MILITOSCANA Edizione 2019 : quante storie dentro la Storia
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8 Febbraio 2019Il cartellone 2019 del Funaro di Pistoia si è aperto con l’anteprima italiana di Daniel Pennac”Mio fratello”. Due spettacoli serali più una pomeridiana domenicale aggiunta per accontentare le numerose richieste di un pubblico in lista d’attesa.
Come e per quanto si elabora un lutto? Questo si domanda lo scrittore. Ma una risposta forse non c’è. Restano il dolore e la mancanza e tante domande per un affetto scomparso troppo presto.
Per la regia di Clara Bauer, lo spettacolo al Funaro è un intenso racconto d’amore nei confronti del fratello Bernard a cui Daniel Pennac dedica riflessioni delicate, malinconiche, toccanti.
La regista ha scelto, per unire i tre piani di recitazione, la finzione di una trasmissione radiofonica. Da una parte lo speaker ed uno scrittore, Pennac, intervistato, e dall’ altra il notaio del racconto di Melville e altri personaggi, ora reali, ora immaginari, che creano così uno scenario reale e comunicativo, un intreccio di fatti narrati e di lettura scenica di “Bartleby lo scrivano” che alla fine diventano una cosa sola.
Si susseguono le scene in un incalzare drammatico, ma delicato e profondo. Ottimi gli attori che accompagnano Daniel nella recitazione, e valida la presenza dell’interprete-attrice al fianco dell’autore.
Si arriva alla fine e si vorrebbe continuasse.
La compagnia dopo gli applausi, generosi, del pubblico torna sul palco per un colloquio informale e disteso. Alcune domande curiose per rompere il ghiaccio, ma in realtà non ce ne sarebbe stato bisogno perchè Pennac è un comunicatore assoluto. Parla, racconta, spiega e riempe i silenzi e le pause di un pubblico in ascolto. Molti giovani alla rappresentazione, compresi alcuni bambini.
A volte parla italiano, ma poi prosegue in francese con la traduttrice che lo segue parola dopo parola. “Siete fortunati”, esordisce ad un tratto, “ad avere un posto come il Funaro. Un posto come non ce ne sono in Francia, e neanche in Europa. Un centro culturale così, e con la grande accoglienza che fanno sempre agli artisti. Una cosa davvero speciale”.
Così con queste parole si congeda dal pubblico, ma solo per andare a sedersi a firmare le copie dei libri e a lasciarsi fotografare, sempre con grandi sorrisi, e a concedersi alle domande dei curiosi e degli appassonati con estrema generosità.
Intanto nella caffetteria una lunga tavolata aspetta la compagnia per la cena finale. Una atmosfera familiare e semplice che invita a sedersi con loro a gustare le prelibatezze di Paolo e della Lia.
Forse è anche questa la strada per elaborare un grande lutto: stare con gli altri, condividere le emozioni, comunicare, trasmettere empatia.
Laura Filoni