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3 Maggio 2019Oggi, 2 maggio 2019, è il 500° anniversario della morte di Leonardo da Vinci.
Firenze, Milano, Torino, Mantova ma anche altre città d’’Europa hanno già da tempo organizzato un fitto susseguirsi di manifestazioni e celebrazioni in ricordo di una delle “menti” per antonomasia. Egli fu pittore, scultore, ingegnere civile, ingegnere militare, urbanista, architetto, scenografo, pensatore e filosofo, uomo di scienza in generale: i suoi scritti e i codici sparsi nel mondo trattano dall’ anatomia alla botanica, dalla fisica alla geologia. Non è possibile in poche righe riassumere la sua esistenza (peraltro di durata considerevole considerato la vita media dei tempi) e la sua produzione artistica/scientifica, ma si può dire senza ombra di smentita che egli fu il prototipo dell’uomo del Umanesimo/Rinascimento, di cui incarna l’aspirazione di conoscenza del reale attraverso la ragione e l’esperienza; ma non solo, il suo genio creativo e la sua insaziabile curiosità, rappresentano qualcosa di universale: lo spasmodico desiderio dell’uomo di superare i propri limiti.
Leonardo, figlio illegittimo, nasce a Vinci, nel contado della allora Repubblica Fiorentina, e in quei luoghi ancor oggi ameni e campestri sviluppa quegli interessi per la natura e per i suoi misteri: le foreste, i fiumi, i rettili e gli uccelli, i fiori e i fossili; tali esplorazioni e osservazioni lo accompagneranno per tutta la vita; le immagini delle colline del Montalbano, di una Toscana coperta di boschi che lasciano il posto a terrazzamenti di ulivi, ai filari di viti, ai casolari alle pievi sono presenti nei paesaggi delle sue opere; il degradare delle colline della Toscana di Vinci costituiranno lo spunto per lo studio della geomorfologia e geologia del territorio; i principi di idraulica desteranno il suo interesse grazie alle ore passate con lo zio presso il mulino vicino alla sua abitazione, e infine, l osservazione del volo degli uccelli…..e, per estensione la possibilità di volare per l’ uomo, costituirà uno degli interessi scientifici della sua vita….
Il padre, emerito notaio della Repubblica, si trasferisce, Leonardo giovanissimo, a Firenze, alla corte dei Medici: accortosi delle capacità artistiche del figlio lo “spedisce” nella famosa “bottega del Verrocchio”; a quel tempo una “bottega” non era un semplice scuola, era una vera e propria “officina” con le produzioni più disparate: dipinti affreschi, sculture, panneggi per feste, macchinari, opere di oreficeria e decorazione facevano fronte alla domanda. proveniente da tutta l’Italia. di prodotti fiorentini …..; quando Leonardo pone piede nella bottega vi trova, oltre a Mastro Andrea Verrocchio, di per se già valente, il fior fiore dell’espressione artistica del’ 400 alla corte dei Medici…: Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Domenico Ghirlandaio, Lorenzo di Credi, Luca Signorelli, Bartolomeo della Gatta…… Assiste alla realizzazione della palla di bronzo dal peso di due tonnellate che il Verrocchio dovrà posizionare in cima alla cupola del Duomo di Firenze: anche la cupola è una struttura mirabile, produzione dell’ingegno del uomo del 400 fiorentino, Filippo Brunelleschi, che riesce a innalzare da terra una costruzione di 54 metri di diametro con tecniche innovative e senza strutture ausiliarie. Una simile concentrazione di geni/artisti mai più si verificherà nella storia della città e, oserei dire, dell’umanità.
In tale ambiente Leonardo da Vinci vive alcuni anni ed eccelle in una delle arti più significative anche in quel tempo: la pittura. Le opere della sua giovinezza, dai primi passi nel mondo dell’arte al momento della partenza per Milano, sono custodite agli Uffizi nella sala 35 dell’ala di ponente, in omaggio ad un ritrovato rispetto per il principio narrativo cronologico della Galleria. Infatti adesso la Sala di Leonardo precede quella dedicata, appunto, a Michelangelo e Raffaello. I tre dipinti presentati nella sala furono eseguiti per edifici di culto e per questo motivo, i fondi delle pareti su cui sono ospitati sono trattati per rievocare le pareti delle chiese del tempo. Entrando troviamo il Battesimo di Cristo, eseguito per la chiesa di San Salvi (Firenze) negli anni in cui l’artista ancora collaborava con il Verrocchio: l’opera testimonia il salto stilistico e tecnico tra il maestro e l’allievo, tra il Medioevo e il Rinascimento. Leonardo dipinge l’elegantissimo angelo di profilo che regge la veste di Cristo; vuole la leggenda (riportata da Giorgio Vasari nelle sue vite) che, Andrea verrocchio non poté che constatare la superiorità nell’arte della pittura di Leonardo,…… il che fu cagione ch’Andrea mai più non volle toccar colori…… (Giorgio Vasari, Le vite dè più eccellenti pittori, scultori e architettori, Vita di Leonardo da Vinci pittore e scultore fiorentino -1568). Alcuni contestano questa collocazione all’inizio della vita artistica del genio: l’intensità espressiva e l’esecuzione magistrale farebbero propendere per un Leonardo più maturo….
Poi abbiamo l’Annunciazione, a suo tempo collocata nella fiorentina chiesa di San Bartolomeo a Monte Oliveto; L’ angelo appare molto realistico e le ali rivelano chiaramente uno studio dal vero; Leonardo, come si evince dai suoi scritti ha studiato assiduamente gli uccelli, le loro ali e i loro librarsi. Sullo sfondo, una vista prospettica di città e montagne è una prova tra le più alte dell’artista: lo sfumare verso distanze maggiori un paesaggio di aria e luce.
Infine nella sala si ammira l’Adorazione dei Magi, per la chiesa di San Donato a Scopeto, e lasciata incompiuta al momento in cui Leonardo partì per Milano nel 1482. L’effetto è tumultuoso: una folla di uomini come le onde del mare si raccoglie e si placa intorno alla Vergine e ai Magi; sullo sfondo sono ritratti edifici in parte crollati in parte in costruzione a significare la rinascita con l’avvento del cristo che distrugge per rinnovare; alla destra è rappresenta la guerra, manifestazione belluina per antonomasia, guerra che, con l avvento del Cristo, farà il posto alla pace e alla fraternità.
In queste opere è veramente condensato lo studio dell’artista e la sua capacità espressiva; per Leonardo il rapporto tra scienza ed arte è indissolubile e la produzione artistica deve essere specchio fedele della natura, la quale deve essere studiata e indagata a fondo perché sia rappresentata degnamente; questo giustifica i suoi studi per la botanica, la geologia e geomorfologia per i paesaggi, per l anatomia dei corpi umani per i soggetti, oppure il movimento delle ali per gli angeli di cui sopra, degli arti dei cavalli quando dovrà cimentarsi nel rappresentare le scene di guerra nella battaglia di Anghiari o realizzare una statua equestre; ma in questa visione sono importanti anche lo studio della prospettiva e dei fenomeni ottici che giustificheranno i suoi scorci e i suoi panorami in secondo piano rispetto al soggetto ritratto. Questa ricerca spasmodica del vero e dei meccanismi della natura in ogni singolo aspetto, questo sviscerare le regole matematiche e fisiche presenti all’interno di ogni fenomeno lo conduce alla ricerca della perfezione dell’opera e spesso all’incompiutezza della stessa, anche questa caratteristica non secondaria dell’artista.
L’Umanesimo è il passaggio a una visione dove al centro è l’uomo, e la vita stessa dell’uomo non è un transito breve per la ricongiunzione con la divinità dei secoli scorsi; la vita è degna di essere vissuta e compresa, la realizzazione nell’arte di questa filosofia è il Rinascimento, espressione dove al centro del mondo vi è la natura nelle sue migliori realizzazioni e soprattutto l’uomo nei suoi molteplici aspetti. Leonardo è una “summa” di tutto questo, non a caso esalta l’uomo descritto dall’antico romano Vitruvio:
“Vetruvio, architetto, mette nella sua opera d’architectura, chelle misure dell’omo sono dalla natura
disstribuite in questo modo cioè che 4 diti fa 1 palmo, et 4 palmi fa 1 pie, 6 palmi fa un chubito, 4
cubiti fa 1 homo, he 4 chubiti fa 1 passo, he 24 palmi fa 1 homo ecqueste misure son ne’ sua edifiti.
Settu apri tanto le gambe chettu chali da chapo 1/14 di tua altez(z)a e apri e alza tanto le bracia che
cholle lunge dita tu tochi la linia della somita del chapo, sappi che ‘l cientro delle stremita delle aperte
membra fia il bellicho. Ello spatio chessi truova infralle gambe fia triangolo equilatero”
Leonardo non si ferma qui: pone queste misure e l’uomo al centro di un cerchio simbolo della creazione dell’universo e di un quadrato simbolo dell’umanità terrestre; l’uomo, le cui misure sono già proporzionali fra loro entra in contatto con le due figure in maniera ancora proporzionale e ciò rappresenta la natura perfetta della creazione dell’uomo in sintonia con Terra e Universo.
Continua……
Renato Vagaggini
Galleria degli Uffizi di Firenze
Piazzale degli Uffizi,
50122 Firenze
Orari di apertura:
dal martedì alla domenica dalle 8.15 alle 18.50.
Giorno di chiusura: lunedì