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28 Settembre 2024“Il chessi dèe vedere!” è il nome dell’ottava serata di poesia vernacolare che vedrà gli attori Rossella Fedi e Fabio Gonfiantini recitare i sonetti raccolti nella collana “Pistoia in vernacolo”, pubblicata fra 2022 e 2023 da Settegiorni Editore.
Al centro dell’iniziativa saranno poesie in vernacolo scritte nel corso del Novecento da una serie di autori pistoiesi.
La maestra Marianna Agostini (1868-1956), che si firmava Annarima, fu l’unica donna pistoiese autrice di testi in vernacolo nei quali denunciava i pressanti problemi sociali del suo tempo (in particolare quelli legati all’istruzione) e l’inconcludenza della classe politica dell’epoca, non mancandole quando ce n’era bisogno un piglio volitivo e una lingua affilata.
Renato Fondi (1887-1929) fu prima impiegato, poi dirigente bancario e insieme intellettuale di grande levatura (fondò l’importante rivista letteraria “La tempra”). Utilizzò il nome d’arte Pietro Piacenti per la sua produzione in vernacolo, nella quale derideva le mode culturali del suo tempo: il suo anticonformismo e il suo spirito libero lo portarono in particolare a mettere alla berlina l’eccessiva fiducia in un progresso che appariva ai suoi occhi in realtà assai problematico.
Il verniciatore Angelo Biagini (1868-1932) fu il cantore gentile e sensibile della Sala, del suo mercato, della sua gente.
Romanello Ieri (1900-1978), barbiere di professione, accompagnò ad una consistente produzione musicale una brillante produzione poetica, in massima parte purtroppo perduta.
Il tessitore Marino Baroncelli (1903-1996), esponente massimo della scuola poetica aglianese, nel sonetto “Ricordi” fa rivivere la sua giovinezza lontana.
Grande risalto viene infine dato alla produzione poetica dell’operaio prima della San Giorgio e poi della Breda Enrico Bruni (1909-1996), che fu anche valente pittore, purtroppo affetto da una naturale modestia che gli impedì di far conoscere ed apprezzare le sue qualità. Si tratta del fuori classe assoluto della poesia vernacolare pistoiese, autore di sonetti spietati e talora crudeli. Ideate come congegni perfetti, le sue creazioni sono frutto non di una geniale improvvisazione, quanto piuttosto di una accurata elaborazione, di una progressiva e laboriosa messa a punto, di un meticoloso lavoro d’artigiano applicato alla parola che lo portò negli anni ’80 a mettere per scritto dandogli forma definitiva il materiale che aveva elaborato fin dalla sua giovinezza.
Il divertimento è assicurato ai partecipanti alla serata, che non sarà certo monotona vista la grande varietà di temi affrontati dai nostri poeti, che utilizzando il vernacolo ci hanno lasciato un grande e variegato affresco di Pistoia e del suo popolo al loro tempo.
Lorenzo Cristofani