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22 Agosto 2018Il Gran Tour delle Torri e Badia Camaldolese.
Vi ricordate quando in Europa andava di moda il Grand Tour? Certo era il 1660…forse ancora non c’eravate. Ebbene il turismo ha le sue origini da questo Tour che le famiglie dell’aristocrazia europea intraprendevano per alcuni giorni o mesi addirittura. Aveva per meta l’Italia e comprendeva approfondimenti politici, culturali e storici trovando il tempo anche per studiare , leggere e fare acquisti.
Oggi in onore del Grand Tour di un tempo vi proponiamo un Tour in Toscana, aperto a tutti, non solo per gli straneri, ma anche pr gli italiani che a volte non conoscono bene il loro bellissimo paese di origine.
Come prima tappa del Tour direi di iniziare da San Gimignano e dalla Torre Grossa.
Fu iniziata nel 1300. E’ alta 54 metri per cui preparatevi a fare molti scalini. Ma la vista che si gode da lassù vale la pena della fatica: si contempla tutta la città e la campagna mentre un vento gentile porta profumi e fresco dai colli.
Scesi dalla Torre a San Gimignano avete solo l’imbarazzo di scegliere cosa vedere tanti i negozi, i punti ristoro, chiese e vie ricche di storia e di bellezza.
Il Tour delle Torri prosegue poi passando da Volterra. Magnifica terra d’Alabastro e delle Balze e delle mura Etrusche .
Come seconda tappa e prima salita la , per fare allenamento, la Casa Torre Toscano. E’ la Torre più antica , detta torre S. Agnolo, costruita nel 1250 da Giovanni Toscano. Mostra dall’interno il suo sviluppo e trasformazione da torre difensiva ad abitativa. Con un modesto costo di ingresso i volontari della scoetà sportiva, adibiti a fare da guida e sorveglianza, spiegano con inusuale gentilezza ed esaustivi particolari la storia della Torre e dei dintorni. Veramente troverete in Volterra un elevato numero di volontari del luogo che in nome della loro amata città si prodigheranno ad aiutare i turisti nel trovare posti, informazioni, locali e quant’altro di bisogno. Una caratteristica che troviamo amabile davverpo in questa località.
Terza tappa la Torre Campanaria del Palazzo dei Priori. Ancora su e su per ammirare un meraviglioso panorama sferzati dalla brezza ristoratrice. Attenti all’orario o la campana vi scuoterà l’udito!
Quarta ma non ultima tappa la salita al Maschio della Fortezza di Volterra.
Da soli due anni è possibile entrare nella Fortezza e risalire l’interno della Torre fino alle finestre il cui panorama stupisce il viaggiatore. Nelle giornate limpide si può vedere fino al mare.
Costruita nel 1428-1495 fu voluta da Lorenzo il Magnifico, sorge su di un colle che domina la città ed è utilizzata come carcere.
Ultima tappa , per non stancare il viaggiatore , che avrà compiuto saliscendi per oltre mille gradini, vale la pena risalire la torre della casa di Boccaccio a Certaldo Alto. E contemplando le splendide mura rosse medioevali del ridente paese allargare lo sguardo anche all’ampio panorama toscano. Si può arrivare a Certaldo Alto con la funicolare oppure a piedi tramite un passaggio pedonale leggermente in salita, ma molto piacevole.
Nel lasciare questo magnifico, piccolo, Tour vorrei spendere atre due parole per Volterra.
Consiglio una sosta all’ Albergo Nazionale. Dove soggiornò Gabriele d’Annunzio e dove uniti al garbo e all’ospitalità si gustano piatti della cucina Toscana sapientemente cucinati.
Un salto alla Pinacoteca vi consentirà di ammirare fra le altre magnifiche opere il dipinto che fu l’inizio , a detta di molti studiosi d’arte, della pittura moderna : la Deposizione della Croce del Rosso Fiorentino.
Al Museo Etrusco troverete , oltre a gioelli, mosaici, urne funerarie e reperti di ogni genere, l’Urna degli sposi e la celebre statua l’Ombra della sera.
Infine , grazie alle indicazioni appassionate di Marco e Davide , preziosi collaboratori dell’Albergo Nazionale, concluderei con un breve pensiero per Badia Camaldolese.
Dalle mura etrusche che corrono lungo le Balze, subito dopo aver lasciato la chiesa imponente di San Giusto, attraverso un piccolo sentiero nel bosco si sarebbe arrivati, un tempo, a Badia Camaldolese. Purtroppo oggi ci si arriva solo passando per la strada statale che vi consigliamo di fare in auto perchè è senza marciapiede ed è molto frequentata.
Dopo circa dieci minuti di strada a piedi, cinque in auto, in mezzo ad olivi, alberi da frutto, cespugli di fiori e rampicanti si giunge ad una strada sterrata che conduce alla sommità di un colle da cui ammirare tutto il movimento delle Balze. Spicca nel panorama lo spuntone di roccia e la voragine che ha inghiottito la vecchia Chiesa di San Giusto, poi ricostruita più in alto dai devoti Volterrani.
Sul colle un’ampia costruzione composta da parti in rovina e parti restaurate: Badia Camaldolese. La costruzione è un monastero che fu fondato nel 1030 per volere del vescovo di Volterra Gunfredo.
L’edificio venne poi affidato assieme alle terre ai monaci benedettini che nel corso del XIII secolo furono sostituiti dai monaci camaldolesi.
Nei primi anni del Seicento iniziarono le frane delle Balze che nei secoli successivi arrivarono a minacciare seriamente anche la Badia. Nel 1861 i monaci abbandonarono il luogo dopo l’ennesimo terremoto che fece crollare la chiesa attigua.
Oggi restano i ruderi della Chiesa romanica, la Torre campanaria , che è la parte più antica, il chiostro, il refettorio ed i quartieri dei monaci.
Grazie al restauro operato con i fondi della Cassa di Risparmio di Volterra e al costante impegno del loro uomo di fiducia ,che si occupa dell’apertura dei locali e della salvaguardia del patrimonio fuori e dentro la Badia, si possono visitare il Chiostro e il Refettorio e così ammirare gli affreschi dipinti da Donato Mascagni, con le storie di San Giusto e Clemente, patroni della città di Volterra e al centro del soffitto del refettorio la Madonna con il bambino opera di Baldassarre Franceschini.
Un posto ricco di storia e di pace. Con ancora reperti da valorizzare e di grande potenzialità per un percorso museale fuori dagli schemi urbani.
Laura Filoni
- Volterra
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- Badia Camaldolese – Volterra- Foto di Maurizio Gori