
Quante canzoni ci sono?
6 Marzo 2019
Un “Radio Elettrodomestico”
14 Marzo 2019Ho collaborato con Radio Mosca negli anni della mia permanenza per motivi di studio presso l’Università statale di Mosca ” Lomonosov”. Siamo nel periodo tra il 1958 e il 1960. Collaboravo alla radio nei periodi delle mie vacanze studentesche, a febbraio, a luglio e ad agosto.
Chi mi introdusse fu un altro studente di Arezzo, Piero Cosi, lui era più giovane, ma più intraprendente di me. In questa redazione italiana presso Radio Mosca vi erano ancora delle persone che avevano lavorato nell’apparato, poi sciolto dopo il ’43, del Komintern (internazionale comunista). Vi erano anche gli esponenti dell’immigrazione italiana degli anni ’20 e ’30, a cui si aggiunsero successivamente uomini inviati dal partito comunista come Mirco Zappi ex partigiano, che poi ritrovai a Berlino, di origini emiliane.
Della redazione facevano parte anche degli “italianisti” (russi che seguivano la politica e le vicende italiane) o persone che avevano avuto genitori che erano vissuti in Italia. Tra questi vi era anche Lev Kapalet, che successivamente si trasferì in Italia per lavoro come addetto culturale dell’ambasciata URSS a Roma; sua figlia è stata una studiosa di Giorgio La Pira e del suo gruppo. Kapalet, ora defunto, durante gli anni in Italia conobbe moltissimi intellettuali di grido.
Il mio lavoro e quello di altri giovani come me, in redazione, consisteva nella traduzione di pezzi scritti da giornalisti russi sui rapporti italo-russi e sui rapporti culturali tra i due paesi.
Talvolta si proponevano anche articoli scritti da noi, ma questi dovevano essere approvati dal capo redattore sovietico, accadeva anche che l’articolo non aveva il nulla osta e quindi non poteva essere trasmesso. Il nostro lavoro, quali impiegati occasionali, era puramente esecutivo di traduzione e speaker radiofonici, che noi facevamo di buona volontà perché ci permetteva di arrotondare le nostre entrate. Infatti come studenti universitari stranieri, si riceveva 950 rubli mensili: di questi 500 venivano come contributo dalla Croce Rossa e dalla Mezzaluna Rossa sovietiche, gli altri dallo stato, circa 450 rubli. Come per tutti gli studenti che, però, dovevano avere una media sufficiente nello studio. Questa attività di redazione era, per noi, una importante integrazione economica. Tra i redattori, ricordo, che vi era anche Lili Lopatina, figlia di un noto esponente anarchico, fuggito all’estero, a Parigi. Questa signora ci raccontò che in quegli anni lei si era recata a Parigi e per la prima volta dopo 26 anni aveva incontrato il padre e si era riconciliata con lui.
Nell’estate del 1961, una volta laureatomi in Storia moderna, rientrai in Italia e qui fui processato, ma assolto, dall’accusa di assenza alla chiamata delle armi. Dal luglio 1961 a gennaio 1962 ho fatto da Pistoia il corrispondente per “l’Unità”. Ripartii per Berlino Est, verso metà del mese di gennaio del 1962, quindi dopo la costruzione del muro di Berlino, al centro delle polemiche della Guerra Fredda.
Qui esistevano varie redazioni di Radio Berlino Internazionale; io facevo parte della redazione italiana.
Il direttore era Guido Samis che era un dalmata, nato nell’Impero Austro-Ungarico e dopo il ’18 partecipò alla vita del partito comunista austriaco. Tra il 1924 e il 1926, a Vienna, ebbe la fortuna di ospitare Antonio Gramsci. Continuò a vivere a Vienna, ma quando nel ’34 ci fu la repressione militare contro la classe operaia viennese, Samis emigrò a Parigi, in Francia.
Qui, in pratica, si naturalizzò e visse fino al 1951, quando insieme ad altre migliaia di cittadini, senza cittadinanza, fu espulso dalla Francia. Lui andò a vivere a Berlino Est e diventò un funzionario del Comitato Centrale della SED (il partito socialista unito della Germania Orientale). Lavorando nell’apparato era stato nomina to segretario della redazione italiana; Samis era uno stalinista, ma conosceva bene le posizioni ideologiche dei comunisti italiani.
La redazione era formata per metà da italiani e per l’altra metà da tedeschi.
Nascevano spesso discussioni tra due linee di pensiero diverse sui temi culturali e del mondo del lavoro.
Tra i lavori giornalistici che ho svolto ricordo anche di essere stato inviato ad intervistare la vedova di Bertolt Brecht, allora direttrice del “Teatro Berliner Ensemble”. In quell’occasione i miei commenti alle affermazioni che avevo raccolto erano state origine di discussioni con i colleghi di redazione.
Nella redazione ci potevano essere anche italiani che vivevano a Berlino Est per motivi di studio presso l’Università di “Humboldt”, questi pur essendosi laureati alla Normale di Pisa, come il Professor Ugo Piacentini, sostenevano politicamente posizioni ultra radicali. Ho lavorato alla redazione come redattore e speaker da gennaio 1962 all’ ottobre 1963. All’epoca ebbi un conflitto politico, in cui si mescolavano anche fattori di ordine personale, con Samis che era il caporedattore; da qui nacque l’impossibilità mia di proseguire l’attività in quel contesto non potendo esercitare una valida influenza sulla loro linea politica. Rientrai in Italia per portare avanti la mia attività in maniera più indipendente ed iniziai a percorrere la carriera universitaria.
Renato Risaliti
- Febbraio 1962-Berlino- Lago Orankesee- Risaliti e Piacentini
- Luglio 1994 – Mosca- edificio della RAN






