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4 Giugno 2019Torna fruibile la sala che ospita gli stemmi di tutti i municipi toscani danneggiata dall’alluvione del 2017. Il restauro è stato possibile grazie all’intervento stanziato dal Consiglio regionale.
La Galleria dei Comuni, la sala alle spalle del Santuario della Madonna delle Grazie di Montenero, dichiarata il 15 maggio 1947 da Papa Pio XII ‘Mater Etruriae’, Patrona della Toscana, torna a nuova vita. Pesantemente danneggiata dall’alluvione del 2017, è stata restaurata anche grazie ad un intervento di 24mila euro del Consiglio regionale. Il 15 maggio 2019, dopo la consueta funzione religiosa, il presidente Eugenio Giani, con il Gonfalone della Regione, ha riaperto le porte della Galleria e celebrato quello che per Giani è il vero punto di riferimento dell’identità toscana.
La Galleria dei Comuni è, infatti, stata allestita per esporre gli Stemmi dei Comuni Toscani dopo la proclamazione della Madonna di Montenero a Patrona principale della Toscana. Ogni stemma, ufficialmente donato dalla Giunta Comunale, testimonia la fede e la fiducia che le varie comunità ripongono nella Madonna, collocandosi sotto la sua protezione.
Il santuario della Madonna di Montenero usufruisce della devota presenza, ininterrotta, sin dal 1791, dei monaci Vallombrosiani che custodiscono e promuovono storia, memoria ed eredità spirituale.
La venerazione della Madonna di Montenero ha radici profonde. Secondo la tradizione, il 15 maggio 1345 un povero pastore storpio fu guarito nel raccogliere sulla spiaggia livornese dell’Ardenza un’immagine della Vergine giunta fin lì dall’isola greca di Eubea. In realtà la tavola dipinta è un’opera della scuola senese o pisana del Trecento che alcuni eremiti portarono sul vicino colle di Montenero dove vi costruirono un oratorio dopo l’evento del 1345. Intorno all’immagine sacra, i livornesi edificarono un santuario.
Montenero è un quartiere collinare del comune di Livorno. L’abitato in origine costituiva una frazione isolata dalla città, mentre oggi è collegato al quartiere di Ardenza mediante una fascia urbanizzata posta lungo la via di Montenero. Il luogo mantiene intatta la sua caratteristica di piccolo borgo di campagna. Nell’antichità questo colle era noto con il nome di Monte del Diavolo, per la presenza di un folto bosco che incuteva timore ai viaggiatori. Fu territorio di caccia dei Medici nel 1618.
Il santuario contribuì allo sviluppo di Montenero e divenne nel Settecento un ricercato luogo di villeggiatura e le sue ville ebbero come graditi ospiti personaggi del calibro di Goldoni e Byron.
In quegli anni il santuario fu oggetto di rimaneggiamenti e ampliamenti.
Oggi le pareti del santuario sono letteralmente ricoperte di voti e ringraziamenti da parte dei devoti. Quadri con navi e mari in tempesta, lettere, regali, nastri, cose preziose, ricamate, fotografie, testimonianze, armi e divise di guerra. Storie nella storia che scorrono in un unico omaggio.
Ogni anno, il 15 maggio, le diocesi toscane partecipano al pellegrinaggio. Alla funzione del pomeriggio, quest’anno, è stata la volta della Diocesi di Pistoia che nella ricorrenza, per mano del Vescovo Fausto Tardelli , ha acceso l’olio per alimentare la lampada perenne all’interno del santuario.
Il borgo è ben servito di Bar, Ristoranti e servizi. Una funicolare collega Montenero basso alla sommità del colle. Numerosi chioschi consentono l’acquisto di regali e ricordi di Montenero. Ma dopo il Santuario e la Galleria dei comuni, la cosa più bella è il paesaggio mozzafiato sul golfo di Livorno che si vede dalla camminata che costeggia il paese.
Navi che sostano o viaggiano in una mare azzurro verso un orizzonte lontano e vicino allo stesso tempo, sotto la protezione di un cielo immenso.
Laura Filoni
Fotografie Redazionali e
fotografie e comunicati stampa del Consiglio della Regione Toscana.