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18 Aprile 2021Nel 1923 Luigi Ranieri e il figlio fondarono la stazione radiofonica “Radio Araldo”. Negli ultimi anni i sistemi di telefonia circolare, compreso il loro “Araldo telefonico”, non producevano più programmi, limitandosi a diffondere i contenuti radiofonici locali attraverso linee telefoniche, per chi volesse evitare l’acquisto di un apparecchio radio. Tra i due “Araldo” c’era una grande sinergia, anche commerciale, al punto che la carta intestata era unica. L’apertura della nuova radio non è passata inosservata. La rivista The Wireless Word scriveva che la Western Electric Italiana aveva costruito a Roma una stazione radio-diffonditrice con le seguenti caratteristiche: antenna di 50 m, lunghezze d’onda di 450 m, con trasmissioni sperimentali dalle 16,30 alle 18,30. Intanto si parlava di concessione su scala nazionale del servizio di radiofonia. Ranieri scrisse direttamente al Capo dello Stato, a fine 1923, per far valere la propria primogenitura. La corsa alla concessione vide i Ranieri soccombere per una serie di motivazioni, non ultima la minore vicinanza al vigente regime rispetto a Guglielmo Marconi ed alla cordata che portò alla fondazione di URI. Con questo epilogo si potrebbe pensare che sia l’araldo telefonico che il radio araldo non siano state delle esperienze positive. Invero non è così. Il radio araldo si è infranto sugli scogli della grande personalità di Marconi. Ranieri, con il senno di poi, non si sarebbe mai dovuto mettere in tensione con il grande inventore e la sua cordata. L’araldo telefonico ha scontato il contesto storico durante il quale ha consumato la sua maturità: la grande guerra. In ogni caso, in questo periodo così intenso, si è sperimentata la tecnica del broadcasting, il palinsesto, la fabbrica delle notizie ed altri servizi. Tutti elementi che URI riceverà in dote e, a dire il vero, non riuscirà ad apprezzare ed utilizzare fino in fondo, specie nel primo periodo. Per un determinato periodo, l’araldo telefonico e il radio araldo prima, l’araldo telefonico e l’emittente radio URI poi, hanno convissuto, i vari contesti si sono intrecciati non sempre riconoscendo a ciascuno i propri valori. Una valutazione ex post nei loro confronti rischia di scivolare nell’ingeneroso ma la attenta osservazione dei fenomeni, correttamente inseriti nel proprio contesto, finisce con il restituire la giusta dignità alle cose. La passione umana, il pionierismo, l’ingegno e l’intuizione delle persone da sempre è stato foriero di risultati straordinari e anche questa volta, proprio riguardo agli antenati della radio, non si sono smentiti.
Umberto Alunni