Un insegnante e i suoi ragazzi in viaggio per… Cape Canaveral per assistere al via della Missione Solar Orbiter
Cape Canaveral!
Quanti tra di noi più “grandicelli”, hanno seguito con interesse e trepidazione i primi lanci spaziali in partenza da questa base della NASA in Florida, che soltanto a sentirne pronunciare il nome rappresentava l’idea del progresso e del viaggio nello spazio infinito.
Ed è esattamente in questo luogo magico, eppur realissimo, che a breve atterreranno due insegnanti, cinque studenti della scuola media “Dante Alighieri” dell’Istituto Comprensivo “Bonaccorso da Montemagno” e 2 studenti di scuola media superiore scelti tra coloro cha fanno parte dell’ACCADEMIA DEI GIOVANI PER LA SCIENZA.
Ed è per parlarvi di questa splendida iniziativa che ho intervistato due dei principali artefici della sua riuscita. Però vi anticipo che quella che leggerete è un’intervista particolare.
È particolare perché tratta di un tema attualissimo legato alla ricerca spaziale e al lancio di un missile da Cape Canaveral, calata però questa volta all’interno di docenti, studenti e Istituti scolastici italianissimi. Ed è particolare, perché gli intervistati (il Professor Federico Landini, docente e il Professor Luca Gaggioli, Dirigente Scolastico), non li ho potuti incontrare personalmente a causa dei loro molteplici impegni e conseguentemente il nostro “colloquio” è avvenuto esclusivamente via email.
Ma nonostante quest’ultimo aspetto, credo che in fondo ciò che valga veramente siano le parole che leggerete, e poca differenza fa che siano state pronunciate durante un colloquio o scritte dagli interessati in risposta alle mie domande. In fondo fungo soltanto da cronista, e il mio compito è quello di tentare di riportare il pensiero dei miei “ospiti” il più fedelmente possibile. E quale modo migliore se non quello di trasferire nel mio articolo ciò che loro hanno già scritto?
Chi è Federico Landini? – chiedo per iniziare a conoscere il personaggio “cardine” dell’intera vicenda che andremo a raccontare.
Mi sono laureato in Fisica nel 2002 a Firenze. Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca in Astronomia nel 2006, ho deciso di provare la strada dell’insegnamento e ho frequentato la Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario (SSIS). Nel 2014 ho vinto il concorso della scuola e sono diventato docente di Matematica e Scienze presso l’Istituto Comprensivo “Bonaccorso da Montemagno” di Quarrata.
Durante la SSIS e il periodo precedente al concorso ho lavorato come ricercatore precario (vari contratti di durata variabile da 3 mesi a 1 anno) presso l’Osservatorio Astrofisico di Arcetri e l’Università degli Studi di Firenze. Mi sono occupato della progettazione e successivamente dell’integrazione del coronografo solare Metis per la missione spaziale Solar Orbiter. Mi sono occupato in particolare della progettazione ottica e della costruzione del prototipo dello strumento. Dopo aver ottenuto la posizione di ruolo, la Scuola mi ha concesso lunghi periodi di aspettativa per consentirmi di completare l’attività di ricerca che avevo iniziato.
Parleremo quindi di un qualcosa che lei segue da tempo, e in maniera diretta; ma come nasce l’idea che state per concretizzare?
A poco più di un anno di distanza dal lancio della sonda spaziale dalla base NASA di Cape Canaveral (Florida, USA) ho pensato che sarebbe stato giusto condividere parte della mia esperienza con la Scuola stessa. Ho pensato che avrei potuto spendermi per ottenere i visti di accesso al lancio del razzo per una selezione di studenti. Sarebbe stato un modo per ringraziare la Scuola della disponibilità e fornire un’opportunità di stimolo e crescita per i ragazzi.
Un pensiero e un gesto veramente encomiabili. E lei davvero ha…?
Ed è quello che ho fatto. Gli inviti ufficiali dalla NASA per i ragazzi e i professori che li accompagnano sono arrivati circa 1 mese fa.
Incredibile. Veramente. Ma entrando nello specifico, ci parla del progetto che segue e che andrete a vedere in una delle sue fasi finali, ovvero il lancio del vettore; delle sue finalità e delle eventuali applicazioni future?
La missione si chiama Solar Orbiter ed è una collaborazione fra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e quella statunitense, la NASA, (questo è Link al sito ufficiale: https://www.esa.int/Science_Exploration/Space_Science/Solar_Orbiter) e prevede il lancio di una sonda con 10 strumenti: 6 che fanno foto e 4 che effettuano misure dell’ambiente che attraversano, senza immagini. Lo strumento italiano è il coronografo Metis, frutto della collaborazione fra vari istituti di ricerca (Università degli Studi di Firenze; Istituto Nazionale di Astrofisica – sedi di Torino, Catania, Firenze, Napoli, Trieste; Università di Padova; CNR di Padova; Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica cosmica di Milano). Il Principal Investigator di Metis (è il responsabile di tutto il team) è il Professor Marco Romoli dell’Università di Firenze.
Coronografo Professore? Cosa è?
Un coronografo è un telescopio che osserva la corona solare, quella parte di atmosfera solare visibile da Terra durante le eclissi solari totali. Un coronografo può osservare la corona perché simula un’eclissi mediante un sistema di occultamento (questo è il link al sito di Metis: http://metis.oato.inaf.it).
Solar Orbiter sarà la prima missione umana a osservare il Sole da vicino. L’orbita del satellite è caratterizzata da una distanza minima dal Sole pari a 1/3 della distanza Sole-Terra e da un’inclinazione massima di circa 34 gradi rispetto al piano dell’orbita terrestre. Questo consentirà di avere immagini del Sole con una risoluzione mai sperimentata in precedenza e di osservare i poli del Sole, mai fotografati prima d’ora.
Come sono stati selezionati i ragazzi che porterete ad assistere al lancio? E provengono tutti dal medesimo istituto?
A questa domanda (come ad altre legate più strettamente al mondo della scuola, ha risposto, sempre via email, il Dirigente Scolastico, Professor Luca Gaggioli).
Il progetto nasce su iniziativa del prof. Landini e riguarda la scuola media “Dante Alighieri” dell’Istituto Comprensivo “Bonaccorso da Montemagno”. In base alla raccolta fondi abbiamo calcolato la possibilità di portare 5 studenti della scuola. Per fare una scelta fondata sul merito ci sono stati due passaggi: una prima selezione basata sulle indicazioni degli insegnanti delle classi terze che hanno individuato 29 studenti meritevoli (i parametri utilizzati sono stati il comportamento e le valutazioni in matematica, scienze, tecnologia e lingua inglese); successivamente questi 29 studenti hanno partecipato a un test preparato per l’occasione riguardante competenze di matematica, scienze e tecnologia e sono stati scelti i primi 5 classificati.
Parteciperanno alla spedizione anche due studenti delle scuole superiori scelti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Poiché tale Fondazione si è resa disponibile a finanziare in maniera consistente il progetto, garantendo la copertura del budget di spesa, ha chiesto che potessero partecipare anche 2 studenti scelti tra coloro cha fanno parte dell’ACCADEMIA DEI GIOVANI PER LA SCIENZA, progetto di grande rilevanza nato nel 2019 su iniziativa della Fondazione (vedi http://www.fondazionecrpt.it/notizia/accademia-dei-giovani-per-la-scienza/
Professor Gaggioli, qual è stato il grado di coinvolgimento delle istituzioni scolastiche?
La partecipazione a questa spedizione è stata l’occasione per promuovere un incontro di approfondimento sulla missione SOLAR ORBITER con gli studenti della scuola secondaria tenuta dal prof. Marco Romoli dell’Università di Firenze.
(https://www.youtube.com/watch?time_continue=688&v=KjiDfQF_yeQ&feature=emb_title).
E chi copre i costi del progetto Professor Landini?
Se si intende Solar Orbiter, i costi sono coperti dall’Agenzia Spaziale Italiana. Se si intende il progetto con la scuola, mi sono informato presso le agenzie di ricerca, ma nessuno era disponibile a supportarci economicamente. Allora ho pensato di tentare con una raccolta fondi. (ecco il link al sito: https://www.okpal.com/school-at-solar-space-mission-launch/)
Ho speso molto tempo cercando di pubblicizzare la raccolta, e in questo la scuola mi ha supportato. Alla fine siamo riusciti a raccogliere più di 4,500 euro da quasi 60 piccoli donatori sparsi in tutto il mondo (tanti privati ma anche qualche ditta, come Vannucci Piante, Autofficina Vettori Fabrizio, Oasi Agrituristica Baugiano). A mio parere è stata una bella impresa, perché abbiamo chiesto soldi per un’attività puramente culturale che riguardava un gruppo ristretto di persone, anche se poi queste si occuperanno di divulgare quanto visto e imparato. Il budget è stato integrato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, per consentirci di arrivare alla quota obiettivo di 11 mila euro necessari per coprire le spese del viaggio, vitto e alloggio per 7 studenti e due accompagnatori (il Dirigente Scolastico e la Professoressa Claudia Nunzi).
Professor Gaggioli, ci dice qualcosa del vostro Istituto?
L’Istituto “Bonaccorso da Montemagno” di Quarrata nasce nel 2012 aggregando 3 scuole dell’infanzia, 3 scuole primarie e 1 scuola secondaria di primo grado. In questi ultimi anni l’Istituto si è distinto per alcuni progetti e attività che rappresentano, in alcuni casi, un unicum a livello nazionale. In particolare, segnaliamo che grazie al Progetto Welcome – in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Quarrata e associazioni del Terzo Settore – la scuola è aperta ogni giorno almeno fino alle ore 18 con attività di recupero e potenziamento di contrasto alla povertà educativa e con attività di arricchimento formativo e culturale in genere.
Altra attività che caratterizza fortemente l’Istituto è il Servizio Civile Scolastico che consiste in 18 ore nel corso del triennio che ogni studente dedica al bene comune – nella scuola o nel territorio – in orario extrascolastico (https://www.bonaccorso.edu.it/servizio-civile-scolastico/).
Grazie a questi progetti e con la finalità di diffonderli come buone pratiche il nostro Istituto è stato scelto da INDIRE come una delle scuole capofila di Avanguardie Educative (http://innovazione.indire.it/avanguardieeducative/service-learning).
Professor Landini, possiamo dunque affermare che ciò che avete attuato può essere considerata una riprova che esiste nella scuola italiana anche un alto livello qualitativo, progettuale e organizzativo?
Nonostante la scuola soffra storicamente di carenza di risorse, sfruttando la passione dei docenti e la curiosità dei ragazzi riesce talvolta a realizzare progetti ambiziosi come questo.
Come riesce a conciliare questo progetto con l’insegnamento e la necessità di seguire i suo studenti?
Ci riesco perché la scuola mi consente di rimanere lunghi periodi in aspettativa. Altrimenti non sarebbe possibile. La scuola richiede dedizione totale: con il passare degli anni sono aumentate le responsabilità e le attività del personale della scuola e il tempo per occuparsi di altro è praticamente inesistente.
Lei immagino che sarà continuamente in contatto e in relazione con altri partner interessati. Lo fa dall’Italia o deve spostarsi anche oltre Oceano?
Il gruppo di lavoro di Solar Orbiter/Metis è principalmente italiano. Abbiamo teleconferenze quotidiane. Gli incontri di persona, organizzati in varie sedi sul territorio italiano, hanno cadenza tipicamente mensile.
E in questi suoi spostamenti è seguito da qualche studente?
No. L’idea di far partecipare una selezione di studenti al lancio di Solar Orbiter nasce anche per coinvolgere i ragazzi nel progetto di cui mi sto occupando.
Quali saranno le tappe e i tempi dell’intero progetto?
Abbiamo organizzato lezioni per preparare i ragazzi della scuola durante gli ultimi mesi. Adesso siamo nell’imminenza del lancio, che avverrà nella notte fra il 9 e il 10 Febbraio (23:30 ora della Florida). Il prossimo passo è il viaggio. Partiremo il 3 Febbraio dall’aeroporto di Firenze. I ragazzi dovranno tenere un diario (lo stesso per tutti, formato standard fornito dalla scuola) in cui annoteranno gli aspetti per loro più interessanti dell’intera esperienza.
Una volta terminato questo suo impegno, riprenderà l’insegnamento a “tempo pieno” oppure ha già in mente qualche altra cosa o qualche altro progetto da portare avanti sempre attraverso il “mondo” della scuola?
Questa è una decisione che sarà presa una volta terminata questa esperienza. Al momento non c’è molto spazio per pensare ad altro. Il team che lavora alla missione è sotto stress perché sta pianificando tutta l’attività di calibrazione in volo degli strumenti di Solar Orbiter. La calibrazione in volo partirà intorno al 20 Febbraio. E’ necessario effettuare una pianificazione con il dettaglio temporale del secondo di tutte le operazioni che lo strumento dovrà effettuare in automatico una volta in orbita.
Finisce qua la mia “chiacchierata virtuale” con il Professor Landini e il Dirigente Scolastico Professor Gaggioli.
Non ho avuto purtroppo il piacere di incontrarli, ma credo che l’aver messo in piedi un progetto così lontano dai soliti schemi didattici e scolastici ai quali siamo abituati, basti da solo a dare l’idea del tipo di persone “speciali” che sicuramente saranno. E se invece “speciali” non sono, innegabilmente faranno allora parte della vastissima schiera del personale scolastico di ogni livello, che è “soltanto” innamorato del proprio lavoro e dei valori e delle conoscenze che attraverso questo è possibile trasmettere ai nostri ragazzi.
Portare sette ragazzi all’interno della base spaziale di Cape Canaveral è un qualcosa che al solo pensarlo ha dell’incredibile. Ma a volte, fortunatamente, capita che l’incredibile, l’irrealizzabile e l’impossibile, trovino sulla loro strada delle persone che riescono a trasformare un sogno quasi inconcepibile in una splendida realtà.
Grazie dunque a chi ha reso realissimo tutto quanto vi ho raccontato.
Per arteventinews
Enrico Miniati
A corredo dell’articolo trovate una foto del gruppo che partirà verso gli Stati Uniti.
Grazie a una felicissima intuizione, noterete che sulle loro magliette sono stampati alcuni versi di Dante Alighieri “«L’amor che move il sole e l’altre stelle». Un doveroso richiamo alla loro scuola e naturalmente al Sole, stavolta rappresentato dalla missione Solar.
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