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18 Luglio 2018“La finestra sul cortile” di Alfred Hitchcock
Ripensando all’incidente di un paio di mesi fa, che mi ha costretto bloccato a casa con la caviglia ingessata, mi è tornato in mente un film di Alfred Hitchcock dove il protagonista viveva, ovviamente con ben altra classe, una situazione del genere e mi sono rivisto quella pellicola, ancor oggi meritevole di essere ricordata.
“La finestra sul cortile” uscì nel 1954, regia di Hitchcock, protagonisti James Stewart e Grace Kelly. Si narra la storia di un fotoreporter di successo costretto da una frattura a una gamba a stare in casa su una sedia a rotelle. Per passare il tempo con il binocolo e la macchina fotografica a tracolla comincia a guardare il cortile sovrastato dalle tante finestre degli appartamenti, tutte spalancate per il gran caldo.
L’infermiera gli dice che non è bene spiare i vicini, mentre la bellissima e sofisticata fidanzata è contenta di averlo tutto per sè. Ormai Jeff conosce tutti e di tutti sa abitudini, manie e comportamenti compresi quelli di una coppia che gli pare in crisi. Una notte lo sveglia l’urlo di una donna, da quel momento vede il marito della coppia in crisi indaffarato a fare i bagagli, a ripulire l’appartamento, della donna nessuna traccia, viene trovato morto il cagnolino. Jeff è convinto che l’uomo di è sbarazzato della moglie seppellendola in giardino.
Lisa accetta di dargli una mano, la situazione precipita e preparatevi a assistere a un finale molto convulso…Il film era stato tratto da un racconto di Cornell Woolrich, anche se poi se ne distacca abbastanza perché al regista Curt Hanson premeva evidenziare i rapporti di coppia, le spine del matrimonio, ed ecco che a parte la fase più “gialla “molto si batte sui rapporti abbastanza turbolenti fra le varie coppie, a partire dai protagonisti stessi.
Un film assai geniale che mette in evidenza ” la vita” come la si vive, e a cui noi siamo ammessi attraverso gli occhi, la macchina fotografica, la macchina da presa.
La finestra sul cortile, tra i più celebrati film di Hitchcock, è l’idea di un cinema basato sull’osservazione, quindi esempio di opera prettamente cinematografica. Fu un indiscusso trionfo artistico e commerciale, quattro nomination all’Oscar, ed è servito anche da ispiratore a molti registi, magari non con lo stesso successo dell’originale.
Come già detto Hitchcock si era riferito a un racconto di Woolrich, poi sceneggiato con John Hayes che avrebbe collaborato con lui per Caccia al ladro, La congiura degli innocenti, L’uomo che sapeva troppo. L’interesse del film era nell’assoluta dipendenza dei dialoghi da cosa vedevano i personaggi, il cui dialogo raccontava una storia percepita attraversò le indagini.
Il film si basa sull’ossessione di un uomo che vuole osservare, e spiare, i suoi vicini, è un fotografo, interpretato da una delle icone del regista, James Stewart, che scrutando le azioni dei vicini finisce per fondere il suo occhio con quello della macchina da presa.
Il film ha anche un forte legame con il teatro, è tutto girato in un appartamento e nel prospicente cortile, unità di luogo e quindi anche di tempo. Fari puntati sul protagonista, un tranquillo e rispettabilissimo borghese con molti sensi di…evasione al suo status quo, il voyerismo, lo spiare gli altri, in maniera a volte anche morbosa e anche la ritrosia a accettare il discorso di sposarsi, pur avendo una fidanzata bellissima.
Notevole è l’effetto che il regista da questa variegata umanità che, pur entro i limiti di un cortile e di una finestra, esercita un grande potere attrattivo e affascinante. Anche perché dietro una parvenza di normalità ci sono poi tante storie diverse, tanti episodi che potrebbero sfociare in singoli drammi.
Ecco cosa può scaturire da uno sguardo indiscreto, senza dimenticare uno dei motivi sui cui Hitchcock torna sempre, l’Eros. Tutti gli abitanti del condominio, chi più chi meno, nell’offrirsi inconsapevolmente, allo sguardo di Jeff, finiscono per rivelare i vari istanti, e non sempre belli, del rapporto uomo-donna. Che poi può arrivare a soluzioni trancianti come nel caso dell’omicidio della finestra di fronte. Del resto le coppie dei film di Hitchcock non hanno mai, o quasi, vita facile.
Se ci sono in questa storia suspense e mistero, c’è anche una buona dose di ironia, specie nel rapporto tra Jeff e Lisa, una splendida Grace Kelly, una delle mirabili bionde lanciate dal regista.
Allo spettatore non rimane che affidarsi all’occhio indiscreto di un sempre grande James Stewart, che in anticipo di varie diecine di anni prefigura un altro titolo cinematografico di gran successo “Le vite degli altri”, In questo film siamo un po’ tutti dei guardoni.
Ogni inquadratura che ci mostra qualcosa oltre la finestra è sempre filtrata attraverso l’occhio del fotoreporter.
Uno dei segreti di questo film, portare lo spettatore a identificarsi nel protagonista, partecipando al suo coinvolgimento, prima da curioso, poi via via che la storia procede anche da un punto di vista emotivo e sempre più preoccupato perché il pericolo si fa incombente, ma a quel momento siamo ormai catturati, impossibile guardare da un’altra parte.
Giuseppe Previti