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22 Marzo 2019
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22 Marzo 2019Abbiamo parlato con il regista Giuseppe Tesi prima della messa in scena dello spettacolo teatrale “Jimmy. creatura di sogno” in programma al Teatro Bolognini sabato 23 Marzo ore 21.00, sentiamo cosa ci ha raccontato.
“Jimmy – spiega Giuseppe Tesi – è un grande progetto che ha avuto tempi piuttosto lunghi d’incubazione, circa un anno.
Tutto è nato quando al Funaro, qui a Pistoia, cercavo un testo interessante da proporre. Frugando nella raccolta di libri del centro culturale per sbaglio ne feci cadere alcuni e uno in particolare si separò dagli altri nettamente, come a volersi distinguere. Era il testo di Marie Brassard “Jimmy. creatura di sogno”. Ho iniziato a leggerlo come una sfida e ne ho raccolto subito il valore. In particolare il motore che mi ha spinto definitivamente a sceglierlo è stata una frase in cui in sostanza si diceva che non si può costringere nessuno ad amare perché così scoppiano le guerre. Ho pensato che fosse un intrigante punto di partenza.”
La storia è quella di Jimmy, affascinante e sfuggente creatura nata da un sogno e che proprio all’interno dei sogni vive e si muove. Un viaggio freudiano nell’universo onirico alla ricerca della sola cosa che conta: l’amore.
“Il progetto – aggiunge il regista – scorre su un doppio binario: da una parte quello cinematografico grazie ad un filmato, con protagonista Katia Ricciarelli, della durata complessiva di 25’, dall’altra con i monologhi di Giulio Maria Corso, bravo attore protagonista, il quale proprio con il filmato dialoga e interagisce. Poi si aggiunge come elemento di unione la colonna sonora che caratterizza tutto lo spettacolo.”
Come valuta questo lavoro?
“E’ stata sicuramente una bella esperienza anche se faticosa da realizzare. In particolare la creazione del filmato ha richiesto competenze e pianificazioni specifiche, tuttavia grazie ad un attento piano di collaborazioni siamo riusciti ad abbattere molto i costi scoprendo che si può realizzare dei bei prodotti anche con poco.
Aggiungo che per me è stato fondamentale l’incontro, del tutto casuale, con l’attore Giulio Maria Corso che ha saputo dare un’interpretazione del personaggio a più livelli scavando nel profondo del significato dell’opera.”
Marco Gasperini