“Un genio membro di una famiglia di geni”, è stato uno scrittore frenetico: circa cinquanta libri in cinquanta anni di vita, creatore di una serie di teorie fra cui la geo-politica per interpretare e spiegare la storia. In altre parole per chiarire tanti problemi o interrogativi storici bisogna partire dai dati climatico geografici per poi vedere come i vari popoli si sono comportati in presenza di dati climatico geografici analoghi, se non simili; quali possono essere state le invasioni di altri popoli e/o i tentativi di sottometterli possano provocare conseguenze a breve o a lunga gittata assai diverse.
Lev Mecnikov venendo in Toscana, subito dopo l’unificazione dell’Italia, viaggia e studia la storia del paese. Osserva che Francesco Ferrucci (il Garibaldi del XVI secolo) nutriva un odio sconfinato contro Volterra perché questa città, per secoli, aveva impedito il traffico tra Firenze e il Mar Tirreno e quindi la voleva distruggere totalmente insieme ai suoi abitanti.
Qualche anno dopo facendo un viaggio in Spagna, osserva l’assoluta particolarità della Catalogna, rispetto al resto della Spagna. Osserva che la sua lingua DOC è simile a “Limousin” e altre zone della Francia meridionale e soprattutto quanto siano attive e industriose le sue popolazioni, come sia diffuso l’artigianato e la piccola industria e soprattutto che in Catalogna tutte le donne siano impegnate nella produzione.
Allora Lev Mecnikov, che aveva combattuto fra i “Mille” di Garibaldi, e che era stato ferito gravemente nella decisiva battaglia del Volturno, si chiede: fra i due paesi Napoli o la Catalogna, a chi dobbiamo dare la preferenza?
Nel suo “Viaggio in Spagna” (1868) così si esprime in questo interessante rapporto fra Napoli e la Catalogna “Napoli o la Catalogna – noi dobbiamo dare la palma della preferenza ma perché, con la quasi completa somiglianza delle condizioni locali e climatiche la Catalogna sviluppa nei suoi “seminatori e conservatori” uno spirito coraggioso, sano e intraprendente, una saldezza infaticabile per il lavoro e l’audacia che li distingue tanto dai lazzaroni semi-affamati, indolenti, dal selvatico, pur sazio “contadino” delle provincie napoletane, come anche da un eschimese e un samoiedo?
Naturalmente la risposta a questa domanda non senza interesse ce la fornisce la posizione sociale in cui si trova sia l’uno, sia l’altro. Il catalano potrebbe anche dirsi, sovrano e proprietario del suo, sia pure nel proprio piccolo podere, egli fin dai tempi antichi è abituato a lavorare da sé e per sé; se egli ha sopportato il giogo esterno, degli antichissimi conti, dai re d’Aragona e di Castiglia, questo è perché ha trovato in questo il suo vantaggio. Egli è entrato in pericolosi contratti e affari con i vicini: come il cavallo nella Favola di Esopo, egli ha invitato ripetutamente il cavaliere a sedersi sulla sua schiena; ma ha anche mostrato ripetutamente che sa scrollarsi il cavaliere quando quello contro l’accordo cerca di imbrogliarlo. Ma quale è la storia di Napoli, questa regione eternamente conquistata? La differenza di condizione di questi due paesi è stata elaborata, di conseguenza, dalla differenza delle loro storie. Eppure uno dei principali fattori della storia di ogni popolo è il grado della sua propria energia oppure di resistenza che può presentare alle condizioni estranee che influiscono su di lui dall’esterno.”
Lev Mecnikov, parlando della energia di un popolo così prosegue: “l’energia più forte può formarsi sotto il giogo particolarmente minaccioso che si è formato dalle circostanze; il popolo più potente può cadere o perire quando egli deve lottare con una energica forza che lo supera; ma allora nella storia rimane solo, trionfante, sia pure un momento oscuro che testimonia il fatto di quello che avrebbe potuto essere se non l’avesse spezzato una inflessibile casualità storica.”
E poi Mecnikov prosegue: “i germi della storia di ogni popolo sono condizionati più strettamente e direttamente dal luogo di abitazione; in seguito anche i più, evidentemente, vicini germogli possono giungere a sviluppi straordinariamente diversi. Inoltre è a tutti noto, fino a che punto sono sensibili e ricettivi a tutto tutti i germogli; evidentemente, del tutto non esistenti o appena evidenti differenze per la loro situazione con il tempo possono svilupparsi in contrasti tali che rappresentano a noi i catalani e i napoletani.”
Mecnikov dopo aver esaminato le cause che possono anche ridurre a nulla la energia popolare, conclude: “ecco da cosa è suscitata la decadenza della energia popolare il suo basso livello a Napoli e in molti altri luoghi della Spagna e dell’Italia. La piccola casualità: la ripidità e la inaccessibilità delle coste e il vantaggioso disegno della difesa delle restanti frontiere, ma anche la mancanza di spettacoli naturali che intimoriscono e sottomettono di tutti l’immaginazione, ha liberato i catalani dai malanni, ha sviluppato in loro lo spirito della autonomia e l’audacia del lavoro.”
Prof. Renato Risaliti