Curiosità sull’arma di Pistoia.
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Grazie agli scritti recentemente tradotti in Italia, emergono particolari inediti sulla realtà di coloro che hanno vissuto l’esperienza di Giuseppe Garibaldi durante la spedizione dei mille. Tra questi vi sono gli scritti di Mecnikov Lev, giovane di nazionalità russa, poco più che ventenne, volontario garibaldino. Il giovane era venuto in Italia per formarsi nell’arte della pittura; venne attratto e coinvolto dai movimenti di liberazione Italiani in atto nel 1860.
Venne a sapere che a Quarto Garibaldi stava organizzando la sua spedizione. Garibaldi stava aspettando le mosse dCamillo Benso Conte di Cavour e del re Vittorio Emanuele II. La situazione era complessa, mentre il re dette il suo consenso alla spedizione solo con messaggio verbale, Cavour scrisse al Papa e al Re delle due Sicilie proponendo il progetto per una Confederazione Italiana.
Quest’idea non era gradita a Garibaldi, né alle nazioni di religione protestante e ortodossa.
A Garibaldi giunsero le risorse economiche dall’ Inghilterra per l’acquisto delle armi e Mecnikov arrivò a Quarto quando il generale era già partito per la Sicilia.
Il giovane russo venne a sapere che a Firenze si stava costituendo una colonna di volontari organizzata dal colonnello Nicotera. Li raggiunse a Firenze e da qui la colonna si spostò in treno fino a Livorno per imbarcarsi. Il Barone Ricasoli, governatore della Toscana, dette ordini ai carabinieri di disarmare i volontari prima dell’imbarco, così come avvenne. Le navi con i garibaldini partirono per la Sicilia scortate, però, da due fregate inglesi, come del resto lo era stato anche Garibaldi, nel suo viaggio. Mecnikov arrivò a Palermo e da qui poi prese una nave per Napoli.
Garibaldi, infatti, era già partito da solo alla volta di Napoli in carrozza. I suoi volontari lo raggiunsero con vari mezzi e nei giorni successivi nella città partenopea. Garibaldi nel suo viaggio e nella sua entrata a Napoli godette della protezione della camorra.
La missione di Garibaldi proseguì per giungere alla battaglia del Volturno dove Mecnikov venne ferito gravemente. Trasferito all’ospedale di Caserta conobbe due donne che gestivano il servizio di assistenza sanitaria per i feriti garibaldini. Si trattava di Miss JessieWhite sposata con il marchese Alberto Mario e della contessa Maria Martini Giovio Della Torre, nobile italiana.
Il marchese Mario per lunghi anni era stato il braccio destro di Mazzini e poi fervente seguace di Garibaldi. Fra i due esponenti insorse un noto dissidio quando Garibaldi accettò il programma di Daniele Manin nel 1858, condensato in “Italia e Vittorio Emanuele”. In altre parole, Garibaldi per l’Unità abbandonò la preclusiva repubblicana.
La White e la Della Torre, erano due donne dal carattere estremamente diverso. La contessa Della Torre aristocratica, volubile, mentre la White era una donna dolce, buona, ma molto pratica e decisa. Una formazione personale che rispecchiava le origini di due popoli e classi sociali diverse. La praticità della donna inglese nell’organizzazione dei servizi di assistenza ai feriti prevaleva in tutte le necessità concrete, rispetto agli atteggiamenti volubili e astratti della contessa italiana.
Questi particolari sulle vicende e i personaggi che hanno circondato i Mille sono giunti a noi grazie alle memorie scritte e pubblicate da Mecnikov nel 1861 in Russia, che ci consentono di avere una lettura inedita di questi avvenimenti della nostra storia tramite la sua testimonianza.
Renato Risaliti