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Il tema che oggi affronto con il dottor Teglia ci porta a parlare di due figure importantissime – specialmente di questi tempi – nei rapporti familiari: nonni e zii. La nonnità e la ziitudine (essere nonni e zii) rappresentano infatti due ruoli unici nella vita familiare e nel rapporto con i nipoti, fatti di amore, cura e complicità. I nonni spesso incarnano la saggezza del passato, mentre gli zii offrono un punto di vista fresco, a metà strada tra il ruolo di guida e quello di confidente. Come affermava la scrittrice Maya Angelou, “La gente dimentica ciò che dici, dimentica ciò che fai, ma non dimentica mai come li fai sentire”. E chi, se non nonni e zii, riescono a farci sentire così amati e protetti, creando ricordi che ci accompagneranno per tutta la vita?
Dottor Teglia può dare una definizione ai due termini che ho inserito nel titolo del nostro incontro?
Parliamo oggi di due figure educative molto interessanti, decisamente rivalutate, in quanto assumendosi ruoli e oneri rispetto all’educazione dei nipoti offrono un importantissimo contributo sia ai bambini che agli stessi genitori. Nel caso dei nonni i benefici sono reciproci, in quanto occuparsi dei nipoti serve spesso a “rimettere in moto” fisico e mente. Volendo dare una definizione descrittiva dei due termini, con “nonnità” intendiamo una nuova fase evolutiva che permette di riposizionarsi all’interno della famiglia. La “ziitudine” – figura ancor più nuova e decisamente attuale – è invece la parte più ludica e complice del rapporto con i nipoti, che possiamo definire alla stregua di un satellite attorno alla famiglia.
Con l’evoluzione delle dinamiche familiari moderne, il ruolo di nonni e zii è cambiato rispetto al passato? Se sì, in che modo?
Partiamo da un dato fondamentale: l’aumentata durata della vita. Questo comporta un allungamento del rapporto che si ha con i nipoti. Aggiungiamo che i bambini sono sempre meno e questo aiuta nel ruolo di custodi ed educatori e che i genitori sempre più spesso lavorano entrambi, dando un contenuto di indispensabilità alle figure che stiamo trattando. Tra l’altro aggiungo che oggi abbiamo un aumento notevole delle famiglie mono genitoriali e che questo si trasforma quasi sempre nell’obbligo di rivolgersi ad altri per la custodia dei bambini. Ed ecco quindi che nonni e zii (i primi in particolare) rivestono per il/i genitore/i una presenza fondamentale. Inoltre, cosa di cui tener conto, una recente ricerca ha evidenziato come la presenza in una famiglia di queste figure comporti anche un notevole risparmio economico. E la loro importanza è ribadita anche dalle due giornate a loro dedicate, il 23 e 26 luglio di ogni anno.
Qual è il ruolo principale di nonni e zii nell’educazione dei nipoti? Come si differenzia dalla responsabilità dei genitori?
Inizio dicendo che i nonni sono un punto costante con cui confrontarsi. Danno ai nipoti fiducia, sicurezza, protezione. E, cosa da sottolineare, costituiscono le “radici” e la storia della famiglia, in quanto custodi di esperienze e saggezza. Due realtà queste ultime che, almeno al momento, nessuna Intelligenza Artificiale riesce a riprodurre. In particolare i nonni insegnano ai nipoti il valore dell’esperienza, di come per le cose vi sia un “prima” e un “dopo”, il fare le cose lentamente, una per volta e con attenzione, e, cosa importantissima, raccontano ai bambini come erano in passato i loro genitori, come si comportavano, quali erano i loro risultati a scuola, senza naturalmente enfatizzarli o fare confronti con i nipoti. Inoltre, nel bisogno, i nonni ci sono sempre, e questo produce nei nipoti stabilità e sicurezza. Gli zii invece, anche per motivi di vicinanza anagrafica hanno compiti e ruoli diversi assumendo spesso quello di “complici”, confidenti e compagni di gioco, più vicini ai bambini anche rispetto all’utilizzo delle più recenti tecnologie informatiche. Apro una piccola parentesi proprio sugli zii. Oggi accade sovente che zii che si prendono cura assiduamente dei nipoti siano personaggi reduci da disavventure affettive, senza prole e desiderosi di prendersi cura dei bambini. Aggiungo che il ruolo di zio può essere ricoperto anche da amici stretti della famiglia da sempre presentati ai piccoli come lo zio o la zia.
In che modo la presenza attiva di nonni e zii può influenzare lo sviluppo emotivo e sociale dei bambini?
La risposta è semplice: con il loro comportamento e le modalità che hanno di affrontare la vita. E per chiarire il concetto partiamo da come i piccoli tendono a identificarsi con gli adulti. Nella fase dai quattro ai sei anni, i modelli che prendono sono, per le femmine la mamma, per i maschi il babbo – identificazione primaria. Dai sei agli undici anni inizia una nuova fase – identificazione secondaria – e a questi due soggetti si aggiungono nuovi modelli scelti tra persone che gravitano attorno a loro, aggiungendoli a quelli già legati all’identificazione primaria. Questi possono essere altri bambini, magari bravi nello sport, gli insegnanti oppure gli zii o, in misura minore i nonni. Ecco quindi che figure come quelle di cui stiamo parlando assumono un’importanza fondamentale nello specifico sviluppo dell’intelligenza emotiva.
Come possono nonni e zii contribuire all’educazione dei bambini senza entrare in conflitto con i genitori?
Iniziamo con una doverosa premessa legata sempre all’allungarsi della vita. Questo comporta per i nonni che anche il tempo da dedicare a se stessi aumenta, e mettersi a disposizione dei figli non deve comportare la totale rinuncia al proprio tempo, agli interessi alle distrazioni, oppure indurli a comportarsi nuovamente da genitori finendo per creare confusione sia nei bambini che nei genitori stessi. Niente di tutto questo, tenendo anzi ben presente che ognuno deve mantenere il proprio ruolo e che a volte occorre anche saper porre dei paletti e pronunciare dei no. Detto questo, tornando alla domanda, nonni e zii esplicano (o almeno dovrebbero farlo) il loro compito senza avere un marcato ruolo decisionale, che deve restare sempre proprio dei genitori. Questo non li esime però dal dover essere vigili e attenti e, in caso di disaccordo sui metodi utilizzati dai genitori, il confronto – sempre lontano dalla presenza dei bambini – è assolutamente necessario, tenendo ben presente però il principio che l’ultima parola spetta sempre al genitore. Questo perché il ruolo di nonni o zii è “applicativo” e non di responsabilità diretta sui metodi scelti o indicati dai genitori.
In caso di disaccordo tra genitori, nonni e zii sull’educazione dei bambini, quali sono i consigli per risolvere tali conflitti in modo costruttivo?
Partendo da un principio che dovrebbe essere comune a tutti – il bene dei bambini – quello che mi sento di suggerire è di dotarsi di una buona dose di umiltà e di pazienza nell’affrontare l’argomento, e usare sempre il condizionale, tenendo in debito conto tutto quanto detto poco fa. Un buon inizio può essere, ad esempio, esordire dicendo: “voi siete i genitori e quindi avete tutto il diritto di decidere, però abbiamo notato che il bambino… noi, che vogliamo bene a voi e a lui, pensiamo che si potrebbe…”. Evitare quindi termini quali: state sbagliando, o noi non siamo per niente d’accordo, perché servirebbero soltanto ad acuire un eventuale diverbio.
Può l’influenza di nonni o zii supplire a eventuali mancanze o difficoltà dei genitori?
Faccio una doverosa premessa che è questa: se i figli stentano a ricoprire il ruolo di genitori, spesso questo è dovuto all’esempio ricevuto. Ciò detto, la risposta è sì, applicando quando il bambino è con i nonni (o con gli zii), e dopo aver avvisato i genitori, quelle regole di buon senso che gli stessi, seppur informati, sembrano voler continuare a ignorare. In caso di palesi, marcati ed evidenti errori educativi, nonni o zii non devono rimanere complici di tali situazioni.
L’intervista con il dottor Sergio Teglia ci ha presentato una nuova prospettiva di quello che è il crescente ruolo di nonni e zii all’interno della famiglia moderna. Queste figure, tradizionalmente considerate affettuose ma marginali nell’educazione dei nipoti, oggi rivestono un’importanza strategica e affettiva senza precedenti. La “nonnità” e la “ziitudine” non sono semplicemente etichette familiari, ma veri e propri ruoli educativi, capaci di influenzare profondamente lo sviluppo emotivo e sociale dei bambini. Mentre i nonni rappresentano un ponte tra passato e presente, portatori di storie e saggezza, gli zii incarnano una figura intermedia tra l’adulto di riferimento e il compagno di giochi. Questa combinazione offre ai bambini non solo stabilità, ma anche la possibilità di esplorare il mondo con leggerezza e creatività. Ed è stato altresì interessante l’averci fatto notare come in un mondo dove le famiglie si diversificano sempre più, questi ruoli offrono anche un sostegno pratico, spesso vitale, dimostrando come la “rete familiare allargata” possa essere una risorsa preziosa non solo emotivamente, ma anche economicamente.
Grazie per averci seguito.
Enrico Miniati