
Venezia tra cinema ed emozioni – La 75ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
7 Settembre 2018
Il collezionista di ricordi di Bruno Ialuna (Ed. Marco del Bucchia)
12 Ottobre 2018Cast:Roman Polanski, Isabelle Adjani,Melvyn Douglas,Jo Van Fllet, Shelley Winters, Simon, Lila Kedrova, Rufus, Bernard Fresson, Jacques Monod
Trelkowski, un modesto impiegato, sta cercando un appartamento casa da affittare a Parigi. Ne trova uno dove una ragazza, Simone Choule, ha tentato il suicidio, va a trovarla all’ospedale, lei è in fin di vita e non riesce a parlare ma alla vista di Trelkowski è colta da una violenta crisi isterica. La ragazza di lì a breve muore e l’uomo può prendere possesso dell’appartamento, e subito gli inquilini dello stabile, per lo più anziani, si accaniscono contro di lui , come del resto negozianti e abitanti del quartiere, quasi a immedesimarlo con la povera ragazza morta.
L’uomo sempre più in preda al panico e allo sconcerto finisce per avere gli stessi comportamenti e le stesse allucinazioni della povera Simone, addirittura si veste come lei. La situazione per lui è sempre più pesante, sospetta anche di Stella, un’amica della vittima, finisce anche lui in un vortice di follia fino a tentare il suicidio gettandosi dalla finestra. Mentre è all’ospedale, completamente fasciato e incapace di parlare crede di vedere Trelkowski che è venuto a trovarlo per sapere dell’appartamento……Un diabolico gioco che sembra perpetuarsi.
Rivediamo a una rassegna estiva questo film tratto da un romanzo di Rolande Topor, “Le locataire chimerique”, una pellicola inquietante per l’atmosfera claustrofobica che la pervade, con un opprimente senso d’ansia e di paranoia, un umorismo nero, della frustrazione sessuale. È’ la storia di una cospirazione ai danni di un uomo, un timido sopraffatto dalle cose che gli capitano, certo sproporzionate alle sue colpe, e perseguitato da una serie di singoli e a loro volta inquietanti personaggi che lo vogliono uccidere.
E più lui si sforza di non disturbare nessuno più è incompreso e perseguitato. Tutti guardano con sospetto Trelkowski, che molti considerano l’alterego di Polanski, dalle origini ebree e polacco naturalizzato francese e quindi malvisto e vessato da tutti. Un film horror, oggi considerato un piccolo capolavoro, ma anche al suo apparire fu maltrattato dalla critica. Visto a tanti anni di distanza dalla sua uscita.
L’inquilino del terzo piano non è soltanto il racconto di come nasce e si sviluppa la malattia del protagonista, certo la paranoia è essa stessa co-protagonista, ma il punto è vedere quanto Trelkovsky soffra di allucinazioni, e quanto il comportamento dei vicini, ovvero la società che ci circonda, porti all’annullamento del singolo individuo imponendogli regole, pensieri, azioni comuni a tutti, guai a opporvisi.
Ecco che l’appartamento è la metafora del proprio corpo, o ci si chiude in se stessi o nella propria casa o si deve affrontare l’esterno con tutte le conseguenze che ne derivano. Del resto Polanski aveva già affrontato il tema dell’appartamento in Repulsione e Rosemary’s baby. Un inquilino…chimerico come il titolo del romanzo di Topor, la lotta è tra l’uomo che vuole solo essere un inquilino rispettoso delle regole dei vicini, e questi che tramano contro di lui per farlo impazzire e suicidare come del resto è successo con l’inquilina che lo ha preceduto.
L’uomo cercherà salvezza trasformandosi in Simone, ormai ha rinunciato al suo corpo, e per sfuggirgli si getta dalla finestra. Polanski ha aperto una porta sul nero e sul fantastico, protagonisti gente mediocre, borghesi pieni di angosce da riversare sugli altri.
Ne nasce così una storia grottesca, un’ironia da girone infernale, dove non si sa quanto sia reale e quanto sia fantastico, potremmo dire una “storia di ordinaria follia” certo avveniristica quando uscì ma altrettanto significativa ancora oggi.
Giuseppe Previti