“L’aria, su queste terre deserte, e fra queste capanne, è tutta piena di spiriti. Ma non sono tutti maligni e bizzarri […] Ci sono anche degli spiriti buoni e protettori, degli angeli.”
Così Carlo Levi descriveva nel libro “Cristo si è fermato a Eboli”, uno degli aspetti più peculiari della Lucania, terra arida e desolata, dove nel 1935 fu mandato al confino dal regime fascista prima a Grassano e successivamente ad Aliano (che nel libro viene chiamata Gagliano, imitando la pronuncia locale).
È difficile credere, tanto è descritto in maniera precisa e dettagliata, che Levi, medico, pittore e scrittore, partorì uno dei capolavori letterari del 900 da fine dicembre del 1943 a fine luglio del 1944, all’ultimo piano di un bel palazzo fiorentino di piazza Pitti al numero 14, quando già erano passati otto anni dal confino. Giorni tristi quell’inverno e vissuti in maniera drammatica. In strada era proibito fermarsi in più di tre persone, c’era il coprifuoco, si uccidevano renitenti alla leva, si eseguivano retate di ebrei e spesso risuonavano gli allarmi aerei, terminati i quali, immancabilmente arrivavano i bombardieri degli Alleati e sganciavano il loro carico infernale sugli scali ferroviari per impedire i rifornimenti ai tedeschi.
Nonostante l’ansia di quel periodo vissuto di nascosto “Cristo si è fermato a Eboli” fu completato in soli otto mesi e quando apparve nel 1945, subito dopo la Liberazione, ebbe un successo immediato sia in Italia che all’estero.
Questo libro, a ragione considerato un classico della nostra letteratura, narra la scoperta di un’altra Italia che era l’Italia contadina del Mezzogiorno. Sentiamo lo scrittore come descrive le sue impressioni quando arriva a Aliano.
“Sono arrivato a Gagliano un pomeriggio di agosto, portato in una piccola automobile sgangherata. Avevo le mani impedite, ed ero accompagnato da due robusti rappresentanti dello Stato, dalle bande rosse ai pantaloni e dalle facce inespressive. Ci venivo malvolentieri, preparato a veder tutto brutto, perché avevo dovuto lasciare, per un ordine improvviso, Grassano, dove abitavo prima, e dove avevo imparato a conoscere la Lucania. Era stato faticoso dapprincipio. Grassano, come tutti i paesi di qui, è bianco in cima ad un alto colle desolato, come una piccola Gerusalemme immaginaria nella solitudine di un deserto. Amavo salire in cima al paese, alla chiesa battuta dal vento, donde l’occhio spazia in ogni direzione su un orizzonte sterminato, identico in tutto il suo cerchio. Si è come in mezzo a un mare di terra biancastra, monotona e senz’alberi: bianchi e lontani i paesi, ciascuno in vetta al suo colle, Irsina, Craco, Montalbano, Salandra, Pisticci, Grottole, Ferrandina, le terre e le grotte dei briganti, fin laggiù dove c’è forse il mare, e Metaponto e Taranto.”
Quando si arriva ad Aliano è quasi dovuto visitare la casa di Levi che è rimasta la stessa di quando fu lasciata dallo scrittore nel 1936. È nuda e vuota. Squallidamente vuota. Racchiusa nelle sue mura imbiancate a calce, le porte verniciate d’azzurro, le piccole finestre dipinte di verde. Il viaggiatore viene rapito dalla suggestiva atmosfera e, se presta attenzione, rivive il tempo del confino di Levi.
Poi una visita alla tomba dello scrittore col retrostante belvedere e l’affaccio verso la casa in cui Levi ha vissuto. Unico ebreo del cimitero cattolico che si affaccia sulla Fossa del Bersagliere, che Levi descrive con queste parole: “…così chiamata per esservi stato buttato un bersagliere piemontese, sperdutosi in questi monti al tempo del brigantaggio e fatto prigioniero dai briganti…”.
Infine una visita all’interno della Pinacoteca e immergersi tra le opere di Carlo Levi pittore dove, oltre ai dipinti, è raccolta la documentazione storica del confino. Tutto ciò che riguarda quel “torinese del sud”, dalla nascita fino al giorno del funerale ad Aliano.
Una gita in Basilicata non può prescindere dal recarsi in questo piccolo borgo che sorge al centro del paesaggio dei calanchi, in provincia di Matera, addentrandosi nella realtà di quella terra e della sua gente.
Alessandro Orlando
Per approfondire:
“Cristo si è fermato a Eboli” (C.Levi – Ed. Einaudi – Collana Super ET 2010)
“L’arse argille consolerai” – Carlo Levi, dal confino alla Liberazione di Firenze attraverso testimonianze, foto e documenti inediti – (Nicola Coccia, Ed. ETS 2016)
Letture consigliate:
“Paura della libertà” (C. Levi Ed. Neri Pozza 2018)
“Tutto il miele è finito” (C. Levi – Ed. Ilisso – Collana Bibliotheca Sarda)
“Le parole sono pietre” (C. Levi – Ed. Einaudi – ET Scrittori 2016)
Curiosità:
Un’antica leggenda parla di un popolo guerriero che diretto verso Sud giunse nella terra dalla quale si vedeva sorgere il sole. Da qui il nome Lucania ovvero “Terra di Luce”.