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24 Maggio 2024Pubblichiamo un articolo di Stefano Boni già segretario generale Fit CISL Toscana fino al maggio 2021 e dopo e tutt’ora dirigente sindacale del dipartimento Trasporti e Infrastrutture della USR CISL confederale della Toscana.
Il tema della decarbonizzazione è un argomento al centro dell’azione politica in generale e, anche in Europa; è uno dei temi più discussi, in particolare su come intervenire e sui tempi di applicazione delle nuove norme che, piano piano, cambieranno il nostro modo di lavorare e di vivere tutti i giorni. Sempre più spesso registriamo fatti atmosferici estremi con piogge intense e concentrate in precise aree del territorio, così come ad ondate di calore, soprattutto di siccità; fattori che hanno anche ripercussioni sulla salute e sulla sicurezza anche negli ambienti di lavoro. Ecco allora la necessità di adottare nuovi modelli lavorativi più flessibili e adatti ad affrontare tali cambiamenti climatici. La logistica e il trasporto delle merci rappresenta il motore del nostro Paese ed è quello che di più dovrà affrontare il cambiamento sia negli stili di vita ma anche di trasporto e di orari.
Se vogliamo fare un esempio, vediamo che per quanto riguarda gli imballaggi il cambiamento passa dall’utilizzare nuovi materiali, che devono essere sicuri ma nello stesso tempo sostenibili, cioè che possano essere ben differenziati dal consumatore finale in modo da essere smaltiti correttamente e/o riutilizzati. Devono sempre più essere utilizzati imballaggi derivanti dalla carta e cartone oppure il pluriball, molto versatile per proteggere da urti (cuscini di aria) composto di aria e polietilene vergine che lo rende riciclabile al 100%; quindi utilizzando materiali che facilmente possono essere riutilizzati. Altro campo importate riguarda la pianificazione, cioè avere la capacità di organizzare la spedizione, utilizzando i percorsi più brevi oppure, mettendo a fattor comune il tempo, lo spazio e l’impatto ambientale, utilizzando più vettori (trasporto intermodale) per riuscire ad avere più tempo libero per la persona e nello stesso tempo minore inquinamento.
Naturalmente è necessario fare attenzione a non viaggiare a mezzo carico e utilizzare i mezzi meno inquinanti con motori Euro 5 o 6 a basse emissioni; avere dei centri di raccolta che mettano in contatto commercianti e acquirenti con acquisto on-line; quindi una attenta ed organizzata gestione del magazzino. In sostanza: magazzini nelle vicinanze sia dei nodi autostradali ma anche in prossimità del destinatario e dotati di programmi per organizzare gli arrivi e le partenze, documenti di trasporto che assicurino una tracciatura della merce, utilizzo di mezzi di sollevamento, specie all’interno dei magazzini, con motori elettrici come può essere un muletto. In sostanza un cambiamento e una logistica attente soprattutto nell’imballaggio e nella possibilità di riutilizzare il materiale di scarto.
E poi c’è il tema dell’inquinamento dell’aria in generale, molto discusso nella Cop 28 a Dubai, svoltasi dal 30 novembre al 12 dicembre 2023. Al centro l’obiettivo di far cooperare i paesi delle Nazioni Unite per mantenere il riscaldamento globale sotto la soglia critica dei 2 gradi. Fra gli obiettivi da rispettare, vi è quello di arrivare ad emissioni globali di gas serra a impatto climatico zero nel 2050 con tappe intermedie del 45% entro il 2030 e del 65% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019.
Tutto ciò attraverso “l’inventario Globale” Global Stocktake che serve sia per fare il punto rispetto alle emissioni di gas serra e nello stesso tempo a mettere in campo dei correttivi per i i piani nazionali (Nationally Determined Contributions) che ogni Paese, ogni 5 anni, deve presentare e consegnare per essere vagliati e monitorati.
A tracciare la rotta l’accordo di Parigi del dicembre 2015, col tempo aggiornato, al quale hanno aderito 197 Stati Membri della convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e dove vengono indicate le azioni da mettere in campo, a partire dalla riconversione dei sistemi industriali, civili, etc. che interessano sia la fase del consumo che dello smaltimento/consegna delle merci.
Su questo tema, la nota più critica, è che attualmente il parco dell’autotrasporto (mezzi termici come camion, macchine, furgoni, etc.) risulta parecchio indietro e vecchio rispetto agli investimenti/incentivi, i quali non sono stati fatti e dove tutt’ora, la maggiore dipendenza è rappresentata dal petrolio.
Il tema più dibattuto è proprio quello dell’abbandono in maniera graduale dei combustibili fossili; finora si sono registrati diversi punti di vista e diversi punti di causa che non hanno consentito di condividere un documento fra tutti. Si parla molto di triplicare le fonti rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica ma, i Paesi in via di sviluppo, pongono l’accento per individuare e calcolare le conseguenze dei cambiamenti climatici e nello stesso tempo quali siano le perdite e le ricadute certe rispetto ai singoli eventi meteorologici estremi oltre alle ricadute rispetto al riscaldamento globale. Inoltre mettono in evidenza come i Paesi maggiormente industrializzati devono assumersi la responsabilità storica e calibrare le esigenze rispetto alle reali esigenze dei Paesi più bisognosi.
E’ vero anche che ogni esplicito riferimento all’abbandono dei combustibili fossili non è mai stato accolto e la Cop 28 si è conclusa con un accordo che riconosce solo e, per la prima volta, la necessità di una transizione dai combustibili fossili, accendendo però un faro sulla questione, che non può più essere rimandata all’infinito o peggio nascosta sotto un tappeto.
Tutti questi aspetti poi non possono prescindere dal fattore umano, dal cambiamento del modo di lavorare e dalle ricadute organizzative, in particolare sul settore del trasporto delle merci e sulla logistica. Bisogna assolutamente mettere al centro la persona; la transizione va accompagnata attraverso campagne di informazione, progetti mirati di formazione specifica, sia per l’acquisizione delle nuove competenze sia per la riqualificazione in nuove figure professionali, salvaguardando nello stesso tempo l’occupazione, il salario e i diritti acquisiti nel tempo. Un tema da attenzionare è anche quello della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che deve tenere conto delle nuove tecnologie e della salute psicofisica e mentale rispetto al nuovo modo di lavorare e interfacciarsi al cliente. Ecco che questi cambiamenti devono essere accompagnati attraverso il coinvolgimento delle OO.SS maggiormente rappresentative, da provvedimenti legislativi che recepiscano gli accordi fra OO.SS e imprese e sostenuti da politiche sui trasporti, lungimiranti e innovative, che proiettino il Paese verso il futuro coniugando sviluppo, occupazione e sostenibilità ambientale.
Stefano Boni