Pistoia – capitale della cultura 2017 – in un bar, al posto delle slot machine, arrivano i libri.
Come nasce l’idea di togliere delle macchine che producono guadagno in favore di scaffali pieni di oggetti di carta in cui non è il denaro a essere maneggiato ma si può accarezzare con la mente il puro, gratuito piacere della condivisione delle passioni quali la lettura e la scrittura?
Lo domando ad Alessandra Vannetti, contitolare con la madre e i suoi due fratelli dello storico Bar Nazionale (che proprio in questi giorni festeggia 51 anni di attività) in zona Arca, nei pressi della stazione di Pistoia, a pochi passi dal centro cittadino.
L’idea di una biblioteca in un bar nasce da un interesse per i libri che da sempre ha accompagnato la vita della famiglia Vannetti, che ha cominciato scambiandosi le letture più interessanti con i propri clienti ed è andata via via ampliandosi a causa anche del sentimento di tristezza che provava nel vedere ogni giorno gente che voltando le spalle alla sala e al resto del mondo, buttava fior di quattrini dentro a quelle macchinette fino a rovinarsi la vita e quella dei propri familiari.
Così, all’inizio del 2016, Alessandra ha deciso di liberare la stanza che ospitava le slot, sostituendole con alcuni scaffali in legno che in poco tempo si sono riempiti, prima dei libri che lei aveva in casa e poi giorno dopo giorno con quelli che clienti e amici hanno iniziato a lasciare in cambio del prestito di quelli già presenti. E così, di fronte a una tazza di caffè una brioche o un pranzo, quello è diventato un posto dove sfogliarli e discuterne assieme ad altri appassionati.
In breve tempo quei primi ripiani non sono più bastati a contenere tutti i volumi e allora se ne sono aggiunti altri e poi altri ancora e la parete è diventata una vera e propria “muraglia” di carta colorata, con i migliaia di titoli e di autori diversi che comprendono quasi tutti i generi letterari: dal giallo al romanzo sentimentale ai libri per bambini.
Incontro Alessandra di fronte a un cappuccino fumante con alle sue spalle questa spalliera di carta che le fa da cornice e le chiedo come si è nata in lei questa bellissima idea.
“E’ stato tutto molto naturale: mi trovavo in un momento di stasi della mia vita; avevo voglia di qualche nuovo stimolo e ho iniziato a frequentare un corso di scrittura creativa presso Il Funaro, a Pistoia. E proprio come un flusso di acqua che corre per la sua strada e porta con sé quello che sfiora, così è successo a me, che mi sono lasciata completamente trasportare in questa piacevolissima esperienza. La mia passione per la lettura mi ha avvicinato alla scrittura e ha fatto maturare la decisione di liberarmi dalle slot machine che occupavano una grande stanza del nostro bar, dove negli anni 60 c’era un biliardo, e di creare un luogo d’incontro per quelli come me interessati ai libri. Già avevamo cominciato a scambiare libri con i nostri clienti ma l’idea di aprire una vera biblioteca mi è venuta solo dopo aver frequentato il corso di scrittura.”
La gente che frequentava il bar come ha preso questo cambiamento?
“Molto bene, erano tutti curiosi di sapere come funzionasse e se ci fosse da pagare una quota associativa per prendere un libro e ho spiegato allora che era tutto completamente gratuito. Così anche le nonne che portavano i bambini fuori col passeggino quando si fermavano per un caffè o una merenda si attardavano a dare un’occhiata i titoli e a volte se ne portavano uno a casa, per poi tornare a raccontarci di quanto gli fosse piaciuto oppure di come non fosse stato in linea con le aspettative. Qualunque sia la reazione ai libri ne scaturisce sempre uno scambio di opinioni e si entra in contatto con i sentimenti che le letture suscitano in ognuno di noi.”
Non solo bar e biblioteca ma anche uno spazio a disposizione dove presentare nuove opere, vero?
“Sì, infatti ho cominciato all’inizio col presentare libri di autori pistoiesi e poi anche di fuori Pistoia: di solito questi incontri si fanno di sabato pomeriggio: io introduco gli scrittori e poi con l’ausilio di alcuni amici giornalisti si intervista chi scrive e talvolta amici attori si dilettano nel leggere dei piccoli estratti accompagnati da musica dal vivo. Tutto questo mi ha portato tanta soddisfazione ed energia positiva: è bello vedere come tante persone insieme che non si sono mai incontrate prima, in pochi minuti riescano ad entrare in sintonia tra loro attraverso le emozioni suscitate da una lettura.”
Cos’è cambiato nel bar dopo aver tolto le slot?
“E’ avvenuto un cambiamento radicale rispetto a quello che ero abituata a vedere in quella sala: prima l’assoluta solitudine del gioco in cui le persone davano le spalle agli altri e il volto rivolto alle macchinette e poi invece un’apertura totale delle persone nell’ascoltare tanti temi differenti con il desiderio di raccontare anche la propria esperienza personale su qualsiasi argomento: dal gioco d’azzardo alle malattie, all’amore, alle dipendenze, alla maternità, all’amicizia, ai viaggi, ai sogni più intimi che si esprimono attraverso le poesie“.
Partecipano solo intellettuali?
“No, assolutamente, Ho il piacere di ospitare ad ogni incontro ogni tipo di persone e cerco di invitare, secondo l’argomento trattato nell’opera, personaggi locali e non, che abbiano a che fare con il soggetto del libro. Quindi ho avuto qui in qualità di pubblico da rappresentanti delle forze dell’ordine a psicologi, operatori di comunità di recupero, vivaisti, autori, giornalisti, attori, artisti esperti di settori in grado di portare la loro opinione e contributo in merito. Il pubblico è sempre diverso, anche se ho un piccolo gruppo di affezionati che mi seguono ad ogni evento tra queste anche molte casalinghe, pensionati oltre a scolaresche con i loro professori, e ognuno di essi, se vuole, può prendere parte all’incontro e tutto avviene sempre in maniera molto spontanea e naturale.”
Poi mi pare che anche i media si siano interessati alla Biblioteca dell’Amicizia, sbaglio?
“No, non ti sbagli. Infatti abbiamo avuto la visita di varie TV locali tre cui anche Rai3, Sky e come vedi qui dietro di me ci sono alcuni articoli che ho stampato e affisso nella sala di lettura/colazione/pranzo con le interviste che ho rilasciato a varie riviste anche a tiratura nazionale”.
E’ passato del tempo da quel Gennaio 2016 in cui hai cominciato. Oggi rifaresti questa scelta?
“Sì, certamente, perché è davvero una gran soddisfazione vedere tante persone che si riuniscono intorno a una passione comune come quella per la lettura e accorgersi che questo crea nuove amicizie – da qui il nome della biblioteca – si creano nuovi legami del tutto inaspettati e unici che si perpetuano ad ogni incontro con i nuovi autori. Mi piace ribadire all’inizio di ogni presentazione che questo è un luogo magico, così come tanti ospiti l’hanno definito, perché se da una parte è vero che sicuramente abbiamo perso dei soldi sicuri togliendo le slot machine, d’altra abbiamo guadagnato tanto di più in bellissime emozioni e soddisfazioni interpersonali che non hanno prezzo.”
Lascio Alessandra con la promessa che le porterò ancora altri turisti di passaggio a Pistoia affinché possano firmare il libro delle visite in cui si susseguono complimenti e commenti da visitatori che dall’Australia alla Costa Rica si meravigliano di questa bella realtà che si cela dietro un bancone di un bar di provincia che, il più delle volte, non trova un egual riscontro nei loro Paesi.
A volte la prendo in giro dicendole che lei è “Madame de Stael de’ noartri” perché in questo luogo magico come lo ha definito chi c’è stato almeno una volta, la sua unicità sta nel non voler essere un salotto letterario elitario ma semplicemente niente di più di ciò che è: un posto dove incontrare Alessandra che col suo bellissimo sorriso ci accoglie nel nome dell’amore per la lettura e della scrittura aperto a tutti con l’aggiunta di un bell’aperitivo o un pranzo.
Non c’è da meravigliarsi allora se l’agenda di Alessandra sia sempre piena di appuntamenti per le nuove presentazioni perché in breve tempo di bocca in bocca si è passata la voce che qui si respira un’aria nuova fatta di profumi di caffè mescolati insieme a quello della carta fresca di stampa che non riuscirà mai a sostituire alcun ebook.
Pistoia quindi come capitale della cultura da sempre e per sempre – anche dopo il 2017 anno in cui è stata nominata tale – perché come sono solita dire quando presento la mia città ai forestieri, noi, abbiamo l’onore di avere non solo una tra le più antiche biblioteche d’Italia – la Forteguerriana – ma anche la più grande della Toscana – la San Giorgio – e poi anche la più innovativa che è proprio la biblioteca dell’Amicizia del Bar Nazionale, nata da una scelta tra il perdersi di fronte a una macchina inanimata e il ritrovarsi dentro a un libro che brilla di luce propria e illumina la vita di chi ha il coraggio di aprirlo.
Michela Ricciarelli
LE FOTO SONO DI MICHELA RICCIARELLI
La Regione Toscana è da sempre sensibile al problema della ludopatia e a tal fine ultimamente ha messo in pratica l’iniziativa che riporto attraverso il comunicato stampa della Regione stessa.
Scritto da Lucia Zambelli, mercoledì 26 settembre 2018 alle 10:09
FIRENZE – Lo schermo di una slot machine, su cui scorrono le lettere che formano la scritta No slot. E’ il logo No slot approvato dalla giunta nel corso dell’ultima seduta, su proposta dell’assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi. Potranno esporlo in evidenza esercizi e circoli, bar e luoghi di ricreazione che scelgono di non installare le macchinette popolarmente definite “mangiasoldi”, cioè apparecchi e congegni per il gioco, lecito, con vincite in denaro. La Regione realizzerà anche, sul proprio sito web, uno specifico portale per gestire le richieste di questo marchio identificativo.
“Per contrastare il gioco d’azzardo patologico, in Toscana abbiamo messo in atto tante iniziative – dice l’assessore Stefania Saccardi -, a partire dalla legge regionale del 2013, che contiene una serie di misure per il gioco consapevole e per la prevenzione della ludopatia. Purtroppo il fenomeno del gioco d’azzardo coinvolge un numero sempre crescente di persone di tutte le età, che si lasciano tentare da questa passione fino a farla diventare una vera patologia. Abbiamo fatto azioni di informazione, prevenzione, formazione, ricerca, monitoraggio, molte rivolte ai giovani. A luglio di quest’anno abbiamo varato il Piano regionale di contrasto al gioco d’azzardo, finanziandolo con oltre 3 milioni. Ora mettiamo a disposizione di tutti gli esercizi che lo vorranno il logo No slot, e invitiamo gli esercenti a richiederlo ed esporlo ben in vista all’ingresso dei loro locali”.
Un successivo atto regionale regolamenterà i modi di utilizzo del logo e gli impegni assunti dai titolari di circoli ed esercizi pubblici: saranno poi i Comuni a verificare che circoli ed esercizi utilizzatori del logo rispettino gli impegni presi. Se in un locale No slot saranno trovati apparecchi con vincita in denaro, il Comune dovrà rimuovere la vetrofania e comunicare il fatto alla Regione, che cancellerà il locale dall’elenco.
Dati sull’utenza con Disturbo da Gioco d’Azzardo trattata dai Servizi per le Dipendenze delle Asl toscane
Dal 2012, anno in cui è stato introdotto nella cartella informatizzata Dipendenze il gioco d’azzardo, al 2017 si registra un incremento del 44% dei pazienti trattati dai servizi.
L’utenza con disturbo da gioco d’azzardo rappresenta circa il 10% del totale dei pazienti trattati dai servizi (tossicodipendenti e alcoldipendenti)
Il 2017 ha avuto un incremento di 101 pazienti rispetto al 2016, segno che il trend è in aumento.
Il numero totale dei pazienti nell’anno 2017 è di 1.465, di cui 439 nuovi utenti.
Le femmine sono 287, i maschi 1.178.
La fascia di età rappresentata maggiormente nei servizi è quella dai 50 ai 59 anni, pari al 28% dell’utenza. Si rilevano anche 7 pazienti al di sotto dei 20 anni, mentre il 21% dei pazienti ha un’età superiore ai 60 anni.
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