“La rabbia del lupo” di Fabrizio Silei, in una Firenze affascinante
6 Settembre 2021Appuntamenti sinfonici al Maggio Fiorentino
7 Settembre 2021Prosegue all’insegna della qualità mediamente molto alta la 78° edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia che, all’interno delle pellicole in programma, vede emergere un fil rouge legato alla psicologia femminile.
A dimostrazione di questo si vedano le opere ultime di Edgar Wright, regista e sceneggiatore inglese che abbiamo imparato ad amare con l’horror-comedy “L’alba dei morti dementi”, che ha portato in laguna “Last Night in Soho” (in sala in Italia dal 4 novembre 2021 con il titolo di “Ultima notte a Soho”), di Pablo Larrain con “Spencer”, sulla figura di Lady Diana, e infine di Ana Lily Amirpour, regista iraniano-americana, che dopo “The Bad Batch” (2016) e’ arrivata a Venezia con il fantasy “Mona Lisa and the Blood Moon”.
Tre film in cui non solo la figura della donna è assolutamente centrale ma anche tre storie (due di fantasia, una evidentemente vera) in cui le protagoniste sono in fuga per cercare, o ritrovare, una libertà che il contesto non sembra concedergli. Vicende di affermazione personale, di emancipazione, che riflettono anche su altre tematiche al femminile come il senso di colpa (centrale nell’interessantissimo esordio alla regia di Maggie Gyllenhaal con “The Lost Daughter”).
Proseguono infine le discussioni sulle difficoltà di prenotare le proiezioni, unica vera “polemica” di questa edizione, insieme a quelle (passate piuttosto sottotono qua al Lido) legate al Leone ricevuto da Roberto Benigni.
Qua a parlare e a far davvero discutere, in maniera sana, ci sono fortunatamente soltanto i film.
Stefano Cavalli