Prosegue il nostro percorso per tenere alta l’attenzione sull’artista pistoiese Giuseppe Gavazzi, perché sia trovata una collocazione fruibile al patrimonio delle sue opere, oggi in un deposito, e su cui si stanno impegnando privati e amministratori pubblici.
Abbiamo incontrato Enrico Vannucci, noto gallerista che ci ha parlato di questo artista.

il giardino della Casa Studio di Gavazzi
Ho conosciuto Giuseppe nel lontano negli anni ’60, l’ultima mostra delle sue opere nella mia Galleria, all’epoca in via della Provvidenza è stata nell’Ottobre 2014; era una mostra di sue sculture.
La Galleria è stata aperta nel 1959 e negli anni sessanta abbiamo conosciuto tutti gli artisti pistoiesi e all’epoca il pittore pistoiese Alfiero Cappellini ci aiutava nella scelta degli artisti da invitare ad esporre in Galleria. Sono passati da noi Maccari, Guttuso e tanti altri.
Enrico, come inquadri, per la tua esperienza, Giuseppe Gavazzi?

Opera di Giuseppe Gavazzi
Era un artista anomalo, nel senso che i suoi lavori era difficile collocarli insieme ad altri. Quando lui ha iniziato a comporre queste crete ed a colorarle, le ha rese vive. Usava la scultura, il gesso ma rispetto ad altri, lui gli ha dato anche il colore; lo definirei un pittore popolare, perché le sue opere, penso ai bambini, ai cavalli, sono chiare, di facile lettura. Giuseppe aveva un carattere schivo, non gli piaceva mettersi in evidenza, ma con la scultura diventava dolce, infatti queste sono piacevoli. Noi si scherzava, lo definivamo per il suo aspetto, apparentemente rigido, lo si chiamava l’uomo senza collo. Non aveva un carattere facile, era fermo sulle sue posizioni e non si riusciva a contrattare mai sul prezzo di un’opera.
Al riguardo ricordo che lui stesso mi ha raccontato che se capiva che una sua scultura già venduta poteva essere ceduta ad un contesto a lui non gradito, senza ripensamenti la ricomprava.
Lui – prosegue Vannucci – era bravissimo come restauratore, ha restaurato pezzi importanti in tutta la Toscana, a Siena, a Firenze. Mi ricordo una cosa di lui: avevo comprato delle teste di terra, dipinte, molto belle e le avevo messe in galleria; non so quale fu la causa, ma una di queste cadde e la trovai distrutta: ero veramente dispiaciuto, non sapevo cosa fare. Chiamai il Gavazzi e gli spiegai cosa era successo. Lui venne, guardo la testa rotta e mi disse che non c’erano problemi. Raccolse tutti i pezzi, anche i più piccoli e la ricostruì tutta, nei minimi dettagli. E’ venuto fuori un capolavoro. E’ tornata l’opera perfetta, senza alcun segno. Un grande restauratore.
Quale è il futuro della sua collezione?

Quadro di G.Gavazzi da collezione privata
Non sono opere di facile collocazione. La città, però, sta perdendo le sue testimonianze se non interviene. Il Gavazzi è un artista che non si può perdere. Occorre trovare un luogo per collocare le sue opere e renderle fruibili.
Occorre sollecitare l’Amministrazione Comunale di Pistoia, per un tavolo comune con le Fondazioni del territorio, al fine di trovare una strategia operativa, per una soluzione che consenta la fruibilità di questo grande patrimonio artistico. La Galleria Vannucci è disponibile a collaborare per tutelare questa collezione che è un patrimonio per la città.
Maurizio Gori