La città di Vinci è una nota in tutto il per aver dato i natali a Leonardo da Vinci, genio dell’ umanità che rivoluzionò sia le arti figurative sia la storia del pensiero e della scienza.
Vinci, un tempo unita a quella di Cerreto Guidi, decise nel 1860 di adottare quale insegna l’antico castello, al di sotto del quale fu posta l’arma dell’illustre cittadino. La figura del fortilizio fu già adottata nel 1315, quando la popolazione si ribellò al dominio fiorentino, mantenendo per qualche tempo la propria indipendenza sotto la signoria di Binduccio degli Ademari.
Ma in realtà l’immagine proposta da Luigi Passerini, segretario della Regia Deputazione sopra la nobiltà e cittadinanza di Toscana, non corrispose a quella dell’antico sigillo elencato dal Manni. Infatti il castello appariva con una torre merlata e con una sola finestra, con un palagio anch’esso merlato con due finestre e il tutto visto frontalmente, come è consueto l’araldica.

Marca da bollo in uso nel 1900 da Comune di Vinci
Nel disegno del Passerini, dunque il castello non solo è visto di lato, ma è modificato anche nelle linee architettoniche, risultando una figura diversa all’iconografia di questo luogo.
In data 9 giugno 1860 fu concesso il nuovo emblema araldico così descritto: “Troncato: nel primo, d’azzurro al Castello d’argento; nel secondo, d’oro a tre pali di rosso”.
Occorre in ricordare che il popolo di Vinci si difese contro i mercenari di Giovanni Acuto e nel 1368 contro i pistoiesi, che il Repetti così descrisse: “A onore finalmente degli abitanti di Vinci giova rammentare il fatto del 1368 citato all’Articolo ORBIGNANO DI LAMPORECCHIO, quando diversi Pistojesi ed altri paesani fecero ragunata di più gente armata a Orbignano con animo di pigliare e ribellare dal Comune di Firenze il castel di Vinci di Greti, intenzionati di darlo a messer Giovanni dell’Agnello, allora signore di Pisa e di Lucca. La qual cosa sarebbe accaduta, dice il Cronista, se gli uomini di Vinci, e non già di Orbignano, come ivi fu stampato, da veri Guelfi, e amici del Comune di Firenze non l’avessero saputo, e sventato il piano.”
Nel 1954, in occasione delle celebrazioni del V centenario di nascita di Leonardo, Vinci è divenuta città con decreto del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi del 15 luglio.
Nel centro del paese si trova il castello dei Conti Guidi, noto anche come “castello della nave” per la sua forma allungata che richiama quella di un’imbarcazione.
A Vinci si trova il Museo Leonardiano in cui si trovano gran numero di modelli ricostruiti delle opere e delle invenzioni di Leonardo, dietro il castello su una terrazza panoramica è situata l’opera in legno che omaggia l’ “Uomo vitruviano”. Ed infine a soli tre kilometri da centro sulle pendice del Monte Albano si trova Anchiano, dove vi è la casa natale del genio rinascimentale.
Michele Fiaschi