
“Se potessi avere mille lire al mese…”
31 Maggio 2020
Concorso internazionale musicale”Città di Scandicci”. Un successo.
1 Giugno 2020Seguire un Festival online è una cosa straniante anche e soprattutto perché uno degli aspetti che caratterizza una manifestazione è il luogo nel quale si svolge.
Come è evidente e come vi ho già sottolineato nella prima puntata di questo diario, il We Are One: A Global Film Festival non soltanto si svolge in tempi diversi nei vari posti del mondo (per via del fuso) ma è anche collocato in un non-luogo.
Ma si sa: se Maometto non va dalla montagna, la montagna va da Maometto.
Così succede che la voce dei protagonisti che si diffonde dalle casse del proprio computer o telefonino, si appropri di spazi non suoi, dalla camera da letto fino alla cucina. Accade che si confonda con i rumori di una radio rimasta accesa, nella grida di bambini al parco, in tutto quello che abbiamo attorno e che inevitabilmente ci cattura l’attenzione (anche se abbiamo le cuffie), con il risultato che non ci si sente immersi in niente di quello che si vede e le parole soffiano nel vento come le risposte nella canzone di Bob Dylan.
Ci sono, però, delle perle che questo strano Festival mondiale ci regala e che sarebbe un peccato far passare sotto silenzio.
Finisce così che nel secondo giorno, rispettando un programma di massima che mi ero fatto, provo a perdermi nelle parole dei due francesi Claire Denis e Olivier Assayas, registi e amici. L’occasione è l’ultima edizione della Berlinale, chiusa pochi giorni prima dei lockdown mondiale per il coronavirus, e i due conversano con il pubblico.
La loro amicizia è forte e sincera, si vede. Decenni fa si incontrarono proprio a Berlino per la prima volta, fecero colazione insieme e capirono di essere due alieni all’interno della scena cinematografica transalpina, molto chiusa su sé stessa. L’incontro, anche grazie a domande molto interessanti da parte del pubblico presente all’evento, tira fuori la personalità decisa e profonda di due delle figure più amate e interessanti del cinema d’autore. Il video, come altri contenuti del We Are One, resterà disponibile dalla prima messa in onda (il 30 maggio 2020) sul canale YouTube per altri 7 giorni. Recuperatela perché non ve ne pentirete.
L’altro contenuto che mi va di segnalarvi è senza dubbio il documentario “Ricky Powell: The Individualist”. È recente (2020), è una delle eccezionali esclusive di questo We Are One e racconta, come il titolo lascia immaginare, la storia di Ricky Powell, fotografo-cult che ha catturato la scena hip-hop degli anni ’80 e ’90 meglio di chiunque altro. I suoi soggetti sono stati tra i più importanti del periodo, dai Beastie Boys ai Run-DMC, senza però lasciar fuori icone come Keith Haring, Andy Warhol e Basquiat. Diretto da Josh Swade e prodotto dalla TIME Studios e da MaggieVision Production, “Rick Powell: The Individualist” punta l’obiettivo su questo grande professionista, alternando le interviste al materiale fotografico d’archivio e ne esce il ritratto di un mago del mestiere, di un’epoca e di un luogo (New York) vibranti come nessun’altro mai. Il racconto di una stagione unica, forse irripetibile, violenta e vitale al tempo stesso.
Per seguire il We Are One: A Global Film Festival (29 maggio-7 giugno) è sufficiente collegarsi al canale YouTube We Are One. I contenuti restano disponibili anche dopo la prima messa in onda.
Stefano Cavalli