Pubblichiamo un racconto di Lucia Focarelli, scrittrice pistoiese, con l’augurio che il futuro possa essere migliore.
Redazione Arteventinews
“L’anno nuovo”
L’anno vecchio salutò il nuovo: “Addio, me ne vado per sempre.”
L’anno nuovo lo guardò disperato: “Aspetta, non andare.”
“Sono finito, mi butteranno dalle finestre come un coccio e sarò tutto rotto e stanco. Non servo più a nessuno” e un lacrima scese lungo i mesi del vecchio.
“No -disse quello nuovo – ti sbagli. Io non posso vivere senza di te. Sarei il nulla. Ho bisogno che tu mi racconti ogni giorno le storie di questa terra e di questi uomini a cui appartengo. Non li conosco. Perché l’uomo sta con una donna? E perché lei vive con lui? Cosa sono i figli?”
“Sono stanco, lasciami andare … Gli uomini e le donne si conoscono e a volte si innamorano e danno vita ai figli. Eh, certo che tu non puoi sapere cosa è l’amore. Non c’eri quando è successo. Non hai neppure visto fiorire un fiore. Così è l’amore. Come il fiore che sboccia. Un fiore strano di mille colori: rosso come la passione, azzurro come la tenerezza, giallo come la gelosia, rosa come la poesia …. Imparerai a conoscere questi termini. Se tu capirai le regole dell’amore capirai davvero cosa è e come è la vita.”
“Raccontami la vita – disse l’anno nuovo – come posso fare a viverla se non la conosco? Resta con me, non lasciarmi. Io devo soccorrere quest’uomo e la sua donna, la donna deve avere un figlio. Cosa vuol dire avere un figlio?”
L’anno vecchio sedette sul bordo della strada che l’avrebbe portato via per sempre.
“Siediti accanto a me per un poco, fino a quando io finirò e tu inizierai. Mancano pochi minuti. Non devi sapere molto. I tuoi mesi già sanno cosa regalare all’uomo, alla sua donna e ai loro figli. L’inverno con il calore della casa e la terra addormentata, la primavera con i suoi risvegli, i suoi colori, i profumi, l’estate con le sue esplosioni nel sole e i suoi incanti nel mare e nei monti, l’autunno che tutto brucia perché possa rinnovarsi. Quello che manca perché tutto questo possa essere amico dell’uomo e non suo nemico, è l’amore. Tu dovrai aiutare l’uomo ad amare. I figli sono frutto dell’amore. Se gli uomini non si ameranno non nasceranno figli. Tu dovrai aiutare l’uomo ad amare. ”
“E dove trovo l’amore?” disse l’anno nuovo.
“Fra poco sarà mattina – disse il vecchio – tu resta qui seduto ed impara a meravigliarti dell’alba, della luce, del risveglio dell’erba e delle piante. E quello sarà amore. Poi aspetta il giorno con i suoi rumori le sue voci, i suoi pianti. Abbraccia tutto. E quello sarà amore. E poi stringi a te l’uomo la sua donna e i loro figli, stai loro vicino senza allontanare da loro i problemi, i dolori e le difficoltà perché quella è la vita e in quella loro potranno trovare l’amore. Tu capirai di aver trovato l’amore quando i tuoi occhi si bagneranno da soli per le cose belle o le brutte.”
Il campanile suonava la mezzanotte. L’anno vecchio si allontanò con gli occhi lucidi.
L’anno nuovo alzò le mani verso i suoi occhi e se li asciugò. Così scoprì di amare già la notte e il distacco da chi un secondo prima gli sembrava indispensabile.”
Lucia Focarelli