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Stavo riflettendo su quanto sia spesso bizzarro il percorso di visioni durante un Festival, che di tanto in tanto ti sospinge verso titoli sostanzialmente lontani l’uno dall’altro ma che si rivelano poi legati da un impensabile filo invisibile comune.
Cosa possono infatti avere da condividere “Effetto Domino”, sulle speculazioni edilizie nel nord Italia, “Fulci for Fake”, documentario che ci racconta la vita del regista di genere Lucio Fulci e “Chiara Ferragni – unposted” ritratto della fashion blogger più famosa al mondo? La risposta è semplice: l’ossessione. L’ossessione dei soldi e della sfida che ti trascina in una spirale mortale all’ombra di edifici fatiscenti da rimodernizzare, l’ossessione fulciana della morte e della sua rappresentazione, l’ossessione di trovare il proprio posto nel mondo e nel difenderlo con le unghie come ci insegna Chiara Ferragni.
Ecco, a fine giornata ho questa sensazione, mentre su un galeone (si, avete letto bene, un galeone!) guardo negli occhi Pasquale, conosciuto come Tony, bannato dagli Stati Uniti e protagonista assoluto della docufiction a lui dedicata (“Tony Driver”. Ve ne ho parlato nella puntata precedente di questo diario). Sono gli occhi che riflettono un’ossessione.
Stefano Cavalli