Mercatini di Bolzano, Merano e Bressanone: l’ Avvento altoatesino tra tradizione e magiche novità
20 Novembre 2018XX Edizione del Festival Giapponese a Firenze: la magia e il fascino del Sol Levante
25 Novembre 2018Un mio professore ad un certo punto mi disse: “Il fatto che tu ammetta candidamente di aver capito ben poco della mia spiegazione ti pone in una situazione di relativo vantaggio rispetto a parecchi tuoi compagni. Alcuni di loro infatti credono di sapere avendo realmente compreso ancora meno di te, altri, peggio, hanno proprio capito male”.
Dopo allora cominciai ad avere un concetto più ampio dell’ignoranza, scoprendo con estremo piacere che questa non sempre ha un’accezione negativa.
Così mi sono sentito ieri al Manzoni durante Petruska, lo spettacolo messo in scena dalla compagnia di Virgilio Sieni in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna.
Il brano Chukrum che anticipa il balletto Petruska (marionetta non marionetta) realizzato da Giacinto Scelsi nel 1963 è una composizione musicale che sembra addentrarsi nel “notturno del corpo” svelando piani percettivi che richiamano alla notte rivelatrice di un mondo di forze ancestrali, dell’origine. I ballerini si muovono dietro uno schermo opaco dove solo si intuiscono i loro gesti confusi in un gioco di luci, ovattati da teli fluttuanti. Tutto il brano allude alla nascita, non solo dell’uomo ma del bagliore che lo genera, del gesto che lo determina. Sembra che ogni avvento avvenga per via della luce, di aloni ed energie che formano una materia che rimane indeterminata, accennando al materializzarsi del corpo.
“Petruska getta un legame con l’impossibile, tra noi e il vuoto, tra noi e il nascosto – spiega Virgilio Sieni – Petruska è umano e straordinariamente disumano; non convive nei due mondi ma li attraversa, con la gravità dei sentimenti e la leggerezza del passaggio. Petruska, come Pulcinella, non recita, arriva all’improvviso e appare in ogni semplice azione come forza che sposta la questione sul piano del respiro che avvolge l’intera umanità, che avvolge gli altri corpi in un tutt’uno.”
Il balletto di Petruska è finemente sottolineato dalla musica di Igor Stravinskij. Frammentaria, scomposta, disarticolata proprio come la marionetta, la melodia entra anch’essa in risonanza con i gesti e i movimenti del protagonista interpretato da tutti i ballerini: tutti sono Petruska.
Uno spettacolo decisamente interessante alla fine di tutto, dove forse, per ritornare alla dissertazione iniziale, è meglio non aver capito per intero il progetto. Non capire impone il rimanere sul soggetto non dandolo per scontato o superato. L’ignoranza obbliga all’approfondimento, alla scoperta e ci rende sempre nuovi, come bambini di fronte ad un tramonto sul mare.
Marco Gasperini