Il viaggio nel tempo della Porrettana Express
2 Luglio 2019Ad Orentano 25000 bignè sopra 25 metri quadrati di pan di Spagna
1 Agosto 2019Siamo tranquillamente seduti io e Angela a un tavolino di un bar posto nella famosissima piazzetta di Marina Corta a Lipari e tutto attorno a noi il mondo sembra apparentemente muoversi esattamente come ti aspetti che sia in un tranquillo pomeriggio di luglio.
Eppure non è così.
A un tratto qualcosa rompe l’incantesimo.
Quasi tutti si voltano guardando verso il mare alle nostre spalle, indicando il cielo. E subito si leva una miriade di voci, moltissime delle quali, vuoi perché non italiane, vuoi perché troppo distanti, risultano essere incomprensibili almeno per me.
Di fianco a noi alcuni ragazzi che sino a un istante prima “parlavano” fitto fitto tra loro utilizzando però non le corde vocali ma i polpastrelli delle dita freneticamente mossi sullo schermo degli smartphone, improvvisamente ritrovano l’uso della parola e all’unisono si alzano, quasi urlando poche parole in siciliano: lo Sciomboli! Minchia lo sciomboli eruttò!
Ammetto di aver compreso appieno soltanto l’ultima di quelle parole, ma è stata ampiamente sufficiente a farmi balzare in piedi voltandomi in direzione di tutti quegli occhi e quelle dita puntate al cielo.
Una altissima colonna di fumo nero si alzava alle spalle dell’antica fortezza che sovrasta il porticciolo limitando la vista sulle vicine isole dell’arcipelago delle Eolie. E pur se per via di quel castello non avevamo dei riferimenti visivi diretti, quasi tutti siamo stati in grado di dare un nome a quel fumo: Stromboli.
Stromboli. L’isola, ma soprattutto il vulcano.
Stromboli, il vulcano, l’attrazione delle Eolie, uno dei principali oggetti del locale business. Stromboli, meta di continue escursioni al cratere fumante e di magiche notti in barca in attesa di vedere le sue fantasmagoriche innocue esplosioni di fuoco.
Stromboli, l’amico dell’economia locale.
Stromboli, l’amico in grado di far sognare ma persino di … uccidere.
E subito le voci hanno iniziato a diramare le tragiche notizie sull’eruzione avvenuta soltanto pochi minuti prima e le tastiere dei cellulari adesso non servivano più per lanciare i consueti insulsi messaggi di saluti, ma andavano alla ricerca di informazioni e rassicurazioni.
E di colpo quello che era un tranquillo pomeriggio di vacanza si è trasformato quasi in un incubo.
Stromboli ha eruttato? Ci siamo chiesti io e Angela, ben sapendo che in realtà stavamo entrambi dicendo un’altra cosa: ieri, esattamente a quest’ora eravamo lì, davanti alla chiesa del paese e dal basso guardavamo la bocca fumante del cratere vulcanico distante da noi soltanto poche centinaia di metri.
Ieri, soltanto 24 ore fa.
24 ore che hanno fatto la differenza.
Da Lipari per Arteventinews
Enrico Miniati