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24 Giugno 2019Alla Voce di Arteventi, lunedì 17 giugno 2019 , la nostra redazione ha incontrato alcuni professionisti per parlare del clima, del territorio e delle energie rinnovabili.
Gli ospiti in trasmissione sono stati : Francesco Mati, Enrico Dami e Marco Bresci.
Francesco Mati, presidente del Distretto vivaistico pistoiese, circa 1452 aziende, viene subito “interrogato” da Maurizio. Una grande tradizione familiare , cinque generazioni che si occupano di vivai nel territorio, azienda che da tempo si è innovata ed ha realizzato le intuizioni per rispondere ai mutamenti del mercato.
Questioni spinose legate a questo settore: sono fondati i timori delle persone per un rispetto dell’ambiente e della salute nei vivai?
Intanto ricordiamo che noi viviamo lì, nel vivaio, con le nostre famiglie. Usiamo pesticidi e diserbanti. Ma non abbiamo, come le altre aziende del distretto, intenzione di avvelenare noi stessi e la città.
Ricordiamo che prodotti chimici vengono usati anche nel quotidiano, pensiamo ai detergenti per la pulizia, come anche ad esempio gli sterilizzanti per i biberon dei bambini. Noi usiamo agrofarmaci e diserbanti fra quelli previsti e autorizzati dal Ministero della salute e dal Ministero per l’ambiente.
In sintesi il punto della situazione : il pericolo percepito è maggiore di quello reale.
Se viene fatto un controllo nella mia azienda e vengono trovate delle malattie non curate ci sono delle sanzioni molto pesanti. Quindi noi abbiamo l’obbligo di tenere una profilassi sul territorio. La Regione Toscana, a livello nazionale, ha cambiato le regole con l’obbligo di intervenire con prodotti a bassa tossicita’ e sostenibili. Se però non si hanno risultati soddisfacenti si possono usare altri prodotti, sempre consentiti.
Se vogliamo parlare di glifosate, che tanto allarma le persone, dobbiamo dire anche che per il glifosate le statistiche parlano di due forme tumorali attribuibili, in un prodotto che è in uso nel mondo dal 1971. Tabacco e incidenti stradali, alcool, hanno invece statistiche di mortalità molto più incisive.
Non si deve andare per estremismi.
Anche Marco Bresci annuisce essendo chiamato in causa da Francesco.
Una garanzia per i cittadini? Noi viviamo nel vivaio e inoltre vi alleviamo migliaia di api che con la loro semplice esistenza testimoniano la mancanza di prodotti pericolosi. Sottolineo, inoltre, che ci sono una serie di attenzioni per tutti i vivai per andare verso agricolture di precisione . Oggi ci sono controlli a tappeto da parte dello stato. Gli operatori sono formati. Consapevoli. Addirittura per usare i prodotti ci vuole un ‘patentino’.
Inoltre anche l’INPS effettua controlli periodici frequenti. Volete sapere quali sono le maggiori patologie riscontrate per chi lavora nei vivai? L’artrosi e la discopatia.
Si rientra in radio e Maurizio chiede l’intervento di Enrico Dami, professionista di Blue power engineering, azienda che si occupa di fotovoltaici per case e aziende.
Riguardo ai pannelli solari, tante volte oggi ci arrivano offerte e proposte per la loro installazione, ma oggi a che punto siamo?
Lo scenario oggi rileva che siamo ad un minimo storico del costo degli impianti. Le installazioni chiavi in mano oggi sono una grande opportunità. Per le aziende si parla di recuperi nei 3 anni. E’ il secondo investimento più interessante che si possa fare in azienda. Il fotovoltaico sta esplodendo in tutto il mondo. Ci sarà un importante congresso a Milano dove si parlerà di “great parity”, cioè l’Italia sta competendo con le grandi realtà mondiali dell’energia.
Per quanto riguarda il settore dei privati?
Per i privati stiamo proponendo l’uso delle batterie. Nel futuro trasformerà l’uso dell’energia elettrica. Il 50 % del bonus fiscale consente di ammortizzare l’investimento in 5 anni . Gli incentivi continuano ad esserci, specialmente per l’uso domestico. Oggi è un investimento e non più un premio sulla produzione. Gli impianti domestici sono molto più interessanti di prima.
I grandi player dell’energia sono concentrati sulle rinnovabili.
Francia investe sul fotovoltaico, in Germania stanno dismettendo il carbone e investendo sul fotovoltaico. I dati diffusi in questi giorni, per il nostro paese, sono confortanti. In Italia il fabbisogno energetico è coperto per il 18,01 % da fonti rinnovabili. Si parla di energia elettrica, riscaldamento e autotrazione.
Cosa si intende per energie rinnovabili, quindi?
Sole , vento , idro. L’ Italia , forse non tutti lo sanno, fino agli anni ’60 eravamo al 100% con fonti di energia rinnovabili.
Parliamo anche di auto elettriche. Enrico dice che viaggiare elettrico è possibile. Ma occorre che si investa nelle strutture. Ad esempio a Pistoia, attualmente, è difficile trovare le colonne dove potere ricaricare le auto, mentre a Firenze sono molto più attrezzati. Ricordiamo che è stata la prima città che si è dotata di Taxi elettrici!
Parlando ancora del futuro il veicolo elettrico andrà a batteria. E diventerà parte elettrica della rete. Infatti i veicoli produrranno energia. Energia che potrà essere utilizzata per altri bisogni.
Viene sottolineato che oggi le auto elettriche, ibride, sono ancora troppo costose. Si abbattono i costi se uno la usa molto.
Dopo la pausa musicale, consueta in radio, rientriamo con Marco Bresci, ingegnere e studioso appassionato dei temi ambientali,
Gli argomenti si rincorrono, sono tanti i contributi, cerchiamo di dare spazio a tutti, -dice Maurizio- per questo chiedo a Marco per quanto riguarda i treni, è possibile pensare ad una energia riutilizzabile?
Entro il 2030 dobbiamo ridurre del 45% le emissioni e 2050 del 100%. A che punto siamo in questa riduzione? Siamo nell’epoca della globalizzazione dove oltre il 90 % della produzione viene dall’estremo oriente. Come mai le cose prodotte in oriente costano così poco? Per il loro trasporto i ‘porta containers’, per l’energia, bruciano combustibili di pessima qualità, di basso costo, altamente pericolosi e inquinanti.
Noi possiamo ridurre le emissioni, ma se si consente il transito di questi portacontainers, di cosa parliamo?
Un treno ibrido può esistere? Ci sono dei progetti. In Inghilterra stanno studiando di passare da treni diesel a treni ad idrogeno, per le tratte non elettriche.
Per il trasporto delle merci, negli USA, stanno progettando dei camion a idrogeno.
Anche in Europa si inizia a pensarci. E non solo per i camion. Grandi case automobilistiche, Hyundai, Mercedes, Toyota, stanno iniziando lo studio e la progettazione di auto a idrogeno.
La normativa in Italia sta cambiando e si troveranno posti per il rifornimento.
La tua visione sull’ambiente nel futuro?
Quando si parla dell’ambiente non si può parlare di soluzioni a settori. Ma ci deve essere una visione di insieme. E’ quello che cerco di spiegare e far capire a tutti, a partire dagli studenti nelle scuole.
Le città sono a misura di ambiente ?
Interviene Mati e ci parla di come le città in Italia si sono sviluppate per infrastrutture ed edifici a scapito del verde e delle piante. Basta pensare a Berlino che dal dopoguerra ad oggi la città è cresciuta del 15% e invece Milano si è estesa a dismisura, sottraendo spazio all’ambiente.
L’uomo ha bisogno dell’ambiente, della natura. Abbiamo una grande necessità di nuovi progettisti, che sappiano avere il coraggio di demolire per ricostruire. Le mentalità del passato vanno sfidate con nuovi obiettivi per rendere all’ uomo il verde, e le piante alle città.
Piante che aiutino a migliorare la vita, e non è detto che siano autoctone. Nella città moderna si deve tenere conto del verde del futuro, con tutte le piante possibili e adatte all ‘uso.
Ci sono delle attività di cui lo stato si deve occupare con una grande attenzione. La mancanza del corpo forestale ad esempio ha penalizzato la salvaguardia dell’ambiente.
Il tempo a nostra disposizione è quasi finito rimangono pochi minuti per le ultime domande ai nostri ospiti.
Enrico vuoi parlarci del “Piano sostituivo di metanizzazione” sul territorio ? Di cosa si tratta?
Recentemente sono state fatti dei tentativi di metanizzazione per le aree del territorio ancora non coperte dal servizio, l’investimento è importante, richiede milioni di euro.
Anzichè andare ad utilizzare un sistema che richiede una nuova rete, proponiamo di usare una rete che c’è già, quella elettrica, con l’energie rinnovabili, il fotovoltaico, per la messa in efficienza degli edifici. I costi sono minori, i rendimenti maggiori, rispetto alla metanizzazione, e si realizza un consistente risparmio energetico. Senza scavi e disagi per nessun cittadino, con costi di allaccio minimi. Sono tecnologie già pronte. Ci sono anche gli incentivi. Basterebbe una piccola collaborazione delle amministrazioni locali in termini di informazione e atteggiamento.
Si potrebbere limitare al minimo il consumo di gas e legna, altamente inquinanti, nelle nostre valli.
Forse non tutti sanno che la legna bruciata nelle nostre stufe e nei nostri caminetti è la prima fonte di inquinamento. Dalla combustione della legna esce il più importante agente cancerogeno che respiriamo.
Una ultima domanda a Francesco. Lo smaltimento e il recupero delle acque nei vivai.
Il sistema di drenaggio dei vivai consente attraverso i pozzi, laghetti di accumulo e canalizzazioni,di confluire l’acqua dai contenitori di crescita ai laghi di decantazione. Con un risparmio energetico e la sua riutilizzazione.
Noi non consumiamo acqua. Niente di più sbagliato. L’industria la consuma. Le piante l’acqua la usano e la traspirano rendendola di nuovo disponibile all’ambiente.
Ultima battuta a Marco. Come si comunicano queste importanti informazioni ai nostri giovani? Vieni dall’ultimo incontro di UNISER, con gli studenti, cosa puoi dirci?
Educazione e formazione è fondamentale. I principi riguardano la moderazione dei consumi e la condivisione delle risorse. Le risorse non sono di proprietà delle nazioni, ma sono patrimonio dell’umanità. Le tecnologie ci sono, non sono un problema e non è un problema neppure il fattore economico. Forse è più un problema di bilancio.
Sui ragazzi questi argomenti hanno presa. Io negli anni mi ci sono dedicato, come professionista, come ingegnere, e anche come membro dell’ Automobile Club.
Con l’iniziativa Ecomobility, nel 2012 abbiamo pensato di fare dei progetti con i ragazzi. Fornimmo un kit di base e chiedemmo di costruire dei veicoli a due posti. Le scuole aderirono in 8 . La cosa esplose ed ebbe un grande successo. Gli insegnanti riferirono che i ragazzi, mentre prima , a ricreazione, stavano alle macchinette o ciondolavano per i corridoi, dopo, con l’adesione a questa iniziativa, pensavano al progetto e vi si dedicavano continuamente, essendo profondamente motivati.
Ecomobility nacque nel 2008 per promuovere il rispetto ambientale e la mobilità sostenibile. Me ne sono occupato per sei anni. Mostre, convegni , progetti con le scuole: una manifestazione davvero importante. Continua Marco, ripensando ai successi e alla storia di quegli eventi.
Sarebbe bello poter proporre la settima edizione di Ecomobility nuovamente a Pistoia! Esortiamo quindi Istituzioni e aziende, quali sponsor, a farsi avanti per valutare la fattibilità di questa idea.
Marco Bresci nell’ambito dell’ACI ha già cercato un appoggio vista l’attualità dell’argomento. L’investimento culturale sarebbe importante. Le finalità si raggiungono non solo con lo studio e la teoria, ma anche con le cose pratiche.
Potete contattarli anche tramite la nostra e mail oppure su quella della radio:
la trasmissione registrata potete riascoltarla sul web:
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Redazione di Arteventi News
Laura Filoni
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