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Eccoci arrivati alla decima edizione dei “Dialoghi sull’Uomo”, un appuntamento annuale oramai consolidato e un successo per la città di Pistoia che ogni anno ha visto crescere la presenza del pubblico in maniera esponenziale arrivando a 167.000 partecipanti e circa 250 relatori. Gli incontri preparatori dedicati alle scuole sono stati seguiti da 25.000 giovani. Più di 3.000 i volontari che hanno prestato il loro tempo per la buona riuscita della manifestazione. I followers sui social 43.000. Veramente cifre di tutto rispetto. La mostra dei “maestri della fotografia contemporanea”, allestita nelle Sale Affrescate del Comune e visitabile gratuitamente fino al 30 giugno, vedrà quest’anno un’esposizione dal titolo “Confini di Umanità”, protagonista Paolo Pellegrin, uno dei più importanti fotografi della scena internazionale. Viana Shiva, fisica ed economista indiana, tra i massimi esperti mondiali di ecologia sociale, già premiata con il Right Livelihood Award, premio Nobel alternativo per la Pace, per le sue battaglie a difesa dell’ambiente riceverà il Premio Internazionale Dialoghi sull’Uomo.
Come sempre ospiti d’eccezione faranno la loro presenza sui palchi allestiti in Piazza Duomo, in Piazza San Bartolomeo, al Teatro Bolognini e al Teatro Manzoni. In una cornice di festa impregnata di cultura e contenuti inediti che getta nuovi sguardi sulla società umana. La manifestazione che si terrà il 24, 25 e 26 maggio 2019 è promossa dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e dal Comune di Pistoia ed è ideata e diretta da Giulia Cogoli fin dalla prima edizione. Il tema scelto per il decennale è “Il mestiere di con-vivere: intrecciare vite, storie e destini”.
Con-vivere significa “vivere con”, “vivere assieme” rispettandoci e rispettando la Terra su cui ci è dato vivere. Con-vivere è un “mestiere”, nel senso che la società è un luogo di costruzione. In un mondo ogni giorno più segnato da un’accelerazione generale, in cui i rapporti sono sempre più mediati dal digitale e i legami si indeboliscono a causa del venire meno di quelle narrazioni che stanno alla base di ogni comunità, diventa sempre più difficile stabilire un rapporto reciproco, profondo ed egualitario. Un percorso, dunque, di tematiche che si tengono assieme e che compongono, anche grazie ai contributi di alcuni fra i più importanti intellettuali contemporanei, un grande mosaico culturale, fatto di tante tessere, pensieri, approfondimenti, con una forte visione e valenza unitaria. Questo è forse il punto di forza dei Dialoghi: produrre cultura –una cultura della convivenza –e farlo in un percorso ideato e costruito appositamente, sia all’interno del singolo programma di ogni anno, sia nella visione più ampia del decennale. Oggi si è circondati, nella comunicazione pubblica e privata, da parole che offendono, feriscono, esprimono odio, amplificate dai social network. Dividere è diventato un affare per molti, un prodotto con cui cambiare le nostre abitudini. Si va dall’odio esplicito fatto di insulti contro donne, bambini, migranti, neri, omosessuali, disabili, studenti, a un odio più raffinato, fatto di vittimismo e retorica. Ma c’è chi prova a opporsi con strumenti come l’indignazione, le leggi, la costruzione di un dialogo reale. “Comunità” è una parola che sembra venire dal passato, che evoca calore, intimità, capacità di stare assieme.
Bei temi, bellissimi spunti per “iniziare” a riflettere e a costruire un percorso alternativo. Camminare su di una strada, lastricata di pietre diverse tra loro e, a volte, sicuramente scivolosa, ma aiutandoci l’un l’altro e tenendoci per mano percorrerla verso la meta di un futuro migliore. È difficile ma non impossibile.
(Alessandro Orlando – estratto ed integrato da comunicato stampa Delos Milano)