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21 Marzo 2024Esposizione temporanea (25 marzo – 2 giugno 2024) del dipinto restaurato grazie al finanziamento di Save Venice Inc. con il generoso contributo di Richard K. Riess.
Quando si parla della Scuola Grande di San Rocco il pensiero corre subito all’imponente ciclo pittorico di Jacopo Tintoretto che ne decora le sale. Ma la Scuola racchiude altri capolavori, tra i quali un’Annunciazione di Tiziano, posta sopra uno degli arconi del pianerottolo dello Scalone.
Legata alla confraternita da un suo membro illustre, il “dottor avvocato” Melio da Cortona, nel suo testamento (31 ottobre 1555), in un momento in cui Tiziano, anch’egli confratello, frequentava la prestigiosa sede da poco eretta dalla Scuola, la tela fu la prima opera di pregio a decorarne gli ambienti, le cui pareti erano allora ornate solo con drappi. Nel rispetto delle volontà del testatore, l’Annunciazione venne inizialmente collocata nella Sala Capitolare, sopra il portale d’accesso a quella dell’Albergo: il cuore della Scuola, dove si riuniva il suo organo governo.
Lodata, copiata e riprodotta a stampa dal Seicento all’Ottocento, nel Novecento l’Annunciazione è stata invece oggetto di interrogativi sulla sua datazione e autografia. Manca infatti un documento di commissione, mentre la sua collocazione cronologica varia dal 1515 al 1540 ca. e qualcuno vi ha ravvisato l’intervento della bottega.
Questa complessa fortuna critica, insieme a problemi di conservazione – primo tra tutti quello del manto della Vergine, divenuto quasi nero, forse a causa di un’antica alterazione irreversibile – ha suggerito l’opportunità di un restauro mirato alla comprensione e alla godibilità dell’opera.
L’intervento (2021-2023), realizzato da Giulio Bono, e finanziato da Save Venice Inc. grazie al generoso contributo di Richard K. Riess, ha gettato nuova luce sull’opera, evidenziandone sia elementi legati alla produzione giovanile, sia altri che suggeriscono una cronologia più avanzata. Dagli esiti del restauro e dalle analisi scientifiche e fotografiche (riflettografie e radiografie) è emersa infatti con chiarezza la complessa genesi del dipinto, frutto di un’impostazione tradizionale di matrice ancora belliniana, databile intorno al 1520, poi rielaborata negli anni Quaranta, alla luce di suggestioni di sapore “manieristico”. Sono proprio queste complesse fasi di elaborazione, tipiche del fare di Tiziano, che portano a escludere un intervento della bottega e a riaffermare la completa autografia dell’opera.
Con questo convincimento, la Scuola Grande di San Rocco ha ritenuto di condividere questi straordinari risultati con i propri visitatori, allestendo nella Sala Terrena della Scuola una mostra che si terrà tra il 25 marzo e il 2 giugno 2024. Si tratta di un’occasione unica che, oltre a presentare i risultati del restauro in un percorso avvincente tra problematiche e scoperte, offre la possibilità di vedere in via del tutto eccezionale il dipinto da vicino, prima del suo definitivo ricollocamento sullo Scalone.
La Scuola Grande di San Rocco è felice di invitarvi all’inaugurazione della mostra che si terrà il 25 marzo 2024 alle 11.00 presso la Sala Terrena.
Comunicato stampa