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29 Dicembre 2019Il Museo del Tessuto di Prato dedica una mostra al pluripremiato costumista cinematografico Massimo Cantini Parrini, che sarà aperta fino al 22 Marzo 2020.
La mostra presenta in anteprima assoluta il suo ultimo straordinario lavoro: oltre 30 costumi realizzati per il film “Pinocchio” di Matteo Garrone, uscito nelle sale il 19 dicembre distribuito da 01 Distribution e interpretato da un cast di assoluta eccezione, con Roberto Benigni nei panni di Geppetto, Gigi Proietti di Mangiafuoco, Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini in quelli del Gatto e la Volpe.
Dei costumi in mostra, 25 sono stati realizzati dalla Sartoria Tirelli, 5 dalla Sartoria Costumi d’Arte Peruzzi, 2 da Cospazio 26, mentre le parrucche da Rocchetti e Rocchetti.
Massimo Cantini Parrini è nato e si è formato a Firenze: dall’Istituto Statale d’Arte di Porta Romana, al Polimoda, fino alla Laurea in Cultura e Stilismo della moda presso l’Università di Firenze.

Costumista Parrini
Nel corso degli studi accademici vince il concorso al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma, diventando allievo nel corso di costume del premio Oscar Piero Tosi. In questo maestro assoluto Massimo Cantini Parrini troverà la guida della sua carriera, poiché, oltre all’amore e alla passione condivisa per l’arte del costumista, egli diverrà per il giovane allievo un esempio di dedizione e di vita. La stima accordatagli da Tosi lo porta già giovanissimo ad essere oggetto d’interesse per vari ambienti lavorativi, così è entrato nella sartoria Tirelli come assistente costumista, ed è con questa qualifica che ha esordito nel cinema accanto alla costumista, anche lei premio Oscar, Gabriella Pescucci, che lo chiama a collaborare per oltre dieci anni per grandi produzioni cinematografiche internazionali, teatro lirico e varie manifestazioni.
Massimo Cantini Parrini affianca alla sua professione di costumista una straordinaria passione per gli abiti d’epoca, che colleziona fin dall’età di tredici anni. Ad oggi la sua raccolta vanta più di 4.000 pezzi, che spaziano dal 1630 al 1990, tutti originali e di creatori e stilisti iconici, dai quali spesso trae spunto ed ispirazione per realizzare i suoi costumi.
Massimo Cantini Parrini è l’unico costumista italiano ad aver vinto dalla prima nomination tre David di Donatello consecutivi (2016-2018), oltre ad altri numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali spiccano Nastri d’Argento, Ciak d’oro e premiazioni in importanti festival cinematografici. L’ultimo e più importante riconoscimento è l’EFA (European Film Award).
In curriculum ha più di 50 produzioni da costumista, molte delle quali per registi di fama internazionale. Tra le sue esperienze professionali, emerge significativamente il sodalizio stabilito con Matteo Garrone, che – prima di Pinocchio – lo ha chiamato per realizzare i costumi dei film Il racconto dei Racconti (2015), Dogman (2018).
Il percorso della mostra è articolato in due sezioni: la prima dedicata al costumista, alle sue fonti d’ispirazione, al suo lavoro creativo e sul set, la seconda ai costumi del film, accompagnati da immagini tratte dal film stesso, dalla riproduzione di alcune scenografie e da alcuni simbolici oggetti di scena.
La prima sezione permette al visitatore di entrare nel mondo di questo straordinario costumista, di penetrare nella sua grande passione e conoscenza per il costume antico, nel suo modo di lavorare e di progettare i costumi per lo spettacolo.
Un grande video a parete riporta stralci di interviste in cui Massimo racconta il suo vastissimo archivio, come da collezionista è diventato costumista, il dipanarsi del suo processo creativo. Le interviste sono intervallate da interessanti frame tratti dal back stage delle riprese del film Pinocchio, attraverso le quali si tocca con immediatezza il clima del set cinematografico appena concluso.
Un’intera parete è inoltre dedicata ai bozzetti realizzati da Massimo per il film Pinocchio, composti con un interessante mix di tecniche manuali, documentazione fotografica e ritocco digitale. Accanto, una teca raccoglie una selezione di cartelle di lavoro contenenti le diverse campionature di tessuti selezionati per realizzare alcuni dei costumi del film, testimoniando l’accurato lavoro di ricerca che precede la realizzazione di ogni singolo capo o accessorio Tutti i tessuti provengono da aziende del distretto di Prato.

Scena dal film Pinocchio di Matteo Garrone
Una lunga pedana accoglie, infine, una selezione di 7 capi d’abbigliamento storici del XVIII e XIX secolo provenienti dalla collezione personale del costumista, utilizzati come fonti di ispirazione diretta per la progettazione dei diversi costumi del film Pinocchio e accompagnati da figurini di moda storici provenienti dalla ricca collezione del Museo
La seconda sezione rappresenta un vero tributo al film considerato l’evento cinematografico dell’anno, portando in esposizione i 32 costumi realizzati da Massimo Cantini Parrini per vestire i principali personaggi del film. Tra questi i costumi di Geppetto, il Grillo parlante, Mangiafuoco e 8 burattini del suo teatro, Il Gatto e la Volpe, oltre l’abito di Pinocchio.
Dalla vecchia e unica coperta che Geppetto possiede – anch’essa ricavata da una stoffa antica e pregiata ormai distrutta – il falegname cuce farsetto, pantaloni, cappello e gorgiera per il suo bambino, tutti dalla stessa stoffa. La foggia dell’abito della Fata Turchina è presente nella versione da bambina e da adulta.
Il costume della Lumaca riflette il suo carattere flemmatico: rappresentata così come Collodi l’aveva immaginata, la Lumaca indossa le vesti di una sorta di bambinaia o di una cameriera che da sempre si prende cura della Fatina.
Il cinema è forse l’industria creativa più vicina alle persone e permette di veicolare contenuti culturali attraverso modalità e linguaggi che sollecitano la curiosità anche dei non addetti ai lavori. In questo senso gli straordinari costumi realizzati dal Massimo Cantini Parrini rappresentano un potente attrattore per promuovere la cultura e la conoscenza del tessuto, del costume e della moda antiche e contemporanee.
L’idea di esporre i costumi del film Pinocchio in simultanea all’uscita della pellicola nelle sale cinematografiche rappresenta una assoluta innovazione in campo museale ed è stata possibile dalla generosa collaborazione del costumista, del regista, della produzione e della distribuzione del film.
Museo del Tessuto via Puccetti, 3 -Prato (PO)
informazioni: info@museodeltessuto.it
Estratto comunicato stampa Studio Torricelli
- Foto di scena Fatina e Pinocchio
- Costumista Parrini
- Ul costume di Pinocchio
- Costumi dei Gendarmi
- Costume del giudice