In occasione del seminario Omaggio a Luca Boschi, fumettista di multiforme ingegno, svoltosi il 6 maggio a Pistoia e del quale abbiamo scritto su queste pagine, abbiamo avuto l’opportunità di rivolgere alcune domande al disegnatore Ivo Milazzo, uno dei grandi maestri del fumetto italiano.
É intervenuto al seminario per parlare di diritto d’autore, un tema del quale si occupa ormai da anni, parallelamente alla sua attività di disegnatore. Come ha raccontato durante il seminario, per questo motivo ha avuto modo di collaborare con Luca Boschi.
Mi serviva un contraltare, con l’acutezza e l’intelligenza di Luca, per rispondere alle tante domande del nostro ambiente in merito al diritto d’autore, argomento molto complicato. Luca mi ha affiancato senza nessuna difficoltà e questo per me è stato un enorme piacere. Ho avuto così la possibilità di conoscerlo meglio. Dato che in questo ambiente ci conosciamo tutti, ma spesso non si conosce veramente nessuno, conoscere persone come Luca è un regalo della vita.
Ripercorrendo la sua ampia attività, non possiamo non ricordare Ken Parker: fumetto leggendario e innovativo, realizzato con lo sceneggiatore Giancarlo Berardi e rimasto nel cuore di tantissimi lettori. Ken Parker esordisce nella seconda metà degli anni ’70. Come è cambiato rispetto ad allora il mondo editoriale del fumetto?
Il mondo è in continuo cambiamento, anche se l’uomo ha difficoltà a capire i cambiamenti, perché questi sono spesso molto più veloci della nostra mente. Ken Parker è stato un compagno di viaggio per quasi 30 anni, mi ha permesso di crescere e capire cosa voglia dire essere un autore di immagini. La cosa essenziale è essere in relazione con l’altro, che sia un autore, un editore, un giornalista, ma soprattutto con il lettore. Sono i lettori, infatti, che continuano a dare vita ai personaggi. I personaggi nascono e possono morire. L’unico che li mantiene in vita nel proprio cuore e nella propria mente è il lettore.
Questo dialogo con il lettore oggi si è un po’ perso?
Il dialogo c’è sempre. Personalmente, per motivi anagrafici, ho poca empatia verso il mondo digitale. Amo guardare negli occhi le persone e incontrarle fisicamente, che abbiano o meno un’idea positiva del mio lavoro. Il confronto è sempre costruttivo, perché ti permette di capire perché magari il lavoro non è piaciuto. Incontrare l’altro è l’unica funzione che riguarda l’uomo: senza l’altro noi non siamo nessuno.
Quali sono i suoi prossimi lavori che usciranno?
L’età mi permette di poter scegliere a cosa dedicarmi. Il primo è una storia di ambientazione western, scritta da un autore americano. Per ora ho fatto un promo per divulgarlo a livello editoriale. Un ulteriore volume di prossima uscita riguarda le storie brevi che ho realizzato negli anni duemila. Infine, in questi ultimi anni, ho lavorato ad un libro nel quale approfondisco un argomento che ritengo fondamentale: la creatività. Ne sappiamo veramente poco, pur avendola praticata attivamente per 50 anni a livello professionale, non ho mai partecipato a nessun convegno che la affrontasse in maniera approfondita.
Jacopo Golisano