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25 Luglio 2020San Giacomo il Maggiore fu uno dei dodici Apostoli di Gesù e morì martire nel 42 d.c. Le sue spoglie, traslate da Gerusalemme in Spagna, furono scoperte all’epoca di Carlo Magno e, nel Medioevo, diventarono meta di pellegrinaggio.
Il sepolcro, secondo la tradizione, sarebbe stato trovato nell’anno 830 dall’eremita Pelagio in seguito ad una visione luminosa. Il vescovo Teodomiro, informato di tale prodigio, si recò sul posto e scoprì i resti dell’Apostolo. Dopo questo evento prodigioso il luogo venne denominato campus stellae, che significa “campo della stella”, dal quale deriva l’attuale nome di Santiago de Compostela.
A partire dal Medioevo e nei successivi secoli, la conchiglia diventò sinonimo di testimonianza e di certificazione dell’avvenuto pellegrinaggio alla tomba.
Questo costume nacque da un racconto tradizionale, secondo cui, quando i discepoli del santo approdarono sulle coste della Galizia, dove vi avevano trasportato dall’Oriente i resti dell’Apostolo, trovarono il sarcofago interamente ricoperto dalle valve di questo mollusco.

Conchiglia di San Giacomo
La conchiglia sin dall’antichità indica la metafora della nascita e della vita, concetto estendibile all’anima, alla purificazione e alla vita dello spirito come testimoniano antichi affreschi come quelli rinvenuti a Pompei.
Nella tradizione cristiana sin dalle origini la conchiglia è considerata sinonimo di vita e di resurrezione, simboleggiando la rinascita intesa come purificazione spirituale legata al battesimo.
Molti pellegrini medievali, dopo aver compiuto il viaggio a Compostela, si spingevano oltre, nel Finisterre, dalle cui coste si apriva l’immensa distesa atlantica, all’ epoca considerata la fine del mondo conosciuto. Gli uomini e le donne, affaticati e appagati dal lungo viaggio, raccoglievano su queste spiagge le belle conchiglie a forma di ventaglio e le portavano a casa in segno di buon augurio e dimostrando di essere giunti alla meta.
La conchiglia era poi cucita sul mantello o sul cappello ed era l’indicazione o il simbolo da mostrare a tutti che il Pellegrino aveva raggiunto lo scopo del cammino.
Le conchiglie furono introdotte negli stemmi con le crociate, simboleggiando la fede pubblica, la concordia, il cammino e il pellegrinaggio.
Nella scienza del blasone, la conchiglia di San Giacomo (come del resto viene blasonata con questo nome) si raffigura mostrando la parte interna e le orecchie, quella concava.
Appartenente alle figure naturali, nata quale simbolo del cammino di Santiago, è divenuta col tempo simbolo generico di cammino e di pellegrinaggio, anche in Terra Santa.
Ancor oggi i cavalieri dell’Ordine del Santo Sepolcro, ordine di sub collocazione pontificia, per indicare di aver svolto il pellegrinaggio in Terra Santa, appongono sul loro mantello, al centro della croce di Gerusalemme, una conchiglia concava in argento.

La conchiglia di San Giacomo in araldica
Lo stesso mollusco prende il nome dal Santo: il nome scientifico è infatti Pecten jacobaeus, comunemente chiamata nella lingua italiana capasanta o conchiglia di San Giacomo.
La perfetta struttura della conchiglia ricorda un’aureola e una stella, le sue striature che si chiudono in un unico punto rappresentano i diversi cammini che insieme convogliano tutti a Santiago de Compostela.
Questo segno è divenuto sinonimo di San Giacomo ed emblema indiscusso del pellegrino, tanto che Benedetto XVI lo volle mettere nel proprio stemma, a simboleggiare di continuare il cammino intrapreso dal suo predecessore Giovanni Paolo II nel desiderio di volerlo imitare, come pellegrino della Chiesa nel mondo.
Michele Fiaschi