a volte l’hanno condizionato fortemente in scelte poco felici, o comunque limitandone la carriera artistica. Il primo tra questi, come una sorte di talent scout, è stato Sam Phillips, produttore discografico e disc-jockey, proprietario e fondatore di una delle case discografiche più importanti d’America del dopoguerra, la ‘Sun Records’, con sede alla 706 di Union Avenue a Memphis. Mr. Phillips intravide il talento, sì acerbo, ma ricco di fervore in quel ragazzotto educato, e di notevole spessore, che poteva raggiungere obiettivi entusiasmanti. A partire dal 1° brano registrato per soli 4 dollari, presso gli studi di registrazione, così per gioco e per regalare un disco alla sua adorata madre. Era l’estate del 1953. Ma esattamente un anno dopo Elvis verrà invitato da Sam Phillips a cantare dei brani tra cui viene registrato “That’s all right”, dell’autore Arthur William ‘Big Boy’ Crudup. E’ la nascita di un nuovo sound, la fusione tra il ‘country’ dei cantanti bianchi con il ‘blues’ dei neri. E verrà trasmesso in un programma radiofonico dal titolo “Red Hot and Blue” per la WHBQ una stazione radio con sede in Memphis. Per la prima volta viene trasmessa il 3 luglio 1954, ed in pochissimo tempo raggiunge la bellezza di 20000 copie vendute. Con un piazzamento al primo posto della classifica americana dei 45 giri per una durata di ben dieci settimane. Ottimo risultato, da cui partire per un promettente futuro. Non era la prima registrazione che Elvis effettua alla Sun Records, ma era sicuramente il brano giusto per il successo radiofonico, assicurato. E sono i primi passi di un astro nascente. Ora per Elvis c’è bisogno di un manager ed il primo sarà il produttore e chitarrista Winfield Scott Moore detto ‘Scotty’, che sarà il primo, quello di Elvis in erba, ancora troppo acerbo. Ma il primo manager di spessore è Bob Neal, un disc jockey di Memphis, che bada all’attività concertistica e in contemporanea segue Elvis nelle registrazioni in studio. Mentre il chitarrista Moore rimarrà a suonare al fianco di Elvis per più di un decennio.
Il potere mediatico di Elvis cominciava a crescere a dismisura tra le radio locali ed avanzava sempre più, così era difficile da controllare e per gestire la sua immagine artistica subentrò il manager della svolta. Era Thomas Andrew Parker detto il ‘Colonnello’ per il suo passato da carriera militare, conosciuto dopo un concerto di Elvis nello stato dell’Arkansas. D’ora in avanti il ragazzo di Tupelo avrà una carriera unica al mondo, ha un talento da un milione di dollari (dell’epoca) diceva il Colonnello, e così era. Grazie alla tenacia del nuovo impresario, l’abnegazione e un pizzico di cattiveria la vita di Elvis è diventata come un lungo film di Hollywood. Parte così la lunga carriera stellare, senza precedenti, di un artista dall’impatto deflagrante, colui che ha battuto tutti i record di incassi, di vendite, di ogni sorta di operazione che creasse business. Sicuramente Elvis rimane il re dei guinness dei primati in ambito musicale, soltanto tallonato dalla stella di Michael Jackson (curiosamente Michael sposerà la figlia di Elvis Lisa Marie nel 1994 e il matrimonio durerà appena due anni). Elvis the Pelvis – stranamente egli non gradiva più di tanto questo soprannome – in poco più di vent’anni ha inanellato una serie tale di successi e battuto ogni tipo di record, pubblicando 61 album ufficiali, decine di raccolte in una miriade di stati di tutti i continenti, una sfilza lunghissima di 45 giri per un totale di 102. Ha partecipato come protagonista in 31 film, ed inciso diverse colonne sonore originali, una ventina. La serie infinita di tour con grandiosi concerti dal vivo e con una incalcolabile cifra di spettatori, tra stadi, arene e teatri, da renderlo la massima icona, incontrastata, del Rock and roll di ogni tempo.
E’ il Re Mida del Rock, tutto quello che tocca si trasforma in oro e in successo illimitato: può permettersi di regalare una nuova casa ai suoi genitori. Anche quando partirà nel 1958 per il servizio militare la sua macchina promozionale non vede sosta e circoleranno per il mondo le sue foto da sergente con il nuovo taglio di capelli, che spopolerà soprattutto tra i giovani. Per un totale di oltre un miliardo di dischi venduti, ma la cosa più strabiliante è che riesce a vendere ancora, ogni qualvolta ci sia un’operazione commerciale in atto, in qualsiasi angolo remoto del pianeta. Per non menzionare la quantità di ‘fan club’ sparsi ovunque, con una spropositata quantità di adepti. Poi l’infinità di commemorazioni, di riconoscimenti (film, musical e documentari dedicati, omaggi, Grammy Award, Hall of Fame, etc.), ed onorificenze soprattutto postume. Una singolare onorificenza, un vero e proprio omaggio ufficiale è stato quello del Governatore dello Stato della Georgia Jimmy Carter (poi futuro Presidente degli Stati Uniti e da poche settimane deceduto centenario), che istituì l’8 gennaio del 1974 per il suo Stato l’ ”ELVIS PRESLEY DAY”.
Desidero ora soffermarmi su di un evento unico, davvero speciale, uno dei primati raggiunti dal nostro divo ed è stato il seguente: esattamente 52 anni fa the King pubblicava questa perla live dalle isole Hawaii…via Satellite, che prenderà il titolo anche del long playing. Uno spettacolo davvero stellare, una band special con tanto di cori e orchestra, dove il nostro astro del rock colleziona un altro primato nella sua innumerevole lista dei Guinness dei primati: 1 miliardo e 500 milioni di spettatori, che letteralmente incollati alla Tv assistono ipnotizzati da questo evento speciale, allora unico. Oltre 40 nazioni di tutto il mondo erano sintonizzate per questo programma, una performance leggendaria. Il concerto si tenne presso l’Honolulu International Center (HIC) di Honolulu, organizzato come operazione di beneficenza per raccogliere fondi sulla ricerca sul cancro. Dal concerto venne ricavato ‘Aloha from Hawaii Via Satellite’, primo album registrato in quadrifonia che vendette cinque milioni di copie. Il disco ha ottenuto cinque volte la certificazione di platino. Un’esibizione esplosiva a partire dall’intro “Also Sprach Zarathustra” di Richard Strauss (il solenne tema del film “2001 Odissea nello Spazio” di Kubrick). A seguire brani al fulmicotone di altri giganti del Rock, come Chuck Berry, Carl Perkins, Hank Williams, poi la gemma ‘My way’ di Paul Anka, la ‘Something’ di George Harrison, anche brani rockabilly ed altri capolavori di indiscusso successo. Insomma quella domenica del lontano 14 gennaio di cinquantadue anni fa il mondo dello show business era ai Suoi piedi. Tutti travolti dal fascino e dal carisma del molleggiato di Tupelo. I suoi movimenti, i suoi gesti così concupiscenti, struggenti, quasi dionisiaci e rimasti iconici, non hanno eguali, ed hanno influenzato nelle decadi successive il futuro del mondo del Rock. Come ha detto, il mio chitarrista preferito, Jimmy Page, “Elvis è il musicista che ha cambiato il mondo”. La testimonianza del video, che si può visionare tramite YouTube è davvero interessante, anche se di scarsa qualità visiva e sonora, considerando il doppiaggio di parti di alcuni brani, rimane comunque un discreto cimelio. Consiglio caloroso per gli appassionati dell’ultimo inquilino di Graceland, oltre il doppio cd dalle Hawaii, anche la registrazione dei quattro mega sold-out show tenutisi dal 9 al 11 giugno 1972 al Madison Square Garden di New York, in un succulento cofanetto di 3 cd in deluxe version e pubblicato con una rimasterizzazione ad alta risoluzione a 24bit/96 kHz, da non perdere. Per chi invece si trovasse dalle parti delle isole Hawaii si può scattare un selfie con una statua gigante del nostro mito con tanto di ghirlanda hawaiana al collo.
Attualmente l’icona rock è omaggiata con uno show che sta facendo il giro del globo, è una miscela esplosiva di tecnologia digitale all’avanguardia, con attori ballerini e musicisti dal vivo, con contenuti multimediali strabilianti e musica da far vibrare ogni singolo istante dell’esibizione, sul palco apparirà un suo ologramma a grandezza naturale. “Elvis Evolution” è il titolo di questo sensazionale spettacolo, che consente di rivivere i momenti fondamentali della vita artistica del Re. Nella vita sentimentale della nostra star dove hanno gravitato diverse donne ha dominato l’amore, seppur tormentato, per la bella Priscilla Ann Wagner Beaulieu, nata a New York il 24 maggio del 1945, Priscilla è un’attrice statunitense. Lei e Presley si sposarono il 1º maggio 1967, e la loro unica figlia Lisa Marie nacque nove mesi dopo, il 1º febbraio 1968. Priscilla ed Elvis si separarono nel febbraio del 1972 e divorziarono nell’ottobre del 1973. Priscilla partecipò nel 1977 ai funerali dell’ex marito, morto improvvisamente a Graceland a soli 42 anni. Lisa Marie Presley, nata a Memphis, è stata una cantautrice statunitense, con una brillante seppur breve carriera per circa vent’anni, dal 2003 sino alla morte per infarto a Los Angeles il 12 gennaio 2023. Ora il re del rock riposa a casa sua da quel 16 agosto del 1977, giorno del decesso: nella tenuta di Graceland (all’indirizzo odierno 3734, Elvis Presley Boulevard), a Memphis, nel Tennessee, dove ha vissuto per quasi tutta la sua vita, e da circa vent’anni la tenuta è stata nominata Monumento storico Nazionale, è il secondo luogo più visitato degli Stati Uniti per visite annuali dopo la Casa Bianca. La leggenda ora ha raggiunto un’altra dimensione, mentre nel cielo si staglia l’asteroide ‘17059 Elvis’.
Bruno Grillo