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17 Maggio 2019Sabato 18 Maggio torna la Marcia di Barbiana
…….la strada percorsa dall’ex cappellano di San Donato e da alcuni parrocchiani amici che lo aiutarono nel trasloco non è lo stessa seguita oggi dai pellegrini che salgono a Barbiana per inginocchiarsi sulla tomba del priore. Più che una strada era infatti un sentiero sassoso. L’auto e il camion erano costretti a fermarsi a settecento metri dalla canonica……
Venerdì un’anticipazione della Marcia con la presentazione del libro di Paolo Landi Verranno premiati anche i vincitori del Concorso “La parola genera” che ha visto la partecipazione di scuole da tutta Italia
Sabato 18 maggio torna l’appuntamento con la Marcia di Barbiana, giunta alla sua XVIII edizione. Centinaia di partecipanti provenienti da tutta Italia si ritroveranno anche quest’anno fianco a fianco sulla strada che sale fino alla scuola che fu di Don Milani. Un passo dopo l’altro, in un cammino lento e ricco di significato, la Marcia vuole ribadire anche quest’anno l’importanza di una scuola per tutti, pubblica e modello di stimolo per trasmettere saperi critici e formare in primo luogo cittadini consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri, come spiegato anche nell’appello scritto anche quest’anno dal Sindaco di Vicchio e dall’Istituzione Don Milani e firmato anche tra gli altri dal Presidente della Regione Toscana.
Il Comune di Vicchio insieme all’Istituzione Don Milani con la Fondazione Don Lorenzo Milani e il Centro Formazione e ricerca e Scuola di Barbiana, con il Patrocinio della Camera dei Deputati, tornano così a promuovere un’iniziativa divenuta ormai appuntamento fisso, capace di attirare l’attenzione verso quell’esperienza educativa unica che dal dicembre 1954 vide protagonista Don Lorenzo Milani per quasi tredici anni. La Scuola di Barbiana divenne una realtà che sconcertò e stimolò il dibattito pedagogico ed educativo, anche nei decenni successivi, ed ancora oggi provoca riflessioni sul futuro della scuola italiana. Oggi ancora è significativo il tornarci insieme, facendo della marcia un momento di riaffermazione di un impegno civico e culturale.
Per i partecipanti l’appuntamento è alle ore 10:30 presso la località “Lago Viola” per la partenza a piedi in direzione di Barbiana. Al Lago Viola si potrà accedere sia con mezzi propri (fino ad esaurimento del parcheggio) oppure con le navette messe a disposizione del Comune di Vicchio che partiranno dalla Stazione ferroviaria (in concomitanza con l’arrivo dei treni da Borgo San Lorenzo e Firenze) o dal parcheggio per autobus in Via Costoli adiacente alle Piscine Comunali. All’arrivo, previsto intorno alle ore 12:00, saranno rivolti i saluti delle autorità presenti a tutti i partecipanti, prima di presentare i lavori e resi noti i vincitori del Concorso “La Parola genera”, promosso dall’Istituzione Don Milani che ha visto la partecipazione di diversi istituti scolastici provenienti da varie zone d’Italia come da Foggia, Bari oltre che dalle scuole del Mugello.
La Marcia di Barbiana vivrà anche un importante prologo Venerdì 17 Maggio. Alle ore 17,00 presso la Biblioteca Comunale di Vicchio si svolgerà infatti la presentazione del libro di Paolo Landi “La Repubblica di Barbiana – La mia esperienza alla scuola di Don Lorenzo Milani” (edizioni LEF Firenze 2018). All’incontro parteciperà l’autore che sarà introdotto dal Sindaco di Vicchio e dagli interventi di Marco Bontempi dell’Istituzione Don Milani e dall’ex allievo di Don Milani Nevio Santini.
Per Info: Ufficio Cultura Comune di Vicchio. 0558439269
email ufficio.cultura@comune.vicchio.fi.it
Appello XVIII Marcia di Barbiana
Perché studiare? Questa domanda ce la facciamo o ce la siamo fatta in tanti. Se la fanno i ragazzi e le ragazze che scoraggiati lasciano la scuola senza averla finita, ma se la fanno, oggi più che mai, anche quegli studenti e studentesse che, come si dice, “non hanno problemi a scuola”, e se la fanno oggi più di prima i genitori che vorrebbero aiutare i propri figli a scegliere la scuola da fare. Perché studiare? È una domanda che negli ultimi cinquant’anni ha avuto risposte differenti, a seconda dell’epoca in cui ci si trovava: per avere un buon posto di lavoro (quando durava tutta la vita), per avere una posizione sociale migliore dei propri genitori (finché questo è stato possibile), per realizzare le proprie inclinazioni e i propri sogni, per sviluppare una capacità critica sull’attualità, perché nella società della conoscenza non si può non studiare e lo studio dura tutta la vita. Oggi cosa rispondiamo ad un giovane che ce lo chiede? Il posto di lavoro, quando c’è, sicuramente non dura tutta la vita, il miglioramento della posizione sociale dei genitori è sempre più incerto, una posizione critica è difficile da avere perché tutti criticano, ma è raro trovare chi sappia criticare a partire da una posizione solida e capace di durare nel tempo.
Perché studiare, allora? Non è forse tempo perso? Se rispondere a questa semplice domanda ci mette in difficoltà, forse vuol dire che la scuola ha fatto il suo tempo. E se le chiudessimo le scuole, non saremmo, forse, finalmente liberi? Per andare su Facebook o Twitter basta saper un po’ leggere e scrivere, mica altro, tutto il resto è noia, come dice la canzone. Perché studiare? Qui a Barbiana una risposta è stata data: “perché la scuola sarà sempre meglio della merda” (Lettera a una professoressa). Perché studiare, allora? Per diventare persone, rispondeva don Lorenzo, e anche per diventare cittadini. Diventare persone è qualcosa di diverso e più complesso dal “realizzare i propri sogni”. Diventare persone significa in primo luogo che non lo si è per diritto di nascita e nemmeno per il solo fatto di nascere, persone bisogna diventarle attraverso relazioni con gli altri, relazioni che sappiano accogliere, dare fiducia, far sentire capaci e, su questa base fidarsi e crescere come persone, diventare capaci a nostra volta di relazioni accoglienti e che sanno far crescere.
Una prima ragione vera della scuola sta proprio in questo. Sì, certo, acquisire conoscenze, sì, certo, acquistare competenze, ma ciò che è in profondità l’imparare è imparare ad essere, in primo luogo ad essere persone. Non basta allora lo studente, ci vuole anche un maestro che sia all’altezza di questo difficile compito, perché in fondo non si insegna ciò che si sa, ma ciò che si è, e se un maestro non c’è e c’è solo un insegnante, allora l’imparare è solo una questione di nozioni da buttare giù e risputare al bisogno.
Un’altra ragione vera della scuola è che senza scuola non si diventa cittadini. Barbiana ci ha mostrato che essere cittadini è un compito, non solo l’essere titolari di diritti. Chi pensa che i diritti che ha siano suoi e li ritiene un possesso da conservare con gelosia, da non concedere ad altri, li riduce ai propri interessi e calpesta i beni comuni che i diritti tutelano e promuovono. Così facendo colpisce a morte la comunità. È a scuola, con la conoscenza del passato e del presente, che si può comprendere che al di là degli interessi particolari di ciascuno ci sono quei beni comuni che solo la comunità può dare e che ciascun cittadino ha, insieme ai diritti, i doveri di partecipare, promuovere, favorire, consentire, garantire, assicurare, ammettere, riconoscere, tutelare (tutti verbi presenti nella Costituzione) i beni comuni che la comunità produce e offre.
Diventare persone e diventare cittadini sono dunque due polmoni necessari perché la comunità possa vivere, sono due processi che se vengono fermati la comunità muore. Certo i singoli restano vivi, ma muoiono le loro capacità di costruire e abitare la comunità, diventano umani bestiali.
I barbianesi di oggi sono dunque tutti coloro che sono esclusi, espulsi, rifiutati e respinti, italiani e migranti. Sono coloro ai quali si rifiuta l’aiuto a crescere come persone e a diventare cittadini attivi, in breve sono coloro ai quali si rifiuta il futuro. Così facendo non solo loro non diventano persone e cittadini, ma noi smettiamo di esserlo. E allora ci apparirà sensato considerare i diritti di cittadino un possesso personale da non condividere, ci apparirà sensato trattare i migranti e i poveri come non persone, ma strumenti per i nostri interessi, ci apparirà sensato vivere da bestie praticando violenza e disprezzo gli uni gli altri.
Ecco il messaggio che oggi Barbiana ci dà con forza. È per noi che suona la sua campana, prima che sia troppo tardi.
(Il Sindaco del Comune di Vicchio Roberto Izzo e il Consiglio di Amministrazione dell’Istituzione Culturale Centro Documentazione don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana)
(foto Alessandro Orlando)