1° luglio 1899: a Pistoia c’è aria di festa, il futuro è arrivato in città. Si aprono i battenti della Esposizione circondariale, che nelle previsioni del comitato organizzatore – soprattutto di Aiace Trinci, che ne fu presidente – avrebbe dovuto catapultare Pistoia e le sue attività fra i protagonisti dell’economia nazionale.

Come consuetudine alle Esposizioni, una struttura monumentale accoglieva visitatori all’ingresso: erano abitualmente realizzate in materiali destinati a durare il tempo dell’evento, per esempio la cartapesta, salvo eccezioni note come la Tour Eiffel.
In quello stesso luglio di fine secolo, altrove, anche altri uomini di largo ingegno, e disponibilità, si resero protagonisti nello scrivere una pagina consistente nel futuro dell’umanità. Si dà il caso che un gruppo di industriali piemontesi (fra i quali Lodovico Scarfiotti, Emanuele Cacherano di Bricherasio, Roberto Biscaretti di Ruffia, Cesare Goria Gatti e Giovanni Agnelli) riuniti a Torino firmavano l’atto costitutivo della Società italiana per la costruzione e il commercio delle automobili (che ben presto sarebbe diventata FIAT – Fabbrica Italiana Automobili Torino), con capitale sociale di lire 800.000. Il gruppo riteneva prematura la creazione di una fabbrica di automobili a carattere nazionale, ma intanto gettava un ponte verso il futuro, sostenendo la visione avuta da Giovanni Agnelli nella primavera di quell’anno, quando aveva messo gli occhi sulla Welleyes (una vettura costruita artigianalmente da Giovanni Battista Ceirano, della società Ceirano&C., e progettata dall’Ing. Aristide Faccioli) vedendola come il prototipo perfetto da adattare alla costruzione in serie: in pratica la struttura era quella di una carrozza ma… mossa da cavalli un po’ diversi dai soliti, quelli a vapore.

Coloratissimi volantini valorizzavano arti e mestieri dell’Esposizione: interessante l’orario dei treni di collegamento da e per Firenze, Montecatini, Bologna.
Dalla sua Pistoia Aiace Trinci era bene attento al proliferare del nuovo, motivo per il quale aveva considerato necessario mettere l’imprenditoria locale – ancora prevalentemente limitata ad attività a conduzione familiare – sotto i riflettori, così da poter richiamare l’attenzione di imprese e capitali che ne valorizzassero il potenziale. Una posizione difficile, che non mancò di suscitare polemiche, ma anche lungimirante nel considerare il complesso dei fermenti che stavano scardinando le più consolidate organizzazioni socio-economiche.
Consapevole che anche le sue carrozze stavano per giungere a fine corsa, almeno secondo gli abituali modi d’uso e concezione, Aiace si mosse abilmente per dar loro un valore diverso, attualizzandone le finalità. Imperituro prestigio, quello della carrozza, bisognava però salvaguardare il valore della sua azienda, soprattutto degli oltre 40 dipendenti cui dava lavoro: servivano idee nuove e soprattutto nuove prospettive di mercato. A bussare alla porta di questo lungimirante imprenditore fu la Società anonima per la costruzione di automobili terrestri e marittimi San Giorgio di Genova, che dopo essersi costituita nel 1905 portò a Pistoia parte della propria produzione, dando inizio a un insediamento industriale che da allora rappresenta una garanzia di lavoro, e di conseguente benessere, per molte famiglie.

Arriva il futuro, con il volto della Società Anonima San Giorgio: una vasta area immediatamente fuori dalla città viene acquistata e adibita a centro di produzione.
Dopo varie vicende che hanno trovato la San Giorgio sede produttiva di vari mezzi, è oggi riconosciuta come leader a livello mondiale nella produzione di carrozze ferroviarie a marchio Hitachi.
Perciò… “Signori in carrozza!”, e lasciamoci andare ai sogni più belli del c’era una volta!
Alessandra Chirimischi
A chi desiderasse approfondire, ecco qualche suggerimento bibliografico:
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Ottanelli A., “Auto, treni, aerei. Le Officine meccaniche San Giorgio di Pistoia, un’industria genovese in Toscana tra Giolitti e la Resistenza, 1905-1949”, Edizioni del Comune di Pistoia, 1994
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Mauro S., “L’incanto malefico. L’esposizione circondariale di Pistoia del 1899”, Settegiorni, 2015
Suggeriamo inoltre di consultare il sito del circuito REDOP (Rete Documentaria Provincia di Pistoia – https://biblio.comune.pistoia.it/), sul cui portale sono disponibili indicazioni per la consultazione di altri documenti interessanti.
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Un’insolita spianata di San Francesco si mostrava ai pistoiesi di allora: così vista dal ponte, provvisorio, che fungeva da collegamento fra gli spazi espositivi.
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Nella foto Giovanni Battista Ceirano e il prototipo la sua Welleyes, sul quale Giovanni Agnelli mise gli occhi considerandolo un modello perfetto a iniziare la produzione in serie delle automobili.
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Come consuetudine alle Esposizioni, una struttura monumentale accoglieva visitatori all’ingresso: erano abitualmente realizzate in materiali destinati a durare il tempo dell’evento, per esempio la cartapesta, salvo eccezioni note come la Tour Eiffel.
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Arriva il futuro, con il volto della Società Anonima San Giorgio: una vasta area immediatamente fuori dalla città viene acquistata e adibita a centro di produzione.
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Coloratissimi volantini valorizzavano arti e mestieri dell’Esposizione: interessante l’orario dei treni di collegamento da e per Firenze, Montecatini, Bologna.