Spazi ridisegnati secondo i dettami di quella che agli inizi del Novecento era la nuova scienza psichiatrica, avevano cambiato e “riadattato” il San Niccolò di Siena nato come monastero. Oggi quella struttura architettonica che conserva fra le mura una storia antica la cui costruzione risale al 1300, è il Palazzo San Niccolò.
Il suo “cambiamento” da monastero a ospedale psichiatrico avvenne nel 1818 esattamente il 6 dicembre quando venne inaugurato dalla Compagnia della Madonna, sotto i portici, “l’asilo per i dementi, i tignosi e le gravide occulte”.
Questo mutamento accompagnò di lì a poco anche il ridisegno dell’area urbana sia all’interno che all’esterno di Porta Romana zona vicino alla quale si trova il complesso architettonico. Grazie alla collaborazione tra alienisti e tecnici per connotare in senso terapeutico gli spazi dell’ospedale psichiatrico, “il manicomio ideale” venne strutturato nella forma di un microcosmo che, oltre a tutelare la società posta al di fuori delle mura perimetrali, riflettesse l’ordine del mondo esterno, simulasse la vita in famiglia e nel paese, consentisse l’attività lavorativa e lo svago.
A 200 anni da quella esperienza la Società di Esecutori di Pie Disposizioni Onlus nell’ambito delle iniziative dedicate alla “Memoria dei 200 anni del San Niccolò” promuove la mostra dal titolo “Società di Esecutori di Pie Disposizioni e manicomio di San Niccolò: un legame secolare. Storia dell’ospedale psichiatrico senese attraverso i progetti dei suoi edifici”.
In esposizione progetti originali, foto d’epoca e documenti d’archivio che illustrano cronologicamente le principali tappe dell’espansione del villaggio manicomiale.
La mostra sarà aperta dal 6 dicembre al 20 gennaio 2019 nella sede della Società di Esecutori di Pie Disposizioni e nell’attigua chiesa di Santa Maria degli Angeli detta del Santuccio, in ambienti che fecero parte dell’omonimo convento.
Elena Andreini