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28 Ottobre 2018Arrivare a Matera al tramonto o quando c’è meno luce è il modo più suggestivo per entrare in sintonia con questa città abbarbicata su di un costone di roccia, in verticale, sormontato dal campanile della Cattedrale e attraversato da stradine e scalinate che girano intorno.
È un’immagine antica che riporta la mente indietro nel tempo dove le case erano grotte con le pareti e i soffitti di tufo distorti e il pavimento irregolare. Vivere la città passo dopo passo, “sasso” dopo “sasso” scoprendo segreti architettonici che hanno del mistero, assume un aspetto magico. Sbaglia chi ne parla come di una città costruita sulla roccia perché Matera è scavata nella roccia.
O meglio nel tufo. La montagna è un dedalo di grotte dove il pavimento è il soffitto della casa di sotto, dove molti Sassi sono stati restaurati ritornando ad essere abitazioni, negozi, atelier d’arte, alberghi e ristoranti. Sasso dopo sasso aggrappato ad un centro antico che più di un centro urbano è una gigantesca scultura.
Dopo secoli di vita nelle centinaia e centinaia di grotte scavate nel tufo, all’inizio degli anni Cinquanta, gli abitanti iniziarono a spostarsi nella città nuova costruita nel giro di pochi anni. Il restauro effettuato in seguito fu efficace e fece onore agli amministratori e ai cittadini stessi di Matera che ebbero in concessione di richiedere la restituzione della grotta con l’impegno di riutilizzarla ma trovando tutte le utenze allacciate come se fosse stata un normale appartamento.
Molti sono stati i registi che hanno scelto questo gioiello di primordiale architettura come set cinematografico unico e suggestivo, dal “Vangelo secondo Matteo” di Pierpaolo Pasolini al colossal “The Passion” di Mel Gibson importante spartiacque tra anonimato e notorietà. Nel 2004 quando il film uscì nelle sale italiane e in quelle di molte altre nazioni, Matera entrò meritatamente a far parte delle mete di un turismo colto internazionale
È quasi impossibile credere, per chi visita oggi la città di Matera, che solo negli anni cinquanta essa fosse considerata una vergogna nazionale come affermò Togliatti nel 1948 dopo una visita in Basilicata.
Già durante i primi anni quaranta, l’artista e scrittore Carlo Levi, condannato al confino per la sua attività antifascista, nel suo capolavoro letterario “Cristo si è fermato ad Eboli” evidenziò con dovizia di particolari il profondo sottosviluppo di quelle terre. Le condizioni nelle quali gli abitanti vivevano erano, dal punto di vista igienico sanitario, inimmaginabili.
Oggi invece i concetti si sono letteralmente capovolti e i Sassi di Matera sono entrati a far parte, il 9 dicembre del 1993, nella lista dei siti che sono “Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco” e la città ha ricevuto da Palermo il “testimone” nella staffetta per essere Capitale Europea della Cultura per il 2019.
Di giorno la luce del sole irradia le case in pietra rendendole di un colore che assomiglia molto alle costruzioni della Palestina. Nella notte, la città si illumina di migliaia di luci ed appare come un gigantesco presepe sotto la sfera celeste costellata di stelle. Passeggiare nei vicoli storici a ritmi antichi, con la lentezza di quando le ore erano scandite dalle campane della chiesa e dalla posizione del sole nel cielo, ci fa entrare in un sogno e ci riporta indietro nei secoli.
Incontrare i materani servirà ad accordare maggiormente il nostro animo col cuore di questa città fantastica fatta di tufo. Essi sapranno accogliervi con quella timidezza dovuta all’indole riservata e raccontarvi pacatamente storie di vita e di costumi oramai presenti solo nei ricordi.
Vedrete brillare nei loro occhi l’orgoglio del riscatto da un gramo passato, la gratificazione di avercela fatta con i piedi ben piantati nel presente e lo sguardo fisso al proprio futuro.
Alessandro Orlando