Un dipinto di un deserto americano spoglio di umanità, stelle di latta e al neon che si riflettono sui cofani delle macchine, la legge infranta da chi dovrebbe farla rispettare e un angelo della morte pronto a far calare la mano della giustizia divina “su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine distruggere i miei fratelli”.
“Too old do to die young”, troppo vecchi per morire giovani, è tutto questo e molto altro, un’ opera fiume di uno dei più importanti artisti contemporanei, Nicolas Winding Refn, un film di tredici ore, prodotto da e per Amazon (Prime), e programmato per un schermo troppo piccolo per essere Cinema ma che della Settima arte sfrutta tutte le sfumature di linguaggio, con campi larghissimi che riducono gli uomini a piccole macchie di colore in movimento.
Parlarne in termini puramente di gusto, limitandosi a un parere di merito sarebbe quantomai riduttivo, perché ci troviamo di fronte a qualcosa di estremamente complesso, dove al di là della storia i piani di lettura sono molteplici e dove la componente dell’attesa del gesto come della noia rappresentano la sua debolezza e al tempo stesso la sua forza propulsiva. “Too old to die young” è anche questo, una serie in cui la componente temporale è dilatata in maniera insopportabile, in cui allo spettatore è chiesto un notevole sforzo di pazienza ma che, proprio per questi elementi, riesce ad entrare sottotraccia nell’inconscio emotivo di chi guarda.
Come detto, poi, questo colossale monumento visionario non è leggile solo sotto il piano puramente narrativo (la storia di un poliziotto americano e di un criminale messicano assetato di vendetta) ma anche sotto molti altri aspetti, perché “Too old to die young” è carico di simbologia cristologica ed esoterica, sociale, politica e relazionale. La figura del “Re dei Re” è più volte evocata, spesso esplicitamente, e i tarocchi rappresentano le tappe del percorso dei protagonisti, l’America è soprattutto quella latina e quella del Nord è vista come una democrazia ormai alla deriva alla mercé di totali squilibrati. È infine un continuum dell’ambiguo e complesso rapporto madre/figlio che è ormai una questione aperta del Refn uomo, dove l’utero materno rappresenta un luogo dove ritornare e dove la femmina, mamma e puttana, rappresenta l’unica possibile certezza in un mondo in cui l’uomo, il maschio, attraversa una profonda crisi identitaria.
Potete non vederla, ma se ci date un’occhio state pur certi che non potrete dimenticarla.
“Too old to die young” di Nicolas Winding Refn è disponibile solo per gli abbonati Amazon Prime.
Stefano Cavalli