
Jeff Hawke / Lance McLane: le due facce di un personaggio
10 Ottobre 2018
Sherlock Holmes a fumetti. Piccola guida alla produzione italiana (II Parte)
1 Novembre 2018La presenza di Sherlock Holmes, nel fumetto italiano, non ha mai raggiunto i livelli di popolarità d’altri personaggi letterari. Impossibile, per esempio, paragonarlo a Tarzan o a Conan il barbaro che hanno avuto nel corso degli anni una maggiore diffusione meritandosi intere serie. Holmes è da sempre poco apprezzato dai fumettisti, forse perché ritenuto inadatto al pubblico italiano.
La tipologia degli albi in cui è presente la creatura di Conan Doyle, si può dividere in tre grandi categorie: la prima è quella che vede Holmes protagonista delle avventure classiche, la seconda è quella che lo vede inserito in parodie, o lo utilizza come spunto per lo sviluppo di storie legate ad altri personaggi, l’ultima è quella che vede Holmes protagonista d’avventure apocrife.
Per quanto riguarda le riduzioni a fumetti delle storie classiche, nel 1986 il disegnatore Giorgio Trevisan realizza per la rivista a fumetti “L’Eternauta”, edizioni Comic Art, una serie di riduzioni delle avventure di Sherlock Holmes, la sceneggiatura è affidata a Giancarlo Berardi già autore del noto Ken Parker. I due creano un fumetto d’altissima qualità sia dal punto di vista della riduzione e della sceneggiatura sia da quello grafico impreziosito dagli ottimi disegni di Trevisan.
Le tavole sono disegnate, con tratto pittorico, interamente in toni di grigio, e tanto gli ambienti, quanto le atmosfere vittoriane sono riprodotte in maniera fedelissima e coinvolgente. La caratterizzazione dei personaggi è fedele all’originale, e l’espressività dei volti comunica a pieno quelli che sono gli stati d’animo degli stessi.
Per quanto riguarda la scelta dei tratti somatici di Holmes e Watson il disegnatore si è lasciato influenzare dalle immagini dei due più famosi attori che hanno interpretato tali ruoli: Basil Rathbone e Nigel Bruce. Tale scelta può sembrare scontata, all’estero la maggior parte dei disegnatori riproduce Holmes – Rathbone e Watson – Bruce nei propri fumetti, ma va letta come omaggio agli attori che sono rimasti più impressi nell’immaginario collettivo.
La serie completa di riduzioni, che s’intitola “Le Avventure di Sherlock Holmes”, comprende: Uno scandalo in Boemia, Un caso d’identità, La lega dei capelli rossi, Il mistero di Boscombe Valley, I cinque semi d’arancia, L’uomo dal labbro storto. Nel 1987, questa stessa serie è raccolta in tre albi, editi dalle Edizioni L’Isola Trovata, per la collana “Gli Albi Orient Express”. È da ricordare che il primo di questi albi contiene un’introduzione a cura di Oreste del Buono, profondo conoscitore di Sherlock Holmes nonché appassionato di fumetti.
Il lavoro di Berardi e Trevisan trova spazio anche sulle pagine del fumetto “Ken Parker”, edizioni Parker Editore, in alcuni numeri editi dal 1993 al 1994.
In seguito queste storie sono state riproposte ad opera della casa editrice Le Mani in due bei volumi a tiratura limitata (1000 copie) dal titolo “I casi di Sherlock Holmes” e “Elementare Watson” che contengono, rispettivamente Uno Scandalo in Boemia, Un caso di identità, La lega dei Capelli Rossi, e Il mistero di Boscombe Valley, I cinque semi d’arancia, L’uomo dal labbro storto.
Un’altra interessante trasposizione a fumetti è quella basata sul “Mastino dei Baskerville” per opera di André Paul Duchâteau per la sceneggiatura, Stibane per i disegni e Luce Daniels per la colorazione. L’edizione originale è stata pubblicata in Francia nel 1991. Del 1994 è invece l’edizione italiana, tradotta da Alba Avesini e pubblicata da Mondadori.
Ottima è La sceneggiatura di Duchâteau che in Francia è conosciuto anche come scrittore di gialli. Nessun particolare importante è tralasciato e il lavoro rende alla perfezione l’essenza del romanzo di Conan Doyle. I disegni di Stibane hanno la capacità di materializzare visivamente quello che nel romanzo si può solo immaginare.
Il tratto nel disegno e marcato e preciso, ricordando molto i cartoni animati nello stile e nelle inquadrature, ottima è anche la coloritura, che restituisce in maniera reale il gioco delle luci e delle ombre presenti in ogni ambiente. Ottimo è l’uso del bianco e nero nei flash-back.
L’Edicola di IGOR