Chi si trova a Fiumalbo in questi giorni, piuttosto che lanciarsi nei frenetici acquisti pre- natalizi che caratterizzano la vita cittadina, si imbatterà, inevitabilmente, nei preparativi per l’allestimento del presepe vivente che prevede anche la rievocazione degli antichi mestieri di montagna, in questo piccolo borgo appenninico a pochi chilometri dall’Abetone ma già nel versante emiliano.
Attualmente la poca ma laboriosa popolazione locale è quasi tutta occupata negli allestimenti necessari alla preparazione di questo evento che si ripete tradizionalmente ogni biennio ormai da tempo e che prevede un impegno costante già dall’estate precedente, prima per l’organizzazione logistica e poi per la realizzazione sul campo.
Il ritmo è costante ma non frenetico, ripetuto nei gesti esperti di uomini, donne e ragazzi che si prestano volontariamente affinché tutto risulti curato nei minimi dettagli. Si incontrano in ogni angolo del paese, muniti di frasche e tronchi di abete per costruire le capanne e gli alloggi da dedicare agli allestimenti dei cosiddetti “quadri” rappresentativi degli antichi mestieri. E’ un piacere vederli operare spesso in silenzio, con le tute da lavoro, in una simbiotica intesa fatta di cenni e sguardi e poche parole, decisamente imbarazzati dalle attenzioni dei passanti.
Dal loro lavoro prenderanno vita gli antichi mestieri: segantini, fabbro, arrotino, filatrici, marcolfari, scalpellini, impagliatori, norcini, contadini con i loro animali e tanto altro, nel paese illuminato solo dalla luce delle fiaccole. Mi auguro che chi ha avuto il piacere di osservare questa meravigliosa collaborazione unisona della piccola comunità di Fiumalbo abbia il desiderio di tornare a vedere lo svolgimento della manifestazione il 24 dicembre e il 4 gennaio a partire dalle 19:30. In questo caso mi sento di consigliare di farlo proprio la sera del 24 durante la quale si respira un’atmosfera veramente unica e toccante, carica di familiarità e di tradizioni.
Nella tranquillità della vigilia sembra di immergersi nel passato e in una dimensione diversa e lontana dal frastuono dei nostri giorni. Un’esperienza emozionale intensa e toccante che vale la pena di concedersi.
Monica Santi