La valigia quasi vuota
25 Giugno 2018A poca distanza dal grande successo ottenuto lo scorso anno da “Aurora nel buio” Barbara Baraldi torna in libreria con ” Osservatore oscuro” ancora protagonista la poliziotta Aurora Scalviati, una giovane di grande avvenire come profiler e psicologa, ma provata nel fisico e nello spirito da un brutto episodio, un conflitto a fuoco in cui è rimasta gravemente ferita. Adesso da Torino è stata trasferita in un piccolo commissariato in Emilia dove piano piano sta ritrovandola sua serenità grazie anche all’aiuto dei colleghi. Viene ritrovato un cadavere di un uomo orrendamente mutilato e con il nome di Aurora tatuato sul petto. Aurora si trova quindi suo malgrado coinvolta nel caso, che sembra partire da molto lontano, quando il padre di Aurora, un magistrato che stava conducendo una inchiesta delicatissima sulla mafia e sul traffico d’armi era stato vittima di un attentato. Questo aveva portato la Scalvati a arruolarsi polizia. La vicenda prosegue con molti morti, tra agguati, segni premonitori, l’avvicendarsi di tanti personaggi, ma su tutto domina il personaggio di questa ragazza, con i suoi disturbi, i suoi fantasmi, le sue ossessioni, ma anche con la sua sincerità, il suo coraggio, la sua forza di volontà. Veramente interessante il suo personaggio, che pur dovendo fronteggiare diffidenze, ostracismi, rimproveri, ma lei non vuole rinunciare al suo lavoro, e cerca di instaurare un buon rapporto con i colleghi che sente ormai come la sua famiglia. Ma la vicenda sembra ancora di più complicare la sua vita, il killer sembra volerle fare terra bruciata intorno, colpendo tutte le persone che le sono più vicine. Oltre tutto ha l’abilità di comparire sempre informe diverse, cambiando sempre fisionomia, e creando una tensione estrema a conferma della posizione della Baraldi tra le migliori scrittrici di genere. Secondo libro della saga con al centro Aurora ma non soltanto, perché l’autrice ci conduce in un percorso tanto oscuro quanto emozionante con situazioni di sicuro impatto emotivo, con azzeccati rimandi al passato e delineando con sufficienti caratteristiche i vari protagonisti. E quindi importanti anche le loro storie, con il loro vissuto, il loro vivere carico di cose positive e negative. E su tutti incombe l’ombra di questo assassino che sembra non aver pietà di nessuno, ma soprattutto sembra sempre avere una mossa in più. Nel romanzo dolore e vendetta si intersecano continuamente, ogni personaggio ha le sue motivazioni, la Baraldi non giudica ma ci fornisce tutti gli elementi che possono far capire al lettore perché una persona, anche la più malvagia, agisce in un certo modo. Un romanzo forte, ben strutturato, di cui vogliamo ricordare una frase significativa “La verità non ha che un volto, quello di una violenta smentita”, L’autrice ci fa percorrere un viaggio all’interno della mente umana alla caccia dei motivi che possono far agire un killer, e sa entrare nelle emozioni e nei misteri di ognuno, pur se a volte più che rispostesi prospettano nuove domande. Del resto i suoi personaggi, al di là delle apparenze, sembrano tutti cercare un nuovo equilibrio, una nuova identità. Aurora per prima. E il merito di questi personaggi è che chi li ha creati non li ha voluti costruire “perfetti “Una scrittura densa, ben ritmata, con tanti spunti di riflessione, con una certa connessione con il romanzo d’azione, pur se prevale la struttura psicologica, perché alla resa dei conti anche se la copertina parla di thriller qui c’è pure del noir, siamo sempre infatti alla caccia delle motivazioni. E del resto la premessa dell’autrice è che tutti noi abbiamo al nostro interno una sorta di io negativo che alimenta le nostre paure, i nostri incubi, i nostri momenti peggiori.
Giuseppe Previti