CURIOSANDO SU MARCONI – 300.000 LIRE PER UN SOGNO
22 Dicembre 2024ENRICO PEA SCRITTORE D’ECCEZIONE a Lucca, Palazzo Ducale, Sala Tobino
23 Dicembre 2024C’è una crepa in ogni cosa
è così che entra la luce
Cohen
Nella raffinata ed elegante libreria Giunti Odeon nel cuore di Firenze, lo scrittore Antonio Franchini intervista Sandro Veronesi sul suo ultimo libro Settembre Nero. Un libro che tocca il cuore e fa riaffiorare alla memoria sensazioni uniche per i lettori nati negli anni ‘50, anche se è un libro per tutti. Un romanzo di formazione dove il protagonista Gigio Bellandi compie varie esperienze, amore e turbamenti, che lo aiutano a crescere; un’epopea dell’adolescenza, un intreccio romanzesco con colpo di scena, il tutto elaborato con stile coinvolgente e raccontato dagli occhi di un giovane; le varie descrizioni naturalistiche sono toccanti e il romanzo è ricco di citazioni profonde di cui Franchini ricorda quella iniziale sulla felicità: anche se non puoi sempre ricordare perché sei stato felice / non puoi dimenticarti di esserlo stato (W.H. Auden). Sandro Veronesi a un pubblico curioso e attento ricorda che la storia del suo ultimo romanzo si svolge in Versilia nel 1972, il giovane protagonista con la famiglia abita però a Vinci; quelli erano tempi con la cultura della spiaggia, al mare gli amici raccontavano simpatiche balle e anche quando tornavano a casa potevano raccontare balle; Vinci e Fiumetto non erano in contatto, perciò si poteva raccontare e fantasticare; oggi non si può più fare, oggi si sa tutto, tutto in diretta. Sandro ricorda la Bastia-Viareggio, gli almanacchi, le figurine, le letture da Salgari a Dostoevskij, le giornate lunghe per vincere la noia, ma il suo non è un libro autobiografico, non è un libro nostalgico è un romanzo storico. Durante il corso della narrazione vengono ricordati avvenimenti importanti che incidono nella vita dei personaggi, come la strage di Monaco, l’attacco terroristico che il titolo del romanzo ricorda.
Veronesi parlando dell’adolescenza, afferma che il momento formativo è quello in cui si scopre che esiste un altro mondo grande che sta dentro il tuo piccolo mondo, allora l’epifania lentamente svela il mondo esterno, le isole che prima c’erano ma non si vedevano, la scoperta avviene attraverso le crepe da cui passa la luce, basta appoggiare l’orecchio al muro e il grande mondo entra nel piccolo mondo, ed è proprio questa luce che entra nella vita del piccolo Gigio. Parlando di riferimenti letterari Franchini ricorda Agostino di Alberto Moravia, in modo particolare la scena della cabina, Sandro Veronesi ha conosciuto il grande scrittore a Roma, aveva quasi ottanta anni ma viveva di emozioni come un ragazzo, era curioso, era innamorato, è stato un adolescente perenne. Il pubblico della Giunti Odeon si è particolarmente divertito quando Sandro ha raccontato che al Comitato di Redazione dove lavorava, un giorno si era scordato di avvertire per la riunione Moravia che perciò arrivò in ritardo e si scusò per il ritardo fingendo che la colpa fosse sua e non del giovane Veronesi al quale fece un gesto di complicità; un avvenimento simpatico che raffigura il grande scrittore degli Indifferenti come un quindicenne che copre un compagno di classe. Torniamo a Gigio il giovane protagonista del romanzo che si innamora di Astel, lui è bilingue e usa questo aspetto per spiegare le canzoni alla ragazza, altro riferimento letterario è il personaggio di Milton, Una questione privata di Fenoglio, ma adesso Gigio balla, si lancia, si sblocca; i genitori di allora erano diversi di quelli di oggi, ricorda Franchini, non ascoltavano la musica dei figli, facevano fare a loro ciò che piaceva agli adulti e non si interessavano minimamente cosa potesse piacere alle nuove generazioni, proprio come Gigio quando suo padre lo porta in barca non preoccupandosi minimamente se al figlio potesse piacere. Un’ultima curiosità dice Franchini, un libro in sette ottavi, la prima parte più lenta, poi il colpo di scena e il ritmo cresce, un forte senso di attesa, presente nei primi sette ottavi, poi lo sviluppo; rallentare per l’attesa del dopo, della frattura, del trauma; risponde Veronesi che si è comportato da architetto, infatti lo è, e conclude citando un suo grandissimo modello e punto di riferimento James Joyce, dopo questa bellissima chiacchierata letteraria, visto i temi toccati, non poteva mancare infatti un ricordo al grande scrittore irlandese.
Simona Priami