Catania. Fine agosto 2015. Dopo tre anni a Milano e una promozione sul campo, da tre mesi la poliziotta palermitana Giovanna Vanina Guarrasi è tornata in Sicilia, a Catania. Prima si è trasferita cinque settimane in un centralissimo mini appartamento non climatizzato non lontano dall’ufficio, ora da poco più di un mese si è definitivamente sistemata in una casetta alle pendici dell’Etna, a Santo Stefano, un’oasi di pace all’interno di una proprietà più grande, circondata da giardino e agrumeto, con l’edificio principale abitato dalla padrona di casa, materna amabilissima vedova ultrasettantenne, originaria di Ragusa e brava solidale cuoca. Quella domenica, un tempo da lupi impedisce l’uscita in mare sul gommone superaccessoriato della nuova amica Maria Giulia De Rosa, quotata avvocata matrimonialista e regina delle serate mondane, che le presenta tipi fichi di continuo, avendo saputo che Vanina è single da tre anni. Guarrasi risulta vicequestore aggiunto, dura temuta neodirigente della sezione Reati contro la persona. L’ispettore capo Spanò la informa che in alcuni cremosi gusti delle ottime gelaterie di Agostino Lomonaco sono state trovate delle strane pillole. Lei gira sempre con la pistola, preserva fondente nei cassetti, fuma Gauloises, ingozza specialità, decide di inforcare la Mini Cooper bianca parcheggiata davanti al portoncino e va subito a parlare con il Re del gelato, che quella stessa sera però viene ucciso, trovato dal figlio Rino poco dopo mezzanotte dietro il bancone di uno dei negozi, testa sfondata e cassa svuotata. Tutta la squadra dovrà indagare a fondo sulle possibili dinamiche ereditarie, su antiche rivalità professionali, sui eventuali nessi con la criminalità organizzata (tangenti o spaccio che siano), poi su un altro morto.
La brava medica oftalmologa Cristina Cassar Scalia (Noto, 1977) continua a scrivere bei gialli, la divertente serie di Vanina va a gonfie vele e nel 2023 ne usciranno altri due: questo è il settimo, un breve prequel, siamo appena dopo l’arrivo della protagonista sull’Etna; l’ottavo sarà pronto per la prossima estate, il sequel delle precedenti avventure, ambientate a pochi mesi di distanza l’una dall’altra, fra il 2016 e il 2017 (molto prima della pandemia). La narrazione è in terza al passato, fissa sull’apprendistato metropolitano di Vanina, via via che impara a conoscere meglio i colleghi e la città, prendendo appunti sulle “catanesate”: Biagio ancora non lo ha incontrato, capisce solo che ogni tanto Spanò va a chiedere consiglio a un vecchio signore; il Grande Capo Tito Macchia, due metri per centoventi chili di peso, e la splendida ispettrice nemmeno 30enne Marta Bonazzoli, magrissima salutista, si annusano ma ancora non stanno insieme; il vice e gli altri agenti ruotano intorno alle separate stanze dei veterani e dei carusi; appaiono quelli della medicina legale (con Adriano Calì, già amico cinefilo gay) e della scientifica; vari magistrati e magistrate (che impariamo a differenziare); tutti con un rapporto via via più consapevole con lei, qualcuno attratto qualcuno intimorito. L’impianto è sanamente classico: l’incipit con imminente cadavere (da cui il titolo); il delitto da risolvere senza tanti fronzoli; la progressiva emersione delle piste plausibili e dei possibili alternativi responsabili. L’amata Palermo torna con i ricordi del padre, i messaggi con la madre Marianna, le notizie televisive sul magistrato ed ex fidanzato Paolo, oltre che nei modi di fare e dire rigorosamente alternativi (a partire da arancini e arancine). Un paio di mojito vestita fighissima prima di un infrattamento serale in vista di un prossimo episodico autoconclusivo giro di giostra con il bel collega di Giuli.
Il Re del gelato
Cristina Cassar Scalia
Giallo
Einaudi Torino
2023
Pag. 137
Valerio Calzolaio