Sull’argomento della tutela del patrimonio artistico di Giuseppe Gavazzi, già affrontato nell’articolo (https://arteventinews.it/2020/05/08/giuseppe-gavazzi-un-laboratorio-di-artista-da-salvare/) ospitiamo una riflessione di Tommaso Braccesi.

il giardino della Casa Studio di Gavazzi
L’ARTE DI GIUSEPPE GAVAZZI E LE POLITICHE CULTURALI DI PISTOIA
La notizia, apparsa sulla stampa, dello sfratto alla storica casa studio dell’artista Giuseppe Gavazzi, fa enorme dispiacere. Il rischio di perdere anche quella straordinaria esperienza e presenza artistica, appare come uno sfregio alla operosità culturale di Pistoia.
Il riconoscimento di Capitale italiana della cultura 2017 doveva essere non solo un apprezzamento per quanto di buono fatto in precedenza, ma soprattutto un punto di partenza per un nuovo e ben connotato progetto strategico futuro. Invece sembra maggioritaria la teoria che fosse soltanto una medaglia di cui fregiarsi temporaneamente per poi conservare in un cassetto.
La comunità pistoiese non può restare zitta su una vicenda così rilevante e l’Amministrazione comunale è chiamata a un segnale forte di impegno che non può certo esaurirsi in una semplice comunicazione. Ritengo sia opportuno adoperarsi per conservare il patrimonio artistico del Maestro Gavazzi – che appartiene alla comunità – e organizzarne una fruizione adeguata.
Ho saputo che alcuni cittadini stanno provando a tutelare la bottega artistica del Gavazzi attraverso la richiesta di vincolo alla Soprintendenza: ciò perché il laboratorio e le opere stanno insieme, sono un unico momento di grande valore artistico, di notevole significato paesaggistico. Questa mi pare una iniziativa lodevole: ma il vincolo, se concesso, non sarebbe risolutivo e si limiterebbe a congelare una situazione di fatto senza, però, liberarne l’uso. Paradossalmente ciò rischierebbe di imprigionare le opere del Gavazzi nell’immobile di un privato cittadino.
La strada che mi permetto di suggerire è un’altra: in primo luogo l’Amministrazione comunale si dichiari pubblicamente interessata alla vicenda, visto il valore artistico dell’opera del Gavazzi (conosciuto e stimato in Italia e all’estero), poi coinvolga altre istituzioni potenzialmente interessate e infine assuma, dopo un necessario confronto, una soluzione.
Ritengo subito possibile la valorizzazione della casa studio attraverso iniziative (fisiche e virtuali) di promozione, didattica e apertura al pubblico oltre che l’inserimento nel sistema museale cittadino. In prospettiva si potrebbe anche immaginarne l’acquisto. Di sicuro la originalità e la espressività dell’opera dello scultore pistoiese potrebbero trovare spazio in un più ampio progetto culturale cittadino – con luoghi e percorsi dedicati – in armonia con la sua grande attenzione a natura e paesaggio.
Una sola scelta non sarebbe tollerabile: l’indifferenza nei confronti di questo nostro illustre concittadino, con la spiacevole conseguenza di rinchiudere l’esperienza artistica del Gavazzi nella sfera privata e personale. Con il rischio di farla poi emigrare in un comune limitrofo.
Tommaso Braccesi
-
-
Particolare del giardino della casa studio di Gavazzi
-
-
La casa studio di Gavazzi
-
-
Opera di Gavazzi nel giardino