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2 Novembre 2024E’ da quasi un secolo che una parte della stampa continua a sostenere l’esistenza di una vera e propria “legge Marconi”. Con ciò si vuole intendere un provvedimento normativo emanato a suo tempo e finalizzato alla promozione a Contrammiraglio del famoso scienziato.
Per quanto la questione si possa essere sopita, il tempo è di sicuro una delle migliori cure, è di grande interesse un articolo su una rivista specializzata, Radio kit, che nel giugno 1993 analizzava la questione in modo particolarmente esaustivo provando a porre fine alla querelle.
Torna utile evidenziare che è stato nominato T.Col.Commissario in base all’articolo 4 del Testo Unico delle disposizioni riguardanti gli ufficiali di complemento della marina (RD 16 maggio 1932 n. 819). Ma a quella data Marconi era stato già nominato Capitano di Corvetta di complemento con decreto dell’agosto 1916. Venne poi congedato nel 1919 a fine guerra, promosso capitano di fregata nel 1920, capitano di vascello nel 1931 e passato nella riserva l’anno successivo. Il tutto prima dell’emanazione del decreto anzidetto. Il grado di capitano di corvetta non gli è stato consegnato “Honoris causa” ma per la sua indiscussa fama di scienziato.
Occorre ricordare che la sua passione per la Marina, la riconoscenza nei suoi confronti per essere stata l’unica istituzione ad avere fiducia nella sua invenzione, l’alto senso di patriottismo, possono aver contribuito alla promozione di Contrammiraglio “per meriti eccezionali”. Insieme a lui, detti meriti contribuirono a promuovere altre 14 personaggi, come risulta dal foglio d’ordini numero 142 del 20 giugno 1936.
Insomma, Guglielmo Marconi non ha nulla a che vedere con norme potenzialmente emanate ad hoc per acquisire posizioni di rilevo. La cosiddetta “Legge Marconi”, pertanto, altro non è che una distorsione da parte di qualcuno che non conosce bene i fatti o che, in qualche modo, ritiene opportuno eccitare un dibattito che non ha fondamento. Mi sembrava opportuno, in occasione del suo 150mo, riportare alla luce una vicenda che lo ha riguardato e rischiato di offuscare la sua immagine.
Umberto Alunni