Il bambino è Riccardo Coen, classe ’35, operatore commerciale, iscritto alla comunità ebraica di Firenze. A raccogliere la memoria della sua domanda “Mamma perché non abbiamo più la radio?” è un giornalista, Alessandro Orlando, autore di un libro, titolato appunto con l’emblematica domanda, che ripercorre il viaggio della famiglia di Riccardo, negli anni dal ’38 al ’45, in fuga attraverso l’Italia dalle leggi razziali, da Pistoia ad Ancona e ritorno.
Sono graditi ospiti di Maurizio e della redazione di Arteventi news, nello spazio di lunedì 14 gennaio SULLA RADIO DI TUTTI.
Riccardo inizia il suo racconto con la nascita a Pistoia nel 1935 e parla della sua famiglia, composta dal padre Ciro, dalla madre Renata e dal fratello Bruno. Alla promulgazione delle leggi razziali, nel 1938, il padre perde il lavoro negli uffici della provincia e così inizia il loro viaggio alla ricerca di un impiego per il padre e di una nuova identità per tutta la famiglia.
Maurizio chiede a Riccardo quando ha iniziato a parlare e divulgare la sua esperienza e Riccardo rammenta una riunione di tanti anni fa, fra amici, dove una semplice domanda mise in moto tutto il suo bagaglio di ricordi e da allora non si è più fermato.
Chiediamo allora ad Alessandro come nasce l’idea di questo libro “Mamma perché non abbiamo più la radio?” (Edizioni Atelier 2017 con una bella prefazione di Sra Di Palma)) e ci tornano in mente le considerazioni fatte nella scorsa puntata in radio con il dott. Umberto Alunni quando ci ha parlato delle origini di questo strumento di comunicazione e di quanto sia stato importante per tante persone, per la socializzazione, l’informazione e anche per il morale.
Alessandro era presente alla prima riunione in cui Riccardo dette sfogo alla sua memoria e ricorda che da allora, grazie anche al contributo del Comune di Pistoia, della Cassa di Risparmio di Firenze, della Fondazione della Caript, all’Istituto Storico della Resistenza, Legambiente di Pistoia e altre associazioni, sono riusciti a onorare il Giorno della memoria con una serie di iniziative importanti: il primo libro ad esempio. Dettero alle stampe “Il treno della memoria – racconti e pensieri sulla Shoah” un libro che raccoglie tutti i pensieri e le frasi dei bambini delle scuole che avevano visitato i rotabili al deposito ferroviario dove c’era un vagone che aveva le stesse caratteristiche di quelli con i quali erano stati trasportati gli ebrei verso i Campi di Concentramento. Oppure l’iniziativa della rappresentazione teatrale ad Agliana la “Shorashim” o ancora il vagone ferroviario portato in Piazza San Francesco. Quest’ultimo progetto prese forma dall’evento del vagone esposto a Torino in occasione di un Convegno su Primo Levi e che aveva suscitato tante assurde polemiche. Alessandro, invece, si disse che a Pistoia avrebbe attirato il giusto interesse e promise a sé stesso che avrebbe realizzato un evento simile anche nella nostra città ed insieme alla famiglia Coen, all’Istituto Storico della Resistenza e ad altri amici si adoperò affinché quella che era una semplice idea diventasse realtà.
Un grande successo ricordano Maurizio e Laura: più di 5000 presenze, 10 giorni di apertura.
Un grande impegno, non solo per gli organizzatori ma anche per tanti volontari che si alternarono al vagone per consentire a tantissime persone di visitarlo.
E come arriviamo all’idea del libro? incalza Maurizio rivolgendosi all’autore.
Il libro nasce con una delle iniziative, quella dell’intervista a Riccardo Coen, ma soprattutto per far sì che il RICORDO, lasciato sempre un poco in sordina rispetto agli altri eventi, fosse invece preso nella giusta considerazione e anche per fare in modo che la memoria della Shoah non si limitasse al 27 gennaio, giorno fissato in modo simbolico, essendo il giorno della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz da parte dei russi nel 1945, anzi, che il ricordo di quanto accaduto si estendesse a tutto l’anno.
Ho cercato di approfondire quello che successe a mio nonno– continua Orlando- la sua deportazione come prigioniero politico, cosa era avvenuto realmente e perché le risposte sul tema, da parte dei miei familiari, erano sempre avvolte nel mistero.
Scorrono in radio le musiche richieste da Alessandro e ci caliamo in una atmosfera particolare e suggestiva: Moldavian, Gam Gam e Theme Schindler’s List(violin solo) .
Maurizio si rivolge a Riccardo e chiede di continuare il suo racconto.
Fu ad Ancona che, ancora piccolissimo, chiese a sua madre come mai non avessero più la radio (da qui il titolo del libro di Orlando). Le leggi razziali in Italia furono pesanti e feroci. Riccardo rammenta “non si poteva tenere neppure i piccioni!” Leggi elencate nel libro e che adesso sembrano un’ enorme assurdità.
Il richiamo al film, popolare, “Schlinder’s List, serve a parlare degli aiuti che gli ebrei hanno avuto in quei terribili momenti.
Se da un lato sono molte le persone che rischiarono la propria vita per aiutare gli ebrei dall’altra non possiamo scordare che altrettanti, o forse più, denunciarono, per arrivismo o per denaro, dove si nascondevano.
I momenti della guerra riuscirono a tirare fuori il peggio e il meglio delle persone concordano Maurizio e Alessandro.
Le Prefetture in Italia fornirono gli elenchi completi degli iscritti alle comunità ebraiche e fu facile così per i nazisti rintracciare indirizzi e persone. Ricordiamo che ci furono milioni di morti. Nel disegno finale di Hitler non solo gli ebrei erano destinati allo sterminio, ma anche tutta una serie di categorie fragili: disabili, malati di mente, rom, testimoni di Geova, omosessuali, etc.
Tornando al racconto del libro, Coen, continua, e parla del loro pellegrinaggio tra i paesi del cuneense e poi nella periferia di Ancona. Ad un certo punto racconta che andarono a Roma dove il padre aveva trovato lavoro all’Aeroporto dell’Urbe. Sono tutti ricordi miei, perché i miei genitori non hanno mai voluto dirmi niente. Tiene a precisare.
Era il settembre del ’44 ed erano arrivati i tedeschi. Iniziarono i rastrellamenti e le deportazioni. Una telefonata “strana” che giunse ai suoi genitori gli consentì di fuggire dalla città appena in tempo. Tornarono ad Ancona e poi si spostarono a Loreto che era meno pericolosa. Si spostavano sotto falso nome, trasportando ogni volta, nei pochi bagagli, tutto quello che avevano. Riccardo Coen ripensa, con un sorriso, a quel carrettino tirato da un mulo, al padre che dopo Roma era stato molto male, che aveva problemi di salute, ma che cercava di andare avanti per mettere in salvo la sua famiglia.
Come mai i tuoi genitori non parlavano dei fatti accaduti? Della Shoah? Si chiede in radio. Riccardo racconta che era come se ci fosse un silenzioso patto stretto fra tutti, giovani e anziani. Non se ne parlava. Fino agli anni’70. Con l’istituzione del Giorno della Memoria si sciolse quel patto e si cominciò a parlare, ricordare, a recuperare anche i più minimi frammenti del passato.
Oramai Coen è un fiume in piena che scorre sulle rive della memoria e parla al microfono della Radio di Tutti, con padronanza, raccontando la fine del suo viaggio.
Dopo la liberazione tornammo a Pistoia, mio padre fu riassunto dalla Provincia ed io andai finalmente a scuola. Si, perché io sapevo leggere e scrivere e fare di conto, ma non ricordo di essere mai andato, prima, un solo giorno a scuola. Il mio primo giorno fu in Via Sant’Andrea alla scuola media.
Il brano “Vinnitsa” ci accompagna ai saluti: un’ora non è bastata. Ma c’è ancora tempo per sentire dalla voce di Alessandro Orlando l’ultima domanda che ha posto a Riccardo e che ha riportato nel suo libro.
“Riccardo c’ è un’ultima domanda che voglio farti ed è quella che riguarda il tuo mestiere di nonno. Quale messaggio vuoi dare alle giovani generazioni?”
“Più che un messaggio è una esortazione, quella di essere tolleranti con il diverso, perchè nella civile Europa ancora oggi ci dobbiamo confrontare con l’odio razziale….vorrei che le nuove generazioni assumessero un impegno importante, quello di conservare memoria di cio’ che è stato…”
Laura Filoni e Maurizio Gori
Potete trovare il libro di Alessandro Orlando presso Edizioni Atelier Pistoia oppure chiedendolo a: info@atelierantiquario.it
Potete riascoltare la trasmissione collegandovi al seguente link: https://sullaboccaditutti.net/Webradio/
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